Il commento di Martina Adamuccio, critica e curatrice
È terminata domenica 12 novembre la prima edizione di GrandArt, la nuova fiera dedicata all’arte moderna e contemporanea che ha visto la sede di The Mall, già sede di altre fiere di arte, animarsi di appassionati e addetti del settore.
L’evento ha visto finalmente mettere al centro dell’attenzione le arti in senso stretto. Ci avevano promesso una fiera solo di pittura e di scultura, e la promessa è stata in parte mantenuta. A parte i soliti furbetti che hanno presentato nei loro stand anche qualche fotografia, non rispettando i canoni richiesti dal comitato, la fiera è stata di parola.
Molto interessante l’omaggio riservato a Gianfranco Ferroni (Livorno 1927 – Bergamo 2001), figura di rilievo del Realismo esistenziale. Abbiamo potuto ammirare 15 opere dell’artista e del suo modo di vedere l’essenza stessa nel reale. Ogni sua opera ci spalanca la porta verso un nuovo universo da esplorare e comprendere, un vero “Teorema da risolvere”.
Una vasta selezione di artisti storici. Un piacere fermarsi a vedere stand con opere di Guttuso, Sironi, Morandi ma anche tanti altri.
Delusa un pochino da gallerie che a mio parere potevano portare e puntare su altri artisti della loro scuderia.
Bollini rossi presenti, segno forse che dovremmo iniziare a fermarci ogni tanto a pensare che vanno bene gli sperimentalismi ma la pittura ritornerà sempre a sottolineare il suo posto nel grande capitolo della storia dell’arte.
Angelo Crespi, giornalista, critico e parte del comitato scientifico della fiera ha dichiarato: “vuole essere una fiera che omaggia la tradizione pittorica italiana in una città, Milano, che ha visto nascere e affermarsi alcuni importantissimi movimenti artistici, come lo Spazialismo di Lucio Fontana, l’arte cinetica, l’arte nucleare, il Realismo esistenziale e altri ancora, ma anche vent’anni di distanza da quell’Officina milanese che aveva nella figurazione la sua cifra espressiva più caratteristica”.
Ammettiamolo, per noi amanti della pittura vera, del disegno come massima espressione creativa e grammatica stessa della storia dell’arte, questa fiera è stata una piccola rivincita.
Ci congratuliamo con GrandArt e i suoi organizzatori, e speriamo di riuscire a mantenere questa freschezza in una eventuale prossima edizione. Perchè in fondo ricordiamoci che noi crediamo “in Michelangelo, Velázquez e Rembrandt; nel potere del disegno, nel mistero del colore, nella redenzione di tutte le cose per mezzo della sempiterna bellezza, e al messaggio dell’arte che ha reso quelle mani benedette.” (George Bernard Shaw)