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Harraga – Quelli che bruciano le frontiere

Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli Deserto del Sahara, confine tra Egitto, Libia e Sudan, maggio 2014.Un gruppo di profughi eritrei attraversa il deserto
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Deserto del Sahara, confine tra Egitto, Libia e Sudan, maggio 2014.Un gruppo di profughi eritrei attraversa il deserto
©Giulio Piscitelli/Contrasto

Harraga. Giulio Piscitelli da Forma Meravigli a Milano fino al 26 marzo 

Giulio Piscitelli ha monitorato passo dopo passo, il cammino dei migranti dalle rotte africane verso l’Europa, dalla Francia all’Italia fino alla rotta balcanica. Un documento di fotografia fotogiornalistica vera e toccante che ha conquistato la giuria della tredicesima edizione del Premio Amilcare Ponchielli, istituito dal Gruppo Redattori Iconografici Nazionale, l’associazione dei Photo editors che promuove senza sosta il valore e la qualità della fotografia. Un progetto ancora in progress, in mostra con il titolo Harraga a Milano, da Forma Meravigli a cura di Giulia Tornari, fino al 26 marzo (www.formafoto.it) e accompagnato dal volume Harraga. In viaggio bruciando le frontiere edito da Contrasto.

Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Mar Mediterraneo, aprile 2011. Oltre 100 migranti tunisini imbarcati dal porto di Zarzis attraversano lo stretto di Sicilia verso Lampedusa.
©Giulio Piscitelli/Contrasto

Per Giulio Piscitelli, napoletano, 36 anni, “La mostra è parte di un lavoro legato all’emigrazione che è aggiornato ai nostri giorni e mentre il libro Harraga in qualche modo mette il punto a un discorso un po’ più lungo sulla questione emigrazione, la mostra prende vita in continuazione e preannuncia i prossimi step. La fotografia esposta da Forma Meravigli non nasce come un lavoro progettuale ma come una daily news sulla questione dell’emigrazione e solo a partire dal 2011- 2012 ho cominciato a ragionare in un’ottica più concettuale cercando di capire come ampliare questo portfolio di immagini”.

Ma quali sono le origini di questa idea di approfondimento abbastanza originale sulla crisi migratoria? “La prima cosa più importante per me era studiare il fenomeno e comprenderlo e per me la fotografia è stato un mezzo importante per uscire dall’ignoranza. Mi sono aggrappato alle persone che ho raccontato perché mi davano studio e informazione . Per me era come aprire un libro per arrivare ai fatti sia dal punto di vista fotografico, sia dal punto di vista umano. Ed è stata una scuola di umanità, di fotografia di giornalismo e di memoria” risponde Piscitelli.

Questo tema così attuale interessa i fotografi di tutto il mondo. Come hai individuato la tua ricerca più personale? “Ho trovato non solo la storia ma una realtà. Oggi la migrazione la raccontano un po’ tutti. Nel 2011 quando andai in Tunisia per fare fotografie in uno dei più ampi campi profughi alle porte dell’Europa, dove arrivava gente dalla Libia, ero in compagnia di tanti fotografi e mi resi conto subito della necessità di inventare una narrazione diversa, più articolata o tanto valeva finire le foto e tornare in Italia. E, proprio dopo il mio ritorno a casa, ho cominciato a pensare a un racconto che prendesse il via dall’Italia. Queste storie erano a Rosarno, a Castel Volturno, un bagaglio di informazioni e un capitolo più originale sul fenomeno migratorio. Il mio approccio e il mio intento erano guardare tutto con occhi più attenti“.

Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Gerba, Tunisia, marzo 2011. Alcuni migranti tunisini sulla spiaggia dalla quale si imbarcheranno per Lampedusa
©Giulio Piscitelli/Contrasto

Un capitolo dopo l’altro per documentare lo sfruttamento e poi nuovamente a ritroso nel cammino dei migranti verso le enclave spagnole di Ceuta e Melilla? “Cercai nuovamente di allontanarmi dall’Italia perché il fenomeno continuava a crescere e, tra il 2013 e il 2014 si parlava di una rotta balcanica e dei problemi ai confini dell’Europa e così ho ampliato il mio punto di vista e ho allargata la mia ricerca anche all’altro confine, il confine sud, quello di Melilla, in Marocco dove c’è tuttora un’enorme problematica legata a quella dei flussi migratori con le recinzioni e l’innalzamento dei muri”.

Il viaggio fotografico di Harraga nello spazio di Forma Meravigli continua con l’attraversamento del deserto dei profughi del Corno d’Africa, ai siriani, iracheni e afghani che approdano sulle isole greche nella speranza di raggiungere l’Europa fino ad arrivare alla rotta nei Balcani. A completare la mostra e per spiegare nel dettaglio la migrazione contemporanea, le fotografie nelle sale dello spazio, si alternano alle mappe originali dei flussi migratori del geografo e cartografo francese Philippe Rekacewicz.

E per riflettere sulla fotografia che costituisce la memoria della grande problematica dell’emigrazione, il 23 marzo alle 18,30 Forma Meravigli con la collaborazione del GRIN organizza un’ incontro intitolato: Sulla strada. Migranti e senza dimora nello sguardo di tre generazioni di fotografi con Alessandro Grassani, Uliano Lucas, Rocco Rorandelli, Luca Rotondo e Rossella Miccio, Coordinatore Ufficio Umanitario di Emergency e, con l’occasione, verrà annunciato il bando della prossima edizione del Premio Amilcare G.Ponchielli.

SFOGLIA LA GALLERY:

Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Idomeni, Grecia, dicembre 2015. Migranti e profughi in attesa di attraversare il confine tra la Grecia e Macedonia.
©Giulio Piscitelli/Contrasto
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Qayarat Tubiyah, novembre 2016. Civili in fuga dalle aree controllate dall'Isis attraversano il fiume Tigri per raggiungere un'area controllata dagli iracheni.
©Giulio Piscitelli/Contrasto
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Mosul, novembre 2016. Operazione dell'esercito iracheno nel distretto di Tahrir nel corso della battaglia per liberare la zona dai combattenti dell'Isis
©Giulio Piscitelli/Contrasto
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Calais, Francia, novembre 2015. Tende nel campo profughi vicino alla città
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Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Melilla, Spagna, agosto 2014. Immigrati subsahariani cercano di scavalcare la rete di confine tra Spagna e Marocco.
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Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Röszke, Ungheria, settembre 2015. Migranti appena arrivati dalla Serbia in attesa di essere trasportati, in autobus, nel campo profughi del governo ungherese, dove saranno registrati e schedati.
©Giulio Piscitelli/Contrasto
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Idomeni, Grecia, dicembre 2015. Migranti aspettano da ore di attraversare il confine tra Grecia e Macedonia
©Giulio Piscitelli/Contrasto
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Gerba, Tunisia, marzo 2011. Alcuni migranti tunisini sulla spiaggia dalla quale si imbarcheranno per Lampedusa.
©Giulio Piscitelli/Contrasto
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Mar Mediterraneo, aprile 2011. Oltre 100 migranti tunisini imbarcati dal porto di Zarzis attraversano lo stretto di Sicilia verso Lampedusa
©Giulio Piscitelli/Contrasto
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
Deserto del Sahara, confine tra Egitto, Libia e Sudan, maggio 2014.Un gruppo di profughi eritrei attraversa il deserto.
©Giulio Piscitelli/Contrasto
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli

 

Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli
24 febbraio – 26 marzo 2017

Forma Meravigli
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Via Meravigli, 5
20123 Milano
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