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Impeccabili Bolle e Zakharova ne La Dame aux camélias alla Scala

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Fu l’addio alle scena di Alessandra Ferri La Dame aux camélias di John Neumeier, ispirato al romanzo di Dumas figlio, che dopo dieci anni dal debutto scaligero torna con lo stesso Armand, Roberto Bolle, e una Marguerite di prima classe, Svetlana Zakharova. Lo spettacolo ha aperto la stagione di danza della Scala con una lunga serie di repliche sino al 13 gennaio.

Costruito come un lungo flash back, il lavoro di Neumeier richiede danzatori di grande spessore interpretativo perchè per altro, soprattutto nel primo atto, di danzato c’è ben poco. Neumeier si avvale di un ampio repertorio di musiche di Chopin per marguerite-et-armand-400x320pianoforte e per orchestra composte negli stessi anni dell’800, per raccontare l’infelice storia di quella che per Verdi è stata Violetta Valéry e che nella realtà fu Marie Duplessis.

Prendendo spunto dal libro che nel romanzo Armand regala a Marguerite, la «Manon Lescaut», il coreografo americano immagina che il primo incontro tra i due avvenga a teatro, durante il balletto «Manon» e da qui parte un piano speculare rappresentato dalla coppia Manon – Des Grieux, che accompagna ogni tappa della tragedia di Marguerite fino alla morte. Una trovata di grande effetto teatrale che commenta e duplica ciò che accade ai due protagonisti. Diciamo un “teatro nel teatro” che riflette le passioni dei due amanti come in un confronto che li attira e respinge nello stesso tempo. Ed è proprio con un “pas de trois” in cui Marguerite si identifica con i due innamorati del romanzo di Prevost che non sa più distinguere nè Armand da De Grieux, nè lei stessa da Manon.

Neumeier racconta tutto questo, come se stesse girando un film, avvalendosi di architettura coreografica piuttosto complessa dove, per fortuna, spiccano i passi a due che durano molto e sono molto intensi.

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Roberto Bolle interprete di Armand, riveste quei panni già indossati 10 anni in coppia con la Ferri. Allora l’etoile aveva 32 anni, ora ne ha 42 e sicuramente questi dieci anni in più lo hanno ricompensato di maggiore capacità espressiva per questo ruolo. Si coglie questo sin dal suo primo ingresso sulla scena quando vedendo l’abito dell’amata in mano ad un acquirente glielo strappa di mano con foga, ma lo si testa ancor di più nei vari passi a due, e anche quando non danza e accasciato in un angolo del palcoscenico fa l’innamorato che attende l’amata davanti il portone. Dal canto suo Svetlana Zakharova, al suo debutto nel ruolo al Piermarini, è impeccabile, bellissima, sofferente, ma ancora lontana dalla passione(purtroppo) che richiederebbe il personaggio e difficilmente le si riscontra in qualunque ruolo impersonofichi.

ph. M. Brescia Teatro alla Scala
ph. M. Brescia Teatro alla Scala

Ciò non toglie che la coppia Bolle e Zakharova riesca comunque a piacere al pubblico che ama i divi e loro sono senza dubbio i più grandi al momento. I passi a due disegnati da Neumeier sono le chicche di questo balletto troppo lungo e alle volte dispersivo nelle parti corali, tristi e struggenti, certo, ma ricchi di quella gestualità che vuole l’amore disperato.

Sul podio il direttore Theodor Guschlbauer ha condotto egregimente l’orchesta in cui spicca certamente l’interpretazione al pianoforte di Roberto Cominati che per la sua bravura spesso allontanava il pensiero alla danza per concentrarlo maggiormente sulla musica.
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La recita del 23 dicembre vedrà il debutto nei ruoli principali di Marguerite Gautier e Armand Duval, di Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko.

www.teatroallascala.org

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