Per il 50° anniversario dell’ Arte Povera, Sotheby’s Milano presenta un gruppo di opere storiche. L’asta è in programma per il 29 e il 30 novembre e offre oltre 110 lotti. L’esposizione della opere inizia domani, sabato 25 novembre, nelle sale di Palazzo Serbelloni e prosegue fino a mercoledì 29.
Per la copertina del catalogo si è scelto così un quadro specchiante del 1975, realizzato con tecnica serigrafica su acciaio inox lucidato a specchio, di Michelangelo Pistoletto Il Fotografo (cm 120×70) che stima €280.000-350.000. Questa è una particolare tecnica serigrafica, messa a punto da Pistoletto tra il 1971 e il 1973. L’artista la utilizza a partire da queste date per trasferire sulla lastra d’acciaio riflettente le immagini “fisse” che, insieme a quelle riflesse, interagiscono nei suoi quadri specchianti. L’opera in asta reca al verso un’iscrizione manoscritta dall’artista, in cui si evidenzia che il “vero fotografo” a cui Pistoletto fa riferimento è Paolo Mussat Sartor (1947-) celebre fotografo torinese, noto sia per la sua personale ricerca artistica, sia per la sua collaborazione con gli artisti dell’Arte Povera. La collaborazione di Mussat Sartor con Pistoletto inizia verso la fine degli anni Sessanta e riguarda non solo la documentazione fotografica delle mostre e delle performance, ma anche, e soprattutto, la realizzazione delle fotografie che Pistoletto utilizza per i suoi quadri specchianti anche se questo quadro specchiante non va tuttavia inteso come il “ritratto” di Mussat Sartor.
Infatti, a partire dai primi quadri specchianti del 1962, Pistoletto utilizza come soggetti, familiari, conoscenti, amici e artisti che frequentano il suo studio. I loro nomi non sono quasi mai indicati nei titoli delle opere, nei quali si fa invece riferimento, come nel nostro caso a Il Fotografo, oppure ad esempio, nel caso di un “Uomo appoggiato” (1966), oppure di un “Uomo che guarda un negativo” (1967), anche se i nomi delle persone fotografate sono noti, come appunto, Mussat Sartor, il gallerista Gian Enzo Sperone e Alighiero Boetti.
Dopo il record londinese di ottobre registrato per un arazzo di Alighiero Boetti (Addizione, 1982) venduto per oltre 2 milioni e mezzo di euro, ora saranno in vendita a Milano tra la Evening e la day sale ben 14 sue opere, alcune di queste iconiche come “Alternando da uno a cento e viceversa” del 1977-78 arazzo che si colloca al centro del periodo di grande sperimentazione di Boetti (est €400.00-600.000) e “Senza titolo”, grande arazzo del 1988, stimato €250,000-350,000.
A dieci anni dalla scomparsa di Salvatore Scarpitta, sono incluse in catalogo due opere storiche: “Goal Tender”, già di collezione americana (est.€ 180.000-250.000) e “Gravity”, un’importante opera della serie bende del 1963 che oggi proviene da una collezione europea e fu già nella raccolta milanese di Beatrice Monti von Rezzori che aprì nel 1955 la galleria dell’Ariete, nevralgico punto milanese di incontri internazionali. “Gravity” ha una stima di € 450.000-600.000.
Un’altra nota caratteristica di questa prossima vendita milanese è la proposta di numerosi lavori acquistati direttamente agli artisti da collezionisti-amici, come “Il crocefisso” del 1953, un bronzo di Lucio Fontana (est.€ 150.000-250.000), la ceramica riflessata del 1965 sempre di Fontana (est.€ 120.000-180.000) , una “Superficie bianca” del 1979-80 di Enrico Castellani (est.€ 450.000-650.000) e “La combustione plastica CP 8” del 1964 di Alberto Burri, stimata €280.000-350.000. Si ricorda il recente successo dell’artista di Città di Castello a New York quando durante la Contemporary Art Evening Auction dell 16 novembre il suo Nero Plastica L.A., uno dei rari esemplari della serie Nero Plastica di grandi dimensioni e tra i capolavori in mostra nel 2016 al Solomon R. Guggenheim Museum, Alberto Burri: The Trauma of Painting acquistato dal collezionista Samir Traboulsi per 10,953,500.
La terracotta policroma smaltata (h cm 122) di Leoncillo del 1949 “Senza titolo (donna con bambino)” -che rappresenta la genesi di “Bombardamento Notturno” della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma- è stimata €100.000-150.000. Mentre “Il Vettore” del 1975 di Vincenzo Agnetti (opera eseguita in due esemplari), quota €200.000 -250.000. Un Achrome, fibra artificiale del 1961-62, di Piero Manzoni stima €250.000-350.000.
Il top price dell’asta è come spesso accade per Lucio Fontana, un tre tagli giallo del 1962 (est. € 500.000-700.000), un piccolo due tagli rosso del 1960 (est. €200.000-300.000) e un Concetto Spaziale del 1954 che l’artista chiamò affettuosamente “Panettone” che stima €280.000-350.000.
Tra le sculture, per brevità, segnaliamo “Una storia d’amore” già esposta a Parma alla Pilotta nel 1976, ottone di Fausto Melotti, stimato €100.000-150.000 e “L’ora”, acciaio inox del 1971 dello stesso scultore, valutato €130.000-180.000. Proviene già dalla celebre collezione milanese di Emilio e Maria Jesi , “Paesaggio” del 1940 di Giorgio Morandi (est. € 280.000-350.000) dalla ricca vicenda espositiva. Ancora figurativa la tela del 1914 di Alberto Magnelli “Natura morta allo scaldino nero” valutata €100.000-150.000.
Da Pistoletto a Paolini: 50 anni di Arte Povera
Arte Moderna e Contemporanea
MILANO
- SESSIONE 1: 29 NOV 2017 | 19:00 | LOTTI 1 – 48
- SESSIONE 2: 30 NOV 2017 | 15:00 | LOTTI 101 – 165