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Eron e Andreco al Musas con UNEARTH

Andreco, sculture in bronzo Andreco, sculture in bronzo
Andreco, sculture in bronzo
Andreco, sculture in bronzo

“UNEARTH. Portare alla luce”: Eron e Andreco fino al 30 settembre 2018 al Museo Storico Archeologico di Santarcangelo.

UNEARTH. Portare alla luce è il titolo dell’esposizione, inaugurata nei giorni scorsi, con la quale gli artisti Eron e Andreco intervengono nelle sale del Musas, il Museo Storico Archeologico di Santarcangelo.

Il progetto, in forma di intervento diffuso, dialoga con la collezione permanente, composta da reperti archeologici che coprono cronologicamente l’arco tra Paleolitico ed Età Romana, oltre che da dipinti, oggetti sacri e arredi che vanno dal Tardo Medioevo all’Ottocento.

Eron, Soul of the wall, 2014. Museo della Città di Rimini.
Eron, Soul of the wall, 2014. Museo della Città di Rimini.

Previsto anche un talk nel quale direttori di musei ed esperti dialogheranno intorno al rapporto tra linguaggi creativi contemporanei e collezioni, musei, siti storico-archeologici, riflettendo su valorizzazione, comunicazione, conservazione e ricerca.

>> Nel corso dei mesi nuove opere si inseriranno nel percorso, secondo un concetto di evento “in progress” e con le modalità di un’esperienza graduale, nella piena fusione tra elementi della collezione e opere del presente.

Il titolo, UNEARTH, letteralmente “dissotterrare”, e quindi “portare alla luce”, rimanda anche all’idea di ritrovamento, rappresentando uno dei fil rouge che gli artisti hanno seguito durante l’allestimento, scoprendo  via via le raccolte del museo e mescolandole con i propri interventi, che a loro volta il visitatore dovrà lentamente rintracciare.

L’assenza di una reale separazione tra il piano storico e quello contemporaneo consentirà un approccio non razionale, di disorientamento e inabissamento, fondato sulla seduzione, sull’attenzione e su un tempo aperto.

Il concept della mostra è ben descritto da Helga Marsala: «Là dove il vero e il falso non contano più. Saltata la logica della progressione, nemmeno l’antico e il presente hanno un proprio perimetro certo. Storie di incroci, di slittamenti, di macchine del tempo in azione. Un museo, ad esempio. Dove l’esercizio dell’archiviazione e della conservazione, la scrittura cronologica e la pratica classificatoria finiscono per mettersi in gioco, predisponendosi a un copione nuovo. L’inserirsi lieve, quasi mimetico, di opere d’arte contemporanea tra le sale di un piccolo tempio archeologico racconta così l’audacia di un conflitto dolce, di un cortocircuito, affinché qualcos’altro emerga durante il viaggio».

Andreco, Shape, Acrylic on wood, 30 x 30 cm, 2017
Andreco, Shape, Acrylic on wood, 30 x 30 cm, 2017

Consapevoli che “non esiste luce della conoscenza senza l’ignota oscurità”, Eron e Andreco si concentrano su ciò che è celato, sull’oscuro, il magico, il misterioso, indagandone gli aspetti scientifici e poetici.

Affascinati dal reperto archeologico che deve ancora essere dissotterrato, dalla storia che sta dietro alla realizzazione di un dipinto, dal significato dell’oggetto simbolico e più in generale dalla strada per la conoscenza, disseminano così le loro opere lungo i tre piani del museo, fra le teche e le pareti, ricercando una forte armonia e una mimesi possibile tra spazi e presenze.

È così che lo spettatore, da una condizione di osservazione passiva, diverrà anch’egli esploratore e ricercatore.

Eron, YOU, spray paint on old siryan mirror, 2016. Courtesy Patricia Armocida Gallery, Milano.
Eron, YOU, spray paint on old siryan mirror, 2016. Courtesy Patricia Armocida Gallery, Milano.

Andreco unisce una formazione scientifica, dottorato in Ingegneria Ambientale,  con un percorso artistico che indaga i rapporti tra spazio urbano e paesaggio naturale, tra uomo e ambiente, realizzando progetti che vanno a comporre un’unica ricerca multidisciplinare. Andreco utilizza un linguaggio di sintesi, simbolico e concettuale, servendosi di diverse tecniche di rappresentazione: installazioni, performance, video, pittura murale, scultura e progetti d’arte pubblica.

Eronpioniere dell’arte urbana e del writing in Italia, si è formato alla Scuola d’Arte di Urbino ed ha successivamente evoluto il suo linguaggio in senso figurativo, affrontando spesso temi sociali attraverso una poetica e una ricerca che oggi lo qualifica – riporta l’Enciclopedia Italiana Treccani – tra i più dotati e virtuosi interpreti della scena dell’arte urbana e della pittura contemporanea internazionale.

L’intervento più noto di Eron è il grande lavoro eseguito per il soffitto della chiesa di San Martino in Riparotta a Rimini, caso quasi unico al mondo di introduzione della tecnica pittorica
spray in un contesto sacro.

UNEARTH. Portare alla luce

Museo Storico Archeologico di Santarcangelo
9 dicembre 2017 > 30 settembre 2018
Ingresso gratuito

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