L’Inganno, il nuovo film di Sofia Coppola. Al cinema dal 21 settembre il collegio per signorine per bene di Nicole Kidman e i suoi segreti.
Dopo aver concorso a Cannes per la Palma d’oro, vincendo il Prix de la mise en scène per la miglior regia, L’Inganno, il nuovo film di Sofia Coppola (Il Giardino delle vergini suicide, Lost in traslation), dal 21 settembre arriva anche nelle sale italiane.
Virginia, 1864, Guerra di Secessione. Un collegio sperduto per signorine per bene ammaestrate da una rigida direttrice. Un soldato nemico vivo per miracolo. La formula per il disastro è tutta qui.
Tratto da un romanzo di Thomas Cullinan (A Painted Devil, poi ribattezzato The Beguiled) che aveva già visto una versione per il grande schermo con protagonisti Clint Eastwood e Geraldine Page, il film di Sofia Coppola si muove come sulla superficie di una palude oscura della quale ci è solo permesso percepire la profondità.
Quali sono le reali motivazioni che spingono le protagoniste nelle loro scelte, via via sempre più incoerenti quanto radicali? Il desiderio? Certo. La paura? Anche. Ma qualcosa non torna. C’è dell’altro, sepolto sotto un labirinto di sentimenti contrasti. Il tema è quello dell’ospite. Un sasso che gettato con forza nello stagno ne increspa la superficie e ne smuove il fondo melmoso. Un tema caro alla narrativa contemporanea, letteraria o cinematografica che sia, da Teorema di Pasolini a Chiamami col tuo nome di Aciman (Guadagnino per la versione su grande schermo).
L’Inganno è un film snello, che poco concede convenevoli o lungaggini, tanto è affettato nei toni dei colori e delle luci, tanto è “sbrigativo” nella narrazione.
Pur adottando un punto di vista neutro rispetto al romanzo che, al contrario, è costruito attraverso la pluralità dei punti di vista dei protagonisti, il film si mantiene fedele alle vicende raccontate da Thomas Cullinan, sforbiciando qui e là qualcosa (e qualcuno) quasi a depurare il racconto dagli elementi più disturbanti (e descrittivi), sembrerebbe, ma in realtà sottolineando -per sottrazione- l’ambiguità degli accadimenti.L’Inganno si configura all’apparenza come un film aesthetic, “molto Tumblr”: ricopre l’umanità marcescente dei protagonisti con arredi e suppellettili accarezzati da luz natural (in apparenza), lume di candele e il sole al tramonto, tessuti floreali si accompagnano a stoviglie e porcellane dai delicati colori pastelli, in una magione sudista dallo stile shabby chic, polverosa e tetra, ma studiata per essere completamente irresistibile.
Il cast è in stato di grazia. Nicola Kidman conferma la sua predilezione per i personaggi alteri, Kirsten Dunst, come da tradizione, dà volto alla più disturbata della compagnia. Elle Fanning, già diretta da Coppola padre nel 2011 nel (inserire aggettivo a piacere) Twixt, dal canto suo continua a non sbagliare una pellicola e la vedremo di nuovo in coppia con Nicole nel nuovo film di John Cameron (How to Talk to Girls at Parties).
Colin Farrell, che vedremo di nuovo in coppia con Nicole nel nuovo film di Yorgos Lanthimos (The Killing of a Sacred Deer), poi, perfetto nel ruolo del seduttore sedato.
L’Inganno, nella versione di Sofia Coppola, più che un remake de La notte brava del soldato Jonathan (Don Siegel, 1971) è un nuovo adattamento del romanzo. Una versione forse più pudica, ma non per questo più innocente o innocua.
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