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I cent’anni di Mario Nigro alla galleria Dep Art di Milano

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Ancora pochi giorni per visitare la mostra “Le strutture dell’esistenza” dedicata a Mario Nigro, organizzata dalla galleria Dep Art che ha voluto omaggiare l’artista, nel centenario della nascita, con un’esaustiva e raffinata esposizione di dipinti su tela e opere su carta degli anni Cinquanta e Sessanta, un dialogo perfetto negli ampi spazi della galleria.

Le opere degli anni ’50 sono caratterizzate da fitte aggregazioni reticolari che tendono alla saturazione della superfice, che diventa così tassello di qualcosa di ampliabile, poste in dialogo con lavori degli anni Settanta, nei quali si concretizzano gli studi sulla linea, protagonista indiscussa delle strutture dell’artista, cos’ che le strutture reticolari, complesse e vibranti, sono poste in dialogo con le linee essenziali caratterizzate da spazi meditati e silenzi meditati, confermando che Nigro non si è mai posto il problema di come riempire o impiegare lo spazio della tela e che tutto il suo procedere resta in bilico fra ricerca del progetto e libertà d’azione, fra caos e ordine, fra strutture che si nutrono dell’esistenza ed esistenza stessa.

Mario Nigro si è sempre distinto per la sua poetica rigorosa e per la costante ricerca pittorica basata sul colore retta da strutture in divenire, in grado di evolversi sino alla saturazione totale dello spazio dell’opera così come capaci di sfaldarsi, arrivando ad una riduzione minimale e drastica degli elementi che le caratterizzano.

“Mi pare che in conclusione mi posso considerare veramente un pittore, nel senso più classico e più essenziale del termine, perché l’obiettivo, reso sempre con maggiore evidenza nel progredire, o comunque nell’evolversi delle mie ricerche, è quello di valorizzare l’elemento fondamentale della pittura, cioè il cromatismo, di liberarlo da tutto quel bagaglio di cultura e di pregiudizi che ne ostacolano l’individuazione poetica e di dargli quel valore di aderenza alla psiche umana per cui la sua essenzialità alienante non è altro che il riflesso dell’esigenza dell’alienazione dell’amore, cosicché si può parlare di ‘metafisica del colore” scrive Nigro nel 1975 a proposito del suo lavoro.

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Mario Nigro nasce a Pistoia nel 1917, si trasferisce prima ad Arezzo e poi a Livorno, dove inizia le sue prime esperienze artistiche, particolarmente eclettico suona il pianoforte e il violino ed a laurearsi in due diverse discipline :Chimica e Farmacia).. Nel 1945 fonda insieme a Voltolino Fontani e altri pittori livornesi il Gruppo artistico moderno (G.A.M.). Nel 1949 aderisce al Movimento Arte Concreta (MAC) di Gillo Dorfles. Nel 1950 realizza i “Pannelli a scacchi iterativi e simultanei” che vengono esposti a Parigi. Nel 1952 esegue le iterazioni ritmiche progressive simultanee in variazione monocroma. Il suo astrattismo geometrico assume dunque forma reticolare. Nel 1958 si trasferisce a Milano, due anni dopo subisce un grave incidente di auto che lo menoma in modo permanente, ma continua a lavorare, nel 1961 esegue i “Collages vibratili modulari”. Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia. Nel 1965 realizza le strutture del “Tempo totale”, le colonne ambientali e i componibili modularii. Nel 1968 viene invitato ad esporre in una sala personale alla Biennale di Venezia, a cui parteciperà altre volte. A metà anni settanta realizza le “strutture fisse con licenza cromatica”. Seguono la serie del Terremoto, degli Orizzonti, delle Orme, dei Cipressi, dei Dipinti Satanici, delle Meditazioni e delle Strutture ad inchiostro. Celebrato in molte rassegne artistiche internazionali, tra cui nel 1971 a Münster (“Arte concreta. Die Italienische Konstruktivismus”), Mario Nigro muore a Livorno nel 1992. Nel 1993 la Biennale di Venezia gli rende omaggio con una mostra.

Le strutture dell’esistenza MARIO NIGRO
fino al 10 giugno 2017
Galleria Dep Art
Via Comelico, 40, 20135 Milano
CURATORI: Federico Sardella
www.depart.it

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