Wunderkammern Gallery, Milano. Fino all’8 aprile. Le regole della ritrattistica tradizionale sono cambiate. I Miaz Brothers propongono un’altra faccia del ritratto. Gli spettatori diventano autori che con la loro immaginazione, danno un volto alle opere ‘sfocate’ del duo italiano.
Le ‘realtà sfocate’ dei Miaz Brothers hanno un volto sempre diverso. Il duo propone caratteristiche universali per la definizione di un ritratto ma gli elementi caratterizzanti prendono forma grazie all’osservatore che dà un nome e una storia al personaggio con l’immaginazione. Il risultato è il susseguirsi di rappresentazioni sfocate fatte solo di luce e colori e che chiedono a chi guarda di completare il significato.
I fratelli presentano una nuova riflessione. Se in passato farsi ritrarre era sinonimo di prestigio e mezzo per immortalare in maniera analitica una personalità, i Miaz Brothers ribaltano le gerarchie. Quelli del duo italiano sono ‘ritratti democratici’ che perdono quel carattere di esclusività ed analiticità. Chi guarda dopo aver affrontato quella sfocatura che sembra in apparenza appannare la vista, può ritrovare un volto a lui più familiare. Il ritratto da lavoro meccanico diviene un pretesto per dar sfogo alla propria immaginazione.
Prima il successo dell’arte si determinava grazie alla capacità del maestro di riportare in maniera quasi mimetica i soggetti reali. Adesso è l’astrazione a dominare la scena. L’artista contemporaneo oggi è in grado di raccontare un messaggio attuale con pochi mezzi a disposizione e coinvolgendo lo spettatore. Quest’ultimo non è più semplice contemplatore ma che partecipa attivamente alla definizione dell’opera completandone il messaggio. Eppure dietro alle opere dei Miaz Brothers si nasconde un messaggio anche legato al ruolo delle immagini nella società attuale.
Il mondo tecnologico e dei social network propone una realtà oggettiva e riccamente documentata. Le persone sono analiticamente registrate e in maniera costante. L’era della comunicazione ha reso l’anonimato quasi un privilegio. In questo continuo fluire d’immagini sempre più dinamiche, sempre più dettagliate, i Miaz Brothers scelgono di andare controcorrente. Propongono opere che non hanno volto, che hanno bisogno di una ricezione ed elaborazione più lenta. Lo spettatore davanti ad uno dei ritratti può guardarsi dentro e come una sorta di specchio, può dotare quel volto di ciò che più lo ‘assomiglia’. Così da superfici che sembrano apparentemente esprimere ‘ritratti universali,’ colui che osserva può ritrovare se stesso o comunque raccontare una nuova storia.
Miaz Brothers (Milano, 1965 e 1968)
I Miaz Brothers vivono e lavorano a Valencia, Spagna. Vincitori del prestigioso 5° Premio Arte Laguna sezione Pittura nel 2011 e dell’Amposta Museum of Contemporary Art International Biennial Prize nel 2010, gli artisti hanno esposto a Thetis negli spazi dell’Arsenale di Venezia e vantano mostre in importanti gallerie e fiere d’arte internazionali. Hanno inoltre favorito luoghi espositivi non convenzionali per la potenzialità di questi ambienti di incoraggiare una reazione spontanea del pubblico. Ad inizio carriera i due fratelli hanno viaggiato in tutto il mondo ed esplorato diverse tecniche artistiche, tra le quali video, pittura e fotografia. Gli artisti sono celebri per il loro approccio innovativo e originale al ritratto: attraverso un uso sapiente degli acrilici producono opere enigmatiche ed evocative, nelle quali la rappresentazione appare completamente sfocata. Stimolando associazioni mnemoniche e personali nella mente dell’osservatore, il loro lavoro aspira ad attivare la nostra percezione visiva e cognitiva.
Informazioni utili
Miaz Brothers, Hazy state of affairs
Via Ausonio 1A, Milano
a cura di Giuseppe Ottavianelli
16 febbraio – 8 aprile 2017
WUNDERKAMMERN
Via Ausonio 1A, Milano
ingresso libero
orari di apertura: dal martedì al sabato dalle 11 alle 19