Tra i lotti previsti da Christie’s per l’asta surrealista, in programma per il prossimo 28 febbraio, spicca come top lot il dipinto di René Magritte “La corde sensible”, realizzato dal pittore belga nel 1960 e stimato tra i 14 e i 18 milioni di sterline. Magritte ha sempre percepito come fondamentale il bisogno di un’arte che potesse dare qualcosa di nuovo, di rivoluzionare il modo in cui pubblico vive le opere, il quadro in questione è una perfetta esemplificazione di questa sua ricerca.
La tela è emblematica della poetica di Magritte per la sua incredibile capacità di sintetizzare elementi della quotidianità con situazioni paradossali, che possono includere metamorfosi della natura o particolari antropomorfismi a cui fenomeni celesti partecipano o fanno da cornice. Il risultato è un’immagine che colpisce per la semplicità e la naturalezza apparente, ma che a un secondo sguardo rivela le proprie incongruenze.
Il dipinto si compone di pochi elementi naturali caratterizzati da una cromia elementare del paesaggio montano, la pianura verdeggiante fa da riflesso ad un cielo azzurro e terso, i due colori s’incontrano e si fondono nelle sfumato dei rilievi all’altezza dell’asse orizzontale della tela.
L’armonia della pittoresca cartolina della valle viene spezzata dalla coppa di cristallo in primo piano, che, con le dimensioni snaturate, sovrasta il paesaggio. Al di sopra del bicchiere poggia una nuvola che gioca ambiguamente con il contesto naturale circostante, presentandosi come un elemento integrato nel paesaggio in cui è immerso, ma allo stesso tempo dialogando con l’estraneo, la coppa, assumendo nei suoi confronti il ruolo di contenuto. Quella che viene presentata è la fotografia di una metamorfosi completa, il liquido divenuto vapore.
Magritte visse il surrealismo in un’ottica estremamente personale rispetto ai colleghi di Parigi. I protagonisti delle sue composizioni, come accennato, sono spesso oggetti classici, senza immediati riferimenti ad elementi del sogno o del mistero, calati però in situazioni che li slegano dalla realtà in cui sono concepiti. Questo intensifica l’effetto di smarrimento per l’osservatore che, riconoscendo i singoli soggetti, cerca invano i riferimenti per la comprensione del paradosso su cui si ritrova a posare il proprio sguardo.
A fare di questo dipinto un tassello fondamentale della produzione dell’artista è infatti l’utilizzo di pochi e semplici elementi canonici, che ritroviamo in altre opere, contenuti nelle grandi collezioni private o in quelle museali. Primo fra tutti il cielo, che solitamente è azzurro e occupa almeno metà della superficie delle tele di Magritte, talvolta ospita nuvole o altri oggetti, sospesi innaturalmente, come nel caso di “Les Idés claires”. L’opera, venduta dalla casa d’aste Christie’s nel 2006, mostra una nuvola molto simile a quella presente in “La corde sensible” ed è curiosamente compagna di volo di un masso.
Un secondo elemento caratteristico della poetica magrittiana, anch’esso presente nell’opera del 1960 è il bicchiere. Declinato nelle varie forme, è protagonista di un teatrino dal sapore metafisico nel dipinto “Les valeurs personnelles” di otto anni prima. Viene invece posto dall’artista sulla cima di un ombrello aperto, immerso in un etereo spazio rosa ne “Les vacances de Hegel”. La funzione del contenitore in vetro in questo caso è di negare quella dell’ombrello, impedendogli il contatto con l’acqua.
Non ultimo il ruolo del rilievo montano nella composizione di “La corde sensible”, dove permette alle tonalità di verde della valle e quelle dell’azzurro del cielo di unirsi. La montagna è un tema molto utilizzato da Magritte, ad esempio nel dipinto “Le domaine d’Arnheim”, di cui esistono molte varianti, questa assume il profilo di un’aquila, in presenza di un nido contenente delle uova, un altro elemento tipico della pittura dell’artista.
Realizzato da Magritte come dono per la moglie Georgette, “La corde sensible” è uno tra i dipinti ad olio più grandi mai realizzati dal pittore surrealista. Venne poi venduto dalla coppia alla art-dealer Renée Lachowsky e in seguito ceduto a Ronald Winston, figlio del noto gioielliere Harry Wilson, divenendo parte integrante della collezione della famiglia fino al 1990. Nel 1998 l’immagine venne utilizzata dalle poste del Belgio, assieme ad altre opere del pittore, allo scopo di realizzare una serie di francobolli commemorativi del centenario della nascita del pittore.
Ci si aspetta dunque un eccellente risultato per l’opera in catalogo da Christie’s, se la stima presentata dovesse essere confermata in asta, il quadro diventerebbe il dipinto di Magritte più costoso mai venduto, superando il record attuale di 12.659.500 dollari (8.621.119 sterline) ottenuto nel 2002 dalla stessa casa d’asta per l’opera “L’Empire des Lumières”.
Informazioni utili
Christie’s – The Art of the Surreal
Londra, 28 febbraio 2017
Fonte Artprice per quanto concerne il cambio dollaro/sterlina per l’opera “L’Empire des Lumières”.