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Rubens a 587.500 €. Aggiudicato il “Seneca morente” da Cambi

Pietro Paolo Rubens Lotto 39 Pietro Paolo Rubens (Siegen 1577 – Anversa 1640) Seneca morente olio su tela, cm 59×50,5 Stima € 200.000 – 250.000

Flash News: l’olio su tela Seneca morente di Pietro Paolo Rubens (1577-1640), che fu parte della collezione di sua altezza imperiale l’arciduca Francesco Giuseppe (1830-1916), dichiarato tavola di interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato battuto in asta oggi (19 dicembre) da Cambi a Genova per 587.500 €. Partiva da una stima di 200.000-250.000 €.

Pietro Paolo Rubens
Lotto 39
Pietro Paolo Rubens (Siegen 1577 – Anversa 1640)
Seneca morente
olio su tela, cm 59×50,5
Stima € 200.000 – 250.000

Ecco la scheda tecnica in catalogo:

“Le opere antiche costituiscono un paradigma imprescindibile per l’artista, in quanto sono più vicine alla natura primigenea e, per questo, alla perfezione”. P.P. Rubens De imitation statuarum

Se si vuole parlare di Pietr Paul Rubens e del suo rapporto con l’antichità si dovrà per forza di cose parlare del Seneca morente. Innanzitutto un dato biografico che possa spiegare il fervido amore del maestro fiammingo per il soggetto: egli stesso comprò, nel suo viaggio in Italia, un busto di Seneca o, come dovremmo dire oggi, dello pseudo-Seneca. È stato infatti dimostrato che la fisionomia del filosofo stoico non era, come si era pensato dal ‘700 in poi, quella della bellissima testa bronzea ritrovata a Ercolano e della quale si sono sempre conosciuti innumerevoli analoghe repliche romane in marmo.

Sta di fatto che per Rubens quella testa era di Seneca, ed era tanto amata da apparire in uno dei quadri più intimi e personali del pittore, il famoso Quattro filosofi, databile 1611-12 e visibile oggi nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. In una nicchia sovrastante il tavolino a cui sono seduti il defunto fratello di Rubens, Filippo, il maestro di quest’ultimo (Giusto Lipsio), Giovanni van de Wouvere (discepolo come Filippo del Lipsio) e Rubens stesso, aggetta un busto di Seneca fatto oggetto di platonica devozione attraverso il simbolo di quattro tulipani. Il busto è con tutta probabilità proprio quello che il pittore si era comprato nel 1605 e di cui fece disegni di suo pugno (famoso quello del Metropolitan Museum di New York).

Ma il massimo dell’ispirazione Rubens la ebbe probabilmente davanti a quella straordinaria scultura che è il Seneca morente oggi al Louvre. Sino agli anni napoleonici, essa fu sempre visibile a Roma, prima in collezione Altemps e poi Borghese.

Nel dipinto Seneca morente di Rubens oggi all’Alte Pinakothek di Monaco, tutto della postura e dell’espressione deriva dalla scultura di Parigi. La stima che Rubens nutriva per il soggetto ed il rispetto reverenziale per la scultura antica lo avevano portato a riportare su due dimensioni una grande invenzione greca, tipicamente ellenistica come ispirazione.

Chi avesse potuto ammirare a Palazzo Reale di Milano l’ultima mostra su Rubens (26 ottobre 2016 – 26 febbraio 2017) si ricorderà come uno dei quadri che aprivano la mostra era proprio un Seneca morente. Quella prestata a Milano non era la tela di Monaco bensì una replica di bottega di proprietà del Prado in cui (vedi scheda del catalogo: Rubens e la nascita del barocco, a cura di A. Lo Bianco, 2016) si è sempre però considerata di mano del maestro la testa del filosofo, il vero centro della composizione.

Il fatto che Rubens avesse replicato la testa di Seneca nel dipinto del Prado dimostra non solo il suo attaccamento al soggetto ma anche il successo che esso aveva riscosso nella schiera degli amanti della pittura. Sappiamo per esempio dal libro dei conti dell’editore Jean II Moretus di Anversa che suo fratello Balthasar aveva richiesto tra il 1613 ed il 1616 a Rubens in persona una testa di Seneca morente. Nel dipinto realizzato il filosofo è detto ignudo e coperto solamente da un drappo bianco e molto leggero che gli copre una parte del braccio sinistro. Nessun dubbio quindi che la tavola oggi visibile ad Anversa, al Musée Plantin Moretus, sia di mano del maestro.

Allo stesso modo un’altra versione della testa di Seneca morente è presente allo Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe ed è documentata sino dal 1772 in collezione tedesca.

La tavola che presentiamo eccezionalmente in asta è un dipinto appartenente a questo prestigioso gruppo. Lo sguardo perso ma rivolto al cielo, le labbra grigie per la mancanza di sangue, la pelle del collo cadente e molle fanno tornare inevitabilmente alla mente il busto romano che anche Rubens aveva nella sua collezione. La morbidezza del tratto pittorico in tutti i dettagli (dalle vene gonfie sopra i pettorali alla barba mossa come da copione in Rubens) rendono molto probabile la paternità del dipinto al maestro fiammingo.

La sua storia è a dir poco prestigiosa: i due timbri presenti sul retro mostrano che esso fu parte della collezione privata di sua altezza imperiale e reale l’arciduca Francesco Giuseppe (1830-1916), una delle figure storiche più influenti e discusse, nel bene e nel male, sia del XIX che del XX secolo.

Il secondo sigillo è quello dei Duveen Brothers Inc./18 East 79 street New York, 21 NY. Sir Joseph Duveen (1869-1939) ha rappresentato la più grande figura di mercante d’arte di ogni tempo. I suoi rapporti con la nobiltà e le case regnanti di tutta Europa (di cui questo dipinto è una prova) e la sua abilità nel destare la voglia di mecenatismo artistico in alcuni dei più grandi industriali americani della sua epoca ne hanno fatto una figura storica unica e quasi mitica, senza la quale buona parte dei musei degli Stati Uniti (ma non solo) avrebbero la metà delle opere che possiamo invece ammirare oggi.

A corredare queste importanti informazioni sulla storia della tavola rubensiana che passiamo in asta possiamo anche dire che essa è stata oggetto di una scheda critica datata 1951 ad opera del professor Godefridus Johannes Hoogewerff (1884-1963) direttore dell’Istituto Olandese di Roma dal 1924; in anni più recenti (2002) da una seconda ad opera del Dr. Erik Larsen, professore emerito di Storia dell’Arte a Washington ed infine da un articolo del professor D. Bodart, Rubens et Sénèque mourant, “Arte e Documento”, 26, 2010, pp. 192-197 in cui si ribadisce come la tavola in questione sia il modello principale da cui derivano anche le altre due (quella di Anversa e quella di Karlsruhe).

Per tutti questi motivi il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha dichiarato la tavola di interesse culturale particolarmente importante ai sensi dell’articolo 10 comma 3, lettera a) del decreto legislativo 22 gennaio 2004

 

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