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Antologica di Vincenzo Agnetti a Milano. Nelle pieghe del linguaggio concettuale

Vincenzo Agnetti, Ritratto di uomo. 1971 (75 x 100 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti Vincenzo Agnetti, Ritratto di uomo. 1971 (75 x 100 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Ritratto di uomo. 1971 (75 x 100 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Ritratto di uomo. 1971 (75 x 100 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti

Trasformare la parola in immagine e l’immagine in poesia

Palazzo Reale di Milano. A cent’anni da adesso. Un’analisi critica e “sentimentale” volta a riscoprire l’universo artistico di Vincenzo Agnetti (1926-1981) cogliendone l’originalità, il rigore critico, la poetica e la straordinaria contemporaneità. Un centinaio di opere, realizzate tra il 1967 e il 1981, che nel loro insieme restituiscono un’immagine chiara del percorso dell’artista: la sua tensione poetica e visionaria, lo spiccato interesse per l’analisi dei processi creativi e per l’arte come statuto, il suo ruolo di investigatore linguistico e di sovvertitore dei meccanismi del potere, inclusi quelli della parola scritta, detta, tradotta in immagini limpide ed evocative, perché per Agnetti tutto è linguaggio: “Immagini e parole fanno parte di un unico pensiero. A volte la pausa, la punteggiatura è realizzata dalle immagini a volte invece è la scrittura stessa”. Un’antologica dedicata al grande artista concettuale italiano che ha trasformato la parola in immagini iconiche e l’immagine in poesia. Dal 4 luglio al 24 settembre 2017 a Palazzo Reale di Milano per ripercorrere il sentiero mentale di Agnetti, affidandosi al filo logico del discorso artistico che impone associazioni e salti tra periodi diversi per condurre il visitatore tra le pieghe del processo creativo.

Vincenzo Agnetti, Autoritratto, 1971 (120 x 80 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Autoritratto, 1971 (120 x 80 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, XIV-XX secolo, 1970 (4 tele di 80 X 75 cm ciascuna). Courtesy collezione privata
Vincenzo Agnetti, XIV-XX secolo, 1970 (4 tele di 80 X 75 cm ciascuna). Courtesy collezione privata

La parola in tutte le sue opere non si limita dunque ai rapporti semiologici, come spesso accade nell’arte concettuale di quegli anni, piuttosto realizza immagini, suggerisce indagini, costruisce narrazioni. Agnetti utilizza il paradosso visivo e concettuale per creare cortocircuiti interpretativi pronti per essere elaborati e rivisitati dall’osservatore, affidando al pensiero di chi guarda lo sviluppo e il senso di quanto ha scritto e immaginato. Per lui è sempre stato importante che il visitatore continuasse a vedere la mostra, con gli occhi della mente, anche dopo essere uscito dalla galleria.

La parabola artistica di Agnetti è stata breve, muore a soli 54 anni nel 1981, ma così intensa e tumultuosa da rendere difficile tenerne le tracce in maniera compiuta. Per questo, forse, è in realtà ancora poco conosciuto e quindi da riscoprire nella sua poliedrica complessità; la mostra A cent’anni da adesso va in questa direzione.

Vincenzo Agnetti, Ritratto, 1971 (80 x 120 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Ritratto, 1971 (80 x 120 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti

ALCUNI LAVORI IN MOSTRA:

Quando mi vidi non c’ero il suo Autoritratto: feltro grigio inciso a fuoco e colorato in compagnia di altri feltri, Ritratti ePaesaggi.

-Gli Assiomi: bacheliti nere incise con colore a nitro bianco che, attraverso paradossi, tautologie, illuminanti sintesi di pensiero, sono il contrappunto analitico della sua produzione.

-Il Libro dimenticato a Memoria, l’opera che maggiormente sintetizza la sua ricerca sulla memoria e la dimenticanza.

Vincenzo Agnetti, Frammento della tavola di Dario tradotta in tutte le lingue del mondo, 1973 (50 x 120cm). Courtesy Osart Galerry
Vincenzo Agnetti, Frammento della tavola di Dario tradotta in tutte le lingue del mondo, 1973 (50 x 120cm). Courtesy Osart Gallery

-La Macchina Drogata, la calcolatrice Divisumma 14 della Olivetti i cui numeri sono stati sostituiti con altrettante lettere dell’alfabeto, facendo seguire ad ogni consonante una vocale in modo che tutte le parole ottenute casualmente dalle operazioni, anche se prive di senso logico, fossero comunque supporto di intonazione, Da semplice calcolatrice incapacitata a svolgere la sua funzione diventa produttrice di opere d’arte dal forte impatto pittorico e iconico. E accanto alla macchina drogata troviamo infatti una parte della sua produzione: semiosi, comete, dissolvenze e la bellissima istallazione dell’Apocalisse.

Vincenzo Agnetti, Ritratto di amante, 1971 (80 x 120 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Ritratto di amante, 1971 (80 x 120 cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Surplace, 1979. Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Surplace, 1979. Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Assioma, Dato un oggetto qualsiasi esso sarà comunque il punto di partenza e di arrivo di un numero infinito di discorsi, 1970 (70 x 70cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Assioma, Dato un oggetto qualsiasi esso sarà comunque il punto di partenza e di arrivo di un numero infinito di discorsi, 1970 (70 x 70cm). Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Ritratto di uomo, 1971 (80 x 120 cm) Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Ritratto di uomo, 1971 (80 x 120 cm) Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti, Autotelefonata (yes), 1972 (40 x 126 cm) Courtesy Collezione Emilio e Luisa Marinoni
Vincenzo Agnetti, Autotelefonata (yes), 1972 (40 x 126 cm) Courtesy Collezione Emilio e Luisa Marinoni

Informazioni utili

VINCENZO AGNETTI. A cent’anni da adesso

Milano, Palazzo Reale

4 luglio – 24 settembre 2017

Ingresso gratuito

Orari:

lunedì: 14.30-19.30

martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30

giovedì e sabato: 9.30-22.30

(ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)

 

Siti internet:

www.palazzorealemilano.it

www.vincenzoagnetti.com

Catalogo: Silvana Editoriale

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