Il 9 novembre alle 18.00 la Galleria David Sorgato di Milano inaugura l’esposizione “Oltre i confini del Tibet”: oggetti, tessuti e sculture che raccontano come il simbolismo tibetano sia un linguaggio sullo spirito umano. Pezzo centrale della mostra è un dipinto tibetano Tangka che ricopre una grande parete e ritrae un Buddha Blu Akshobia che emana luce, calma e consapevolezza. Risale all’inizio del 1800.
“Quando la rabbia ritorna nella mente, nello spazio da cui tutto proviene, le cose si vedono chiaramente come in uno specchio, la realtà viene vista così com’è senza aggiungere o togliere nulla”.
L’Impertubabile Blu é uno dei cinque Buddha Dhyani ricorrenti nei mandala. La loro genesi è antichissima, secondo le tradizioni tantriche esprimono il principio originario dell’universo spirituale. Il Buddha Blu è in meditazione, tocca la terra in segno di testimonianza, esprime la saggezza che trasforma sempre la rabbia, l’odio e l’aggressione. “Than” sta per piano; “Ka” per dipinto. I tangka erano dipinti su tele di cotone che potevano essere arrotolate, erano “dipinti su rotolo”. E’ un decoro paretale da monastero, di una bellezza che esprime la manifestazione del divino; la presenza del colore oro sul fondo è un augurio di pace e di lunga vita, per Buddha pienamente illuminati.
Tra le sculture esposte, che provengono da collezioni private note, si segnalano due teste di Buddha Thailandesi in pietra, una bianca e l’altra nera, risalenti al XVII secolo al periodo Ayutthaya. Ogni monastero buddhista possedeva più di una conchiglia destrogiro per i rituali quotidiani. David Sorgato ne espone una imponente, alta ben 33 cm. E’ uno degli otto simboli di buon auspicio tibetano, rappresenta gli insegnamenti del Buddha che si propagano in tutte le direzioni, come il suono della conchiglia. In Tibet veniva adoperata come recipiente per l’acqua con lo zafferano e come strumento musicale per richiamare i monaci alle riunioni o durante le cerimonie per ricordare le offerte, “puje”. Le puje vengono eseguite per eliminare gli ostacoli spirituali; si potevano dedicare per enfatizzare la pratica meditativa, per una purificazione, per la lunga vita, in caso di morte, per una malattia, per gli affari.
La conchiglia destrogiro è uno strumento di medicina tibetana a cui vengono riconosciute proprietà curative e la capacità di allontanare le forze del male. E’ riccamente decorata in argento, turchesi e lapislazzuli ed è rivestita da una sottile lamina lavorata a sbalzo con la rappresentazione di tutti gli otto amuleti protettivi tibetani. Il nodo infinito, i fortunati pesci d’oro, il parasole, il vessillo di vittoria, la conca destrogiro, la ruota, il vaso della ricchezza e il loto erano amuleti protettivi e sono moderni oggetti di decoro carichi di intenzioni positive e potenti energie antiche.
I tappeti tibetani con il decoro della tigre trasmettono ancora la forza e le virtù morali dei monaci a cui appartenevano; le custodie talismaniche Gau erano altarini da viaggio, proteggevano contro tutte ciò che poteva arrecare danno alla persona. Tra i Gau in mostra, uno in rame con doratura 24K ha decorazioni preziose in lapislazzuli, coralli e turchesi. Al centro è rappresentata Tara, la Signora della Pace Suprema.
Alla ricerca sull’antichità David Sorgato affianca un’esposizione minore contemporanea di fotografie tridimensionali sull’Asia a cura di Alberto Fanelli.
Oltre i confini del Tibet
Inaugurazione: 9 novembre 2017, ore 18.00
Galleria David Sorgato
Via Sant’Orsola 13, Milano
+39 02 86453592
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