Marzio Tamer: un pittore per natura a Milano.
“Se dovessi mettere un’insegna sopra la mia porta, scriverei: scuola di disegno e sono sicuro che farei dei pittori”
(J.A.D. Ingres)
Cosa direbbe oggi Ingres vedendo la mostra Pittore per Natura di Marzio Tamer che ha inaugurato lo scorso 5 novembre e che si terrà fino 7 gennaio 2018 presso il Museo di Storia Naturale di Milano?
Di certo non rimarrebbe indifferente davanti ai 60 lavori che l’artista ha esposto. Un artista contemporaneo che sembra però essere consigliato dall’esperienza del mestiere di qualche artista del passato.
I suoi dipinti, nascono con la calma e la pazienza di un piccolo genio antico, che ogni mattina timbra il suo cartellino con l’arte e le tecniche che da essa ne derivano. Inizialmente l’acrilico, poi la tempera all’uovo ma anche l’olio e l’acquerello.
Con pazienza il tuorlo dell’uovo viene mischiato ai pigmenti, con pazienza l’opera si realizza e con pazienza e un’attenta disciplina tecnica, i paesaggi e gli animali prendono vita.Un rapporto studiato a fondo, quello tra uomo e natura, che percepiamo fin dagli inizi della mostra, quando nella prima sala rimaniamo a fissare con meraviglia il cortometraggio dedicato al lupo girato dal premio oscar Gabriele Salvatores. Un cortometraggio che ci aiuta a riflettere sul rapporto uomo natura ma soprattutto sul rispetto che l’uomo dovrebbe avere nei confronti degli animali.
La pittura di Tamer è una pittura attenta, minuta, studiata e calcolata. Qui il disegno diventa verità e sentimento e il colore non fa che “aggiungere ornamento alla pittura” rendendo “più amabile le vere perfezioni dell’arte”.
Dopotutto l’arte è disegno, e qui, nelle opere dell’artista, l’effetto scultoreo e plastico degli animali viene reso perfettamente. Una pittura scultorea, la sua, dove l’attenzione al dettaglio ci rendono partecipi dei sentimenti e delle sensazioni dell’artista stesso. La sua è un pittura calma, amplificata, però, dalla forza di un disegno che conquista e avvolge. I suoi lupi catturano, e ci viene voglia quasi di toccarne il pelo che sembra uscire dalla tela. I paesaggi sembrano fare da sfondo al mondo animale e paiono sussurrarci poesie romantiche che udiamo appena. Una pittura che sembra portarci dentro i suoi lavori, dove l’acqua lambisce lentamente, il pelo del lupo pare muoversi con il respiro dell’animale che riposa, gli uccellini sono pronti ad uscire dal quadretto che li contiene con grazia e i volti degli altri animali sembrano fissarci chiedendoci una tregua da ciò che l’uomo, ormai incattivito, sembra distruggere senza accorgersene: la Natura.
I suoi lavori nascono da un buon disegno, e il disegno, si sa, comprende una buona parte della pittura.
Quella di Tamer è una mostra da vedere, da tutti, anche da chi potrebbe non amare questo tipo di pittura, perchè ci ricorda, come lo stesso Ingres sosteneva, che “i capolavori non sono fatti per sbalordire. Sono fatti per persuadere, per convincere, per entrare in noi attraverso i pori.”