Nell’Europa di fine Ottocento una piccola città come Venezia riesce ad affermarsi tra le grandi capitali della cultura e ad attirare su di sé molta attenzione. Nel 1895 ha inizio la Biennale, prima grande apertura dell’arte italiana e luogo di confronto internazionale per gli artisti. Oltre ad essa la città vede la nascita della Fondazione Bevilacqua La Masa i cui giovani artisti cominciano ad esporre le loro opere nel palazzo di Ca’ Pesaro sul Canal Grande. Una città in fermento, dunque, aperta all’Europa e al cambiamento.
Un artista che comincia la sua carriera proprio nella Venezia di fine Ottocento è Teodoro Wolf Ferrari (1878-1945). Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, con maestri del calibro di Guglielmo Ciardi, si trasferisce a Monaco di Baviera dove assimila la cultura delle Secessioni ed espone le sue opere in diverse mostre. Molto influenzato dal panorama del Modernismo e delle arts&crafts, egli si interessa non solo alla pittura ma anche al vetro, alla realizzazione di gioielli, vetrate, arredamenti e altri oggetti, mostrando subito la sua volontà di sperimentare.
Tornato a Venezia entra a far parte del gruppo L’Aratro insieme ad altri giovani artisti; basando le loro opere sulla decorazione essi volevano rivendicare all’arte una valenza artigianale. In questi anni Teodoro Wolf Ferrari fu coinvolto in due esperienze, quella “secessionista” di Ca’ Pesaro e quella più internazionale della Biennale. Grazie alla sua presenza sempre attiva in città e alla sua attenzione alle arti applicate fu un artista all’avanguardia e diventò un importante punto di riferimento nel panorama artistico veneziano.
Fin da piccolo l’artista era solito trascorrere le vacanze nella cittadina trevigiana di San Zenone degli Ezzelini; il legame con questo paese diventò sempre più intenso, tanto che negli anni Venti egli vi si traferì stabilmente e qui restò fino alla morte. Teodoro Wolf Ferrari conosceva alla perfezione questa cittadina e ogni collina, monte, famiglia, casa gli erano familiari. L’artista si dedicò alla rappresentazione di queste terre a lui care e scelse il vicino monte Grappa come protagonista di molte composizioni. Egli come i pittori impressionisti era solito rappresentare isoggetti da molteplici angolazioni e con diverse condizioni atmosferiche, quasi a voler mostrare quanto uno stesso luogo variasse e fosse mutevole.Nelle sue opere grande importanza per la resa dei paesaggi è data ai colori; caldi come gli arancioni e i marroni o freddi nelle varie tonalità di verde, essi sono stesi ora con precisione e piccole pennellate di tocco, ora con pennellate sicure e veloci apparendo così corposi e grumosi. In ogni caso la rappresentazione è di grande effetto, in grado di rendere la natura e le sue variazioni.
Si tratta di una pittura completamente diversa rispetto a quella secessionista maturata a Venezia; una pittura più emotiva, sicuramente influenzata dal rapporto intimo che il pittore aveva con questi luoghi, una pittura testimone dell’interiorità di questo artista. Nelle sue opere Teodoro Wolf Ferrari è in grado di rappresentare il paesaggio nella sua essenza e di metterne in evidenza aspetti come la vegetazione, la luce e le sue variazioni, i colori, le particolari condizioni metereologiche. La sensazione, osservando alcuni paesaggi del periodo sanzenonese, è quella di percepire effettivamente il vento, la luce del sole, la freschezza della natura dopo la pioggia, l’odore dei campi, della terra e dei fiori; una pittura che parla di natura, di vita all’aperto e di lavoro, un paesaggio che è in grado di suscitare emozioni e poeticità. Paesaggi della memoria e dell’anima alla ricerca delle radici della vita.
Teodoro Wolf Ferrari è stato un artista particolare e mutevole e incuriosisce proprio per questa sua “doppia personalità”. Durante la giovinezza e gli anni di Ca’ Pesaro e della Biennale egli è stato molto sperimentale, attento alle novità e al cambiamento, mentre con il passare degli anni la sua pittura è diventata più tranquilla e calma nella scelta dei soggetti ma comunque dinamica ed energica per quanto riguarda colori e pennellate. Un artista che è cambiato nel corso degli anni ma che ha continuato ad amare la pittura e l’arte e che proprio attraverso la pittura ha mostrato un altro suo grande amore ovvero quello per il paesaggio e per la terra veneta.