A Roma è un tutto contro tutti. Appena nominato direttore al Macro, Giorgio De Finis scatena polemiche ovunque. E il Tonelli di Artribune scaglia fulmini e saette perché dopo aver accettato un’intervista, De Finis non vuole sia pubblicata
Povera Roma. Ci mancava pure litigassero tra loro direttori museali e giornalisti. Il De Finis di fresca nomina al Macro ne ha già create delle belle di polemiche. Con le elezioni politiche nazionali dietro l’angolo nessuno si fa sfuggire una cartuccia per sparare a destra, sinistra o 5 stelle. Il Foglio già in primavera non le aveva mandate a dire… titolando così un pezzo di Manuel Orazi e Francesco Parisi: ” Uno vale uno. Vogliono far dirigere il Macro a un videomaker. La scelta populista dell’assessore alla cultura di Roma Luca Bergamo per portare la periferia al centro”. In realtà per giudicare l’operato di chiunque è necessario prima che si metta all’opera. Eppure l’altro ieri (giovedì 21 dicembre 2017) alla conferenza stampa di presentazione ufficiale del neo direttore, sempre Il Foglio titolava “A Roma il comune spelacchia anche il Macro“. Poi ecco Artribune che incarica una collaboratrice per fare una lunga intervista a De Finis. L’autrice la prepara ma quando sta per mandarla alla redazione riceve il “niet” del neo direttore. E scoppia un altro casino. L’auctoritas Tonellus ha le ali spezzate e batte i piedi come un bambino. Cerca prima di mediare, poi si incazza e scrive una lunga requisitoria sulla libertà di stampa, ecc ecc invocando gli auspici degli dei (stampati più che bendati). ArtsLife gli ha scritto per capire meglio la faccenda e sentire i suoi umori. Ecco che ci ha detto:
Massimiliano, perché non vuoi rivelare il nome della collega che ha intervistato De Finis e poi ti ha detto che le è stato impedito di inviarvi l’intervista?
Perché non è una giornalista professionista e perché non le attribuisco una colpa. Ad Artribune lavorano tante persone in maniera volontaria e anche questo è il caso. La collaboratrice è una amica di De Finis il quale, per bloccare l’intervista, si è fatto forte anche di questa amicizia essendo a mio avviso doppiamente scorretto. Ecco perché la redattrice ha deciso di non consegnarci il materiale.
Non credo che sia la prima volta, ma sono certo che per tanti motivi sia la più grave. Per i motivi che ho scritto nell’articolo.
Per arroganza, bullismo e sentimento di onnipotenza dato dal potere.
Non credo che sia solito comportarsi da bullo con tutti. Anche perché è circondato da una fitta coltre di clacque. Chi lo acclama va bene, chi osa criticare e fare delle domande viene preso a male parole se non peggio. Lo si è dimostrato anche alla conferenza stampa di presentazione del Macro durante la quale i giornalisti sono stati semplicemente mobbizzati.
E’ pieno di polemiche montate per ottenere visibilità. In questo caso la storia era giornalisticamente molto allettante: il neo direttore che esordisce con un atto di grande arroganza. Ciononostante ho tentato una intera giornata di non “sfruttare” il rigore a porta vuota che De Finis aveva deciso di offrirmi e non fargli fare questa figuraccia. Ho scritto decine di mail alla collaboratrice insistendo affinché mi consegnasse il materiale. Ho scritto in assessorato chiedendo a chi ha nominato De Finis di farlo ragionare e di fargli sbloccare l’intervista. Dopo 24 ore di insistenze ho raccontato ai nostri lettori perché non avrebbero potuto leggere l’intervista. Naturalmente tutte le insistenze di cui parlo sono documentate e documentabili.
La vivo malissimo. La città è in condizioni raccapriccianti, amministrata da decenni in modo raccapricciante e con una nuova amministrazione arrivata un anno e mezzo fa per cambiare le cose e che invece le ha drasticamente peggiorate su tutti i fronti.