La casa d’aste Finarte, rinata nel 2015 con un nuovo gruppo di investitori dopo il fallimento nel 2012, ha chiuso il semestre con 1,6 milioni di euro ed ora ha acquistato la maison romana Minerva Auctions che fattura ogni anno sei milioni di euro circa. La notizia è stata data dalla collega Roberta Olcese su Il Sole24 Ore. Il prezzo di vendita non è ancora stato comunicato. Quel che è certo è che la strategia è chiaramente volta all’espansione e alla crescita con più dipartimenti che portino a un ritorno economico.
Alla guida della Minerva Auctions c’è Fabio Massimo Bertolo, specialista insieme a Silvia Ferrini per il reparto Libri, Autografi e Stampe. Ora dovrà lavorare insieme a Michele Acquarone neo amministratore delegato di Finarte (nominato lo scorso marzo), proprio con il compito di potenziare la penetrazione di Finarte sul mercato dell’arte italiano.
Minerva organizza vendite annuali che coprono tutti i settori della bibliofilia, dagli incunaboli alle edizioni moderne, dai codici miniati agli illustrati d’ogni secolo, senza trascurare le stampe antiche e moderne, gli atlanti e la cartografia. Un settore sempre presente è quello dei manoscritti e autografi di ogni periodo e genere, nonché archivi e raccolte epistolari di rilevanza storica e culturale. Il reparto segue anche trattative private, perizie per divisioni ereditarie, la valutazione di libri antichi e di intere biblioteche o archivi e stime assicurative. Ma anche aste dedicate all’arte moderna e contemporanea e ai dipinti antichi e del XIX secolo.
Vedremo nel secondo semestre del 2017 come la nuova Finarte saprà integrare le due strutture e dimostrare di sapersi posizionare ad alti livelli del mercato, come lo storico marchio richiede. Finarte, prima del fallimento, era nata nel lontano 1959 per volontà della famiglia dei banchieri Manusardi. Per molti anni è stata gestita da Casimiro Porro, marito della figlia di Manusardi. Negli anni Novanta si era unita al gruppo di Franco Semenzato e successivamente era stata rilevata da Giorgio Corbelli, patron di Telemarket. Gli anni della crisi avevano portato Finarte al fallimento. Il liquidatore, nell’ottica di recuperare più risorse possibili, aveva messo in vendita il marchio acquistato appunto dagli attuali investitori. Oggi il presidente di Finarte è Rosario Bifulco, finanziere e Ad di Mittel società di private equity. L’ultimo socio ad entrare nel capitale dell’attuale Finarte è Francesco Mutti, Ad dell’omonima fabbrica di salsa di pomodori e derivati. Mentre l’unico socio esperto del mercato dell’arte è l’antiquario di origini italiane, ma operante a Parigi, Giovanni Sarti.
Ora, con la acquisizione di Minerva Auctions, il know-how di Finarte compie sicuramente un grosso balzo in avanti.