The Dinner, borioso dramma borghese con protagonista Richard Gere tratto da un best seller internazionale.
Non bastava l’adattamento italiano (I nostri ragazzi di Ivan De Matteo, 2014) e quello tedesco (Het Diner di Menno Meyjes, 2013), La cena, il successo letterario di Herman Koch, può vantare ora anche una versione hollywoodiana: The Dinner.
Questa volta la trasposizione sul grande schermo è a opera di Oren Moverman che, dopo Gli invisibili (Time Out of Mind) del 2014, torna a lavorare con Richard Gere. In quel caso la missione dei due era quella di portare alla ribalta il problema (sociale e morale) dei senza tetto. Una missione di sensibilizzazione, come giustamente si confà ai ricchi con molto tempo libero.
Con The Dinner, Moverman e Richard Gere tornano a trattare lo stesso tema, partendo da spunti e prospettive diverse, esterne. In questo caso i protagonisti sono dei carnefici (materialmente e moralmente) che tutto avrebbero voluto nelle proprie vite tranne che pensare ai senza tetto. Sarà una “bravata” dei loro figli a metterli di fronte a un “grattacapo” del quale cercheranno di venire a capo durante una cena in ristorante fancy.
Insomma, una ricca famiglia borghese alle prese col dramma di avere dei figli annoiati e deficienti. Il segreto del successo di un prodotto come The Dinner è far sentire la gente in dovere e in diritto di esprimere la propria opinione su un tema “provocatorio”, come nel salotto di un talk show in cui gli opinionisti litigano sul fatto di cronaca del giorno. L’atmosfera che si respira è quella.
La regia, in sospeso tra la fotografia patinata e un montaggio da videoclip post-moderno, procede lenta e si muove annoiata tra un personaggio all’altro, ognuno impegnato in una personalissima gara per vincere il trofeo del più insopportabile.
Un film logorroico, con -in parte- un impianto teatrale, ma senza il ritmo e il gusto per condurre una vicenda problematica, spinosa, in maniera convincente e compiuta. Dispiace per Laura Linney (Animali Notturni, Sully, Mr. Holmes, The Big C), attrice magnifica troppo spesso relegata in ruoli secondari o un film bruttarelli, come questo. Richard Gere invece, ormai, recita solo sbattendo gli occhi (one blink for yes, two for no).