L’arte viva di Julian Schnabel: una pellicola che racconta l’eccentrico e proteiforme artista americano. Al cinema solo il 12 e 13 dicembre.
La Grande Arte al Cinema conclude la prima parte della stagione 2017-2018 con L’arte viva di Julian Schnabel (1951, New York), l’eclettico e strabordante artista tra i protagonisti della scena artistica americana dagli anni ’80, noto soprattutto per i suoi plate paintings.
Strabordante è, infatti, uno degli aggettivi ricorrentemente attribuito a Julian Schnabel durante la pellicola. Familiari, amici e colleghi dell’artista sembrano non poter far a meno di usare questo termine, a quanto pare così calzante e adatto a descrivere una personalità tanto sfaccettata ed eclettica.
Il docufilm di Pappi Corsicato assolve in modo intelligente l’impresa di raccontare un personaggio di questa caratura, lasciando, di fatto, il compito a Julian stesso e alle persone che a lui sono vicine: dalla madre passando per i figli, fino ai colleghi e amici (d’eccezione) come Koons, Al Pacino, Williem Dafoe, Bono Vox e la gallerista Mary Boone.
Un racconto che parte dall’infanzia e che percorre tutta la vita dell’artista: le opere, le influenze, le amicizie, il successo e l’esperimento (riuscito) da regista.
>> Filo conduttore della pellicola, e della vita di Schnabel, è la determinazione, la costanza, la fortissima volontà e fiducia che il grande – in tutti i sensi – uomo ripone in tutti i suoi progetti.
Corsicato, amico di Julian, ha potuto sperimentare in prima persona questa determinazione durante il periodo delle riprese: «Julian non si ferma mai! Non smette mai di lavorare, non smette mai di muoversi, non smette mai di vivere la sua vita. Ero sempre con lui; […] Mi ha fatto pensare a quanta energia ha – lui si mette al lavoro con determinazione ed è molto costante. Scendeva nel suo studio alle 11:00 di sera per dipingere e mi diceva: “Perché non vieni anche tu?”. Creava a qualsiasi ora del giorno e della notte».
Scene tratte dai suoi film, immagini e i making of delle opere e scorci della vita privata di Julien accompagnano lo spettatore nel mondo esagerato di questo personaggio.
Perché Julien Schnabel esagera, esagera in tutto: dalle dimensioni delle tele (che in alcuni casi superano i quattro metri) fino alla “casa” in cui vive – Palazzo Chupi -, edificio costruito in stile veneziano e non proprio espressione della sobrietà, dote che sembra non scorrere nelle vene dell’artista.
Ma Pappi Corsicato riesce a far trasparire una parte del carattere e dell’essere di Schnabel che non ci si aspetterebbe: non solamente uno stacanovista e pensatore, ma anche un padre affettuoso, un amico irriverente e generoso.
«Ho cercato di comporlo [il film] come un quadro di Julian. Non volevo che fosse un documentario formale – non mi interessava. Invece il modo in cui ho eseguito riprese e montaggio è stato più fluido e rilassante. Proprio come Julian».
Schnabel sembra vivere per l’arte e anche le sue imprese cinematografiche lo dimostrano. Regista di Basquiat (1996), Prima che sia notte (2000) e Miral (2010), il grande successo di pubblica e di critica lo ottiene nel 2008 con l’acclamato Lo scafandro e la farfalla, il film gli vale una nomination all’oscar per la migliore regia e si porta a casa due Golden Globe.
La colonna sonora, infine, trascina lo spettatore nel cuore del racconto e tocca vette altissime con Lou Reed, caro amico di Schnabel, e la sua Caroline Says (II).
«Tutto sommato penso sia stato molto positivo, utile e informativo. Certo, come tutte le cose, è molto soggettivo. Ma per quanto mi riguarda, penso abbia fatto un ottimo lavoro. E a me la sensibilità italiana piace sempre», il commento di Julian Schnabel sulla pellicola.
L’arte viva di Julian Schnabel
Regia di Pappi Corsicato;
Distribuito da Nexo Digital;
In lingua originale con sottotitoli in italiano;
Nei cinema solo il 12 e il 13 dicembre 2017
Sul sito ufficiale Nexo Digital l’elenco completo delle sale in cui è possibile vedere il film.