Il primo appuntamento dopo la pausa estiva da Wannenes a Genova sarà con le due giornate di vendite del 18 e 19 settembre, dedicate agli arredi, dipinti e oggetti d’arte che sono stati riuniti in circa cinquant’anni di appassionata ricerca dal siciliano Ezio Governale, antiquario noto ed appassionato della storia della propria terra, con l’intento di fornire una testimonianza viva della straordinaria stratificazione culturale della Sicilia.
Certo la formazione culturale e le radici di famiglia avranno influenzato le scelte di un collezionismo alto: il nonno materno, Bernardo Patella, artista e bohémien legato agli ambienti culturali parigini che nella seconda metà dell’Ottocento fecero della città la culla del movimento impressionista, tornato a Palermo inizia una felice ed influente attività di mercante d’arte. Presto gli si affiancheranno le figlie Gisella e Sara, e poi arriverà la terza generazione, i figli di Gisella: tra questi Ezio, che doveva riuscire tanto bene nell’unire conoscenza e gusto a quelle doti di affidabilità e discrezione che ne hanno fatto per tanto tempo il consigliere fidato e discreto delle grandi famiglie palermitane e siciliane.
Si segnalano gli arredi decorati in tartaruga, come la grande vetrina del XVIII secolo con interni decorati a fondo oro stimata 8.000 – 12.000 euro, il “cabinet” su tavolo, incorniciato in ebano e realizzato tra il XVIII e il XIX secolo quotato 4.000 – 6.000 euro, o ancora, la bella coppia di cassettoni impiallacciati in ebano viola, elegantemente mossi ed impreziositi dai piani in marmo incassato valutati 15.000 – 25.000 euro.
Un’acquasantiera in argento, rame dorato e pietre policrome, arricchita da una bella miniatura, della prima metà del Settecento e caratterizzata dalla ricchezza di ornati e dalla policromia barocca così caratteristica dei lavori delle maestranze meridionali è valutata 1.000 – 1.500 euro, un imponente crocefisso in avorio (76 centimetri di lunghezza) su di una croce in legno e rame dorato, del XVIII secolo, perfetto esempio della miglior committenza devozionale del tempo è stimato 5.000 – 7.000 euro.
Infine, una variegata selezione di maioliche dell’Italia meridionale, e specialmente siciliane, provenienti dalle fornaci di Burgio, Caltagirone, Palermo, Sciacca e Trapani tra il XVI e il XIX secolo, tra cui l’importante cilindrone in maiolica policroma trapanese del XVIII secolo, decorato con l’arma araldica, forse degli Adamo quotato 1.200 – 1.600 euro. Ma anche qui un segno di quel gusto collezionistico avvertito del quale si è detto: tra tante cose siciliane, un piatto da parata in maiolica, decorato a figura intera e realizzato a Deruta nel terzo quarto del Cinquecento nella bottega del noto Giacomo Mancini, “El Frate”, una scelta basata sulla qualità, da qualunque parte provenga stimato 3.000 – 4.000 euro.
Una parte del catalogo è dedicata a una interessante selezione, con prezzi invitanti, di memorabilia e argenti dalle collezioni dei conti di Chambord: miniature, argenti ed objects de vertu che sono pervenuti agli attuali proprietari per discendenza attraverso i duchi di Parma dalle collezioni di Henri de Chambord (1820-1883).
Nato a Parigi nel 1820 e morto a Lanzenkirchen nel 1883, il conte di Chambord fu re di Francia per pochi giorni nell’agosto del 1830 con il nome di Enrico V: era infatti il figlio postumo di Carlo Ferdinando d’Artois, duca di Berry (secondogenito a sua volta di Carlo X di Francia) e di Carolina di Borbone delle Due Sicilie. Sposato nel 1846 Maria Teresa di Asburgo Este, figlia del duca Francesco IV di Modena, continuò ad essere considerato il legittimo pretendente al trono di Francia, e fu per altro molto vicino (nel 1871) a recuperarlo. Duca di Bordeaux al momento della nascita, assumerà in esilio il titolo di cortesia di conte di Chambord.
Questo piccolo insieme con stime in gran parte d’affezione, costituisce un affascinante spaccato della miglior committenza ottocentesca, qui riferita alla produzione di semplici ma sofisticati oggetti d’uso, quali carnet da ballo, miniature, piccola posateria, medaglioni. Assolutamente particolare è però il bel reliquario in argento dorato e smalti realizzato a Parigi nel 1852. È un caratteristico esempio della produzione in gusto neogotico nella Francia della metà del XIX secolo, elegantemente decorato come è figure di vescovi e santi che si succedono in spazi cadenzati da cornici architettoniche: una volta aperto, le pareti azzurrate conferiscono un aspetto tutt’affatto particolare alla reliquia di Santa Redegonda conservata all’interno. Questo argento, decorato con gli stemmi Borbone-Francia e Asburgo-Este, è completo della sua custodia originale alle armi reali di Francia, e reca una lunga dedica all’interno del coperchio con i nomi ed i titoli dei fedeli realisti che lo donarono a Maria Teresa d’Asburgo Este (stima 2.600 – 3.000 euro). Di grande valore storico una miniatura in avorio del XIX secolo raffigurante Luigi XVIII, re di Francia, con l’ordine del Santo Spirito, entro cornice ovale in legno ebanizzato e metallo dorato, stimata 500 – 800 euro.
DALLE COLLEZIONI DI EZIO GOVERNALE
ASTA 228
18-19 SETTEMBRE 2017
Wannenes
Palazzo del Melograno
Piazza Campetto 2, Genova
ESPOSIZIONE
14-17 SETTEMBRE 2017
10.00 – 13.00 | 14.00 – 18.00