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Heartstone, coming of age sotto il cielo d’Islanda

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HEARTSTONE_mix_festivalHeartstone, coming of age sotto il cielo d’Islanda, è il vincitore della trentunesima edizione del Festival MIX.

Heartstone (Hjartasteinn) è il vincitore della trentunesima edizione del Festival MIX Milano. Il film, diretto dal regista islandese Guðmundur Arnar Guðmundsson, era stato presentato in anteprima mondiale alla 73ª Mostra del cinema di Venezia, nella selezione ufficiale delle Giornate degli Autori, dove ha vinto il Queer Lion.

Sotto il cielo d’Islanda Heartstone racconta il difficile coming of age di Thor e Christian, due ragazzini poco meno che adolescenti alle prese con la scoperta di sé stessi.

Il giovane regista islandese (classe 1982) fa il sue debutto sul grande schermo in grande stile. Allestisce una storia diretta al contempo in maniera delicata e dura, così come può essere la natura, così come può essere l’adolescenza sullo sfondo di un’estate turbolenta in uno sperduto villaggio di pescatori.

Presentato nel 2016 alla Mostra del cinema di Venezia, Heartstone racconta di un’Islanda come “un luogo pieno di contrasti, dove il sole splende più a lungo possibile durante l’estate e il meno possibile in inverno, [in cui] la natura e la gente possano essere incredibilmente belle e incredibilmente crudeli allo stesso tempo”.
Gudmundsson riesce alla perfezione nel suo intento: “ritrarre i giovani in modo veritiero, chiaro, bello e talvolta aspro”.HEARTSTONE_mix_festival

Con mano sicura lo sguardo del regista si muove tra i paesaggi di un’Islanda aspra e catartica, selvaggia e primitiva. I protagonisti si guardano, si indagano, esplorano il proprio corpo in cerca dell’età adulta, annunciata ma che ancora si fa attendere. Le ragazze loro coetanee sembrano aver già tutto ben chiaro, sono spigliate e irriverenti, scostumate quasi, Thor e Christian invece, timorosi perfino di uno sguardo in più, uno sguardo diverso, sono oppressi da un’incredibile confusione.

Quest’anno il Festival MIX di Milano, festival di cinema gaylesbico & queer culture, giunto all’edizione n° 31, ha puntato l’obiettivo sugli adolescenti, sulla scoperta di sé, indagando quel difficile periodo in cui diventare adulti comporta la scoperta di un mondo interiore, a volte spaventoso e dagli abissi imperscrutabili.
Tra gli altri film in concorso ad esempio il bellissimo Center of my world e 1:54. Al centro sempre l’adolescenza, lo scoprirsi gay, i primi amori, l’amicizia e il bullismo.

Heartstone si è distinto sugli altri per compiutezza e poesia, rivelandosi un film al contempo contemporaneo e universale, un esito particolarmente felice, cinematograficamente parlando, che riporta alla mente una Sofia Coppola particolarmente in forma e in trasferta nordica.
Ottime e convincenti le performance dei giovani protagonisti, Søren Malling e Gunnar Jónsson.

Per stessa ammissione del regista questo è il ritratto di un’Islanda che non c’è più, l’omofobia pare essere solo un ricordo, per quanto recente:  “ho 34 anni e certamente l’Islanda di oggi è aperta sul fronte dell’accettazione e del rispetto, tra l’altro chi fa commenti omofobi viene considerato semplicemente uno stupido. 10 anni fa però non era così, è un tema che si è evoluto molto velocemente. Quando avevo 13 o 14 anni sicuramente eravamo più omofobi, mentre oggi sono una piccola minoranza”. HEARTSTONE_mix_festivalHeartstone pecca un po’ nella lunghezza e, come ogni film bello, per quanto bello, con 10 minuti in meno sarebbe stato ancora più bello, ma è un film di raro fascino e di estrema forza.
Al suo interno tutte le forze contraddittorie della natura dove, come in Joga di Björk, l’immensità vertiginosa degli orizzonti islandesi riflette quella di un’interiorità fatta di solitudine e paura. La vera sfida è sopravvivere a sé stessi.

Al momento, purtroppo, nessun segno da parte dei distributori italiani.

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