In quest’autunno milanese sono molti gli eventi culturali dedicati ai ribelli e alla rivoluzione. Che sia un segno? La cultura e l’arte, in particolare, sono sempre state anticipatrici di moti e pensieri e dopo Arte ribelle al Credito Valtellinese e Revolution alla Fabbrica del Vapore, da qualche giorno si è aperta una nuova mostra dedicata al grande combattente rivoluzionario CHE GUEVARA.
A 50 anni dalla morte e a 90 anni (cadranno nel 2018) dalla nascita, Milano lo ricorda con una mostra per raccontare la storia del mito, dell’uomo e del rivoluzionario più conosciuto al mondo. L’esposizione Che Guevara. Tu y dosos, alla Fabbrica del Vapore, permetterà ai visitatori di conoscere da vicino gli avvenimenti cruciali della vita dell’icona rivoluzionaria e la sua lotta contro le ingiustizie. Una raccolta inedita di fotografie, documenti, video, scritti e opere letterarie, grazie anche alla collaborazione del Centro Studi Che Guevara de L’Avana.
L’esposizione si divide in tre fasi: la prima sviluppa l’aspetto più giornalistico e il contesto geo-politico in cui si è mosso il Che, la seconda sezione è biografica, grazie a inediti materiali d’archivio e documentaristici vengono raccontati gli avvenimenti privati e pubblici: i suoi famosi discorsi ufficiali, le riflessioni su l’educazione, sulla politica estera, sull’ economia e la speranza di un nuovo mondo.
L’ultima è la sezione più intimistica rappresentata dagli scritti più personali, dai diari, alle lettere a familiari e amici, fino alle inedite registrazioni di poesie dedicate alla moglie Aleida.
Parte del ricavato della mostra sarà destinato a un intervento sociale in favore del programma “Scuole nel Mondo. L’educazione per ogni bambino”della Fondazione Paoletti in sostegno al centro educativo “Bayt Al Amal” (la casa della speranza) in Siria. La mostra è curata e organizzata con la direzione artistica di Daniele Zambelli, Flavio Andreini, Camilo Guevara e Maria del Carmen Ariet Garcia con una colonna sonora composta da Andrea Guerra – vincitore del premio Soundtrack Stars 2017 alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia.
Abbiamo intervistato Daniele Zambelli, il curatore.
Perchè una mostra dedicata a Che Guevara?
E’ una mostra su Che Guevara e non solo perché è una mostra sul periodo storico che sono gli anni ’50 e ’60, che hanno rappresentato, a mio avviso, una delle massime punte ideali del percorso degli ultimi cento anni. Un periodo storico che ha visto la nascita di grandi miti civili, il desiderio di giustizia, con domande interessanti sulla distribuzione della ricchezza. Che Guevara è un po’ il simbolo di quel periodo, non dimentichiamo che è stato il momento della lotta per i diritti civili, del risveglio dell’Africa che cercava di liberarsi dal colonialismo. E’ stato un periodo storico di grande fermento, anche in campo musicale, che non ha visto eguali, anzi ha visto il nascere di una contro cultura che io definisco reazionaria e di un capitalismo finanziario che oggi sta umiliando milioni di famiglie e non lo dice Che Guevara ma lo dice un altro famoso argentino che è Papa Francesco. Una mostra così penso possa dire qualcosa d’interessante.
In questo momento a Milano sono in corso alcuni eventi legati alla rivoluzione proprio degli anni ‘50/60. Esiste un collegamento o è solo coincidenza?
E’ un’interessante coincidenza, questo dimostra il periodo storico preso in considerazione debba essere rivisitato con stilemi diversi, con linguaggi diversi, è un’eredità che molti giovani trovano interessante, lo dimostra Victor Castillo, il giovane autore contemporaneo che è presente in mostra con una sua opera, che interpreta le tematiche del Che con il suo personale atto artistico.
Quindi è un sentire generale della cultura di cercare di rievocare quello che è stato fatto in quegli anni e che forse per troppo tempo è stato dimenticato?
Questa mostra è la dimostrazione che non vogliamo dimenticare. In quegli anni s si cercava di conquistare il diritto alla dignità della persona, oggi siamo addirittura arretrati, ci sono altre tematiche che hanno preso il sopravvento: difendere il posto di lavoro, lottare contro il nemico che è l’immigrazione, e molto altro. E’ come se oggi dovessimo rivisitare l’eredità lasciata di quegli anni. Con questo non voglio dire che quell’eredità era perfetta e che tutto fosse giusto e giustificabile, sicuramente c’erano anche degli aspetti negativi, a volte il conflitto sfociava in violenza ma anche oggi il conflitto scoppia in violenza, solo che la contraddizione, che questo modello di sviluppo crea, non viene analizzata, non ci sono tavoli dove sedersi per confrontarsi ma tutto viene ignorato, come se venisse messo sotto il tappeto, il risultato è che i nostri politici parlano d’altro. Mentre il vero tema è la distribuzione della ricchezza e la giustizia sociale.
La possiamo definire una mostra documentaristica-multimediale con documenti che sono Patrimonio dell’Unesco dal 2003.
Si è una mostra che si avvale di importanti documenti che sono Patrimonio dell’Unesco, ne approfitto per ringraziare la famiglia di Che Guevara che ci ha affidato questa raccolta inestimabile di memorie e di ricordi, anche molto intimi. L’obiettivo di questa mostra vuole essere quello di raccontare l’uomo Che Guevara, non solo l’uomo pubblico ma anche quello privato, perché questo da una dimensione vitale alla sua figura che per troppo tempo è stata reclusa sotto la forma del mito pop. Invece era un uomo che faceva delle scelte, viveva le sue contraddizioni e soffriva molto per la distanza con la famiglia.
Parlando di famiglia il titolo della mostra si rifà a una poesia scritta da Che Guevara alla moglie è vero?
Si, il titolo Tu j todos nasce da una poesia che il Che scrive alla moglie prima di partire per la Bolivia, in questa poesia lui dice di essere combattuto tra l’amore che nutre per la moglie e per i figli, per tutto quello che rappresentano e che sono nel suo profondo cuore, e il richiamo degli altri che reclamano e gli chiedono costantemente un sacrificio per mettere in atto il cambiamento.
E abbiamo scelto questa poesia perché ci sembrava che potesse rappresentare a pieno le due anime del Che.
Oggi che cosa vorresti domandare a Che Guevara?
Interessante domanda. Un aspetto interessante dall’analisi che abbiamo fatto è che tutte le persone che hanno incontrato Che Guevara hanno trovato in lui un personaggio disponibile, gentile, rilassante e sereno ma allo stesso tempo pronto all’ingaggio, sembra che non si potesse restare indifferente in sua presenza, perché la domanda era nell’aria, il famoso – che fare? – Quindi oggi sicuramente ci chiederemmo – che cosa possiamo fare noi insieme ? Questa sarebbe la domanda, o forse sarebbe lui il primo a pormi la domanda – cosa puoi fare tu per migliorare questo mondo?
Dal 6 dicembre 2017 al 1° aprile 2018
FABBRICA DEL VAPORE
Via Giulio Cesare Procaccini 4
COSTO DEL BIGLIETTO: Intero 15 € | Ridotto 13 € / 10 €
INFO +39. 02 9990 1967
cultura@simmetrico.it