All’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti di Palazzo Loredan una ricca esposizione dedicata alle civiltà precolombiane con un’ampia selezione delle opere raccolte da Giancarlo Ligabue
“L’arte, ci ricorda Octavio Paz, non è mai piatta ‘descrizione di quello che vedono i nostri occhi, è bensì rivelazione di ciò che è oltre l’apparenza…’. È una metafora, una religione, un’idea dell’uomo e del cosmo”.
Se Venezia è ancora scossa dal furto subito nell’ultimo giorno di apertura della mostra dei gioielli della collezione Al-Thani a Palazzo Ducale, non frena di certo la sua proposta culturale che ne fa uno dei centri di riferimento a livello internazionale: e con questa parole il curatore Jacques Blazy presenta la mostra Il mondo che non c’era. L’arte precolombiana nella Collezione Ligabue, che dall’11 gennaio al 30 giugno presenterà a Palazzo Loredan – sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti – una ricca esposizione dedicata alle tante e diverse civiltà precolombiane che avevano prosperato per migliaia di anni nel continente americano prima dell’incontro con gli Europei.
Si tratta di una selezione delle opere raccolte da Giancarlo Ligabue (1931- 2015) – imprenditore ma anche paleontologo, studioso di archeologia e antropologia, esploratore e appassionato collezionista – che raccontano le antiche culture della cosiddetta Mesoamerica (gran parte del Messico, Guatemala, Belize, una parte dell’Honduras e del Salvador), il territorio di Panama, le Ande (Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, fino a Cile e Argentina): dalla cultura Chavin a Tiahuanaco e Moche, fino agli Inca.
Oltre infatti ad aver organizzato più di 130 spedizioni in tutti i continenti, partecipando personalmente agli scavi e alle esplorazioni – con ritrovamenti memorabili conservati ora nelle collezioni museali dei diversi paesi – Ligabue ha anche dato vita negli anni, con acquisti mirati, a un’importante collezione d’oggetti d’arte, espressione di moltissime culture.
Una parte di questa collezione – con capolavori straordinari esposti al pubblico per la prima volta grazie a questo progetto – è il cuore della mostra curata da Blazy, specialista delle arti pre-ispaniche della Mesoamerica e dell’America del Sud.
Dalle rarissime maschere in pietra di Teotihucan, la più grande città della Mesoamerica, primo vero centro urbano del Messico Centrale, ai vasi Maya d’epoca classica preziose fonti d’informazione, con le loro decorazioni e iscrizioni, sulla civiltà e la scrittura di questa popolazione; dalle statuette antropomorfe della cultura Olmeca, che tanto affascinarono anche i pittori Diego Rivera, la moglie Frida Kahlo e diversi artisti surrealisti (con la loro evidente deformazione cranica, elaborate acconciature e il corpo appena abbozzato) alle sculture Mezcala tanto enigmatiche nella loro semplicità quanto misteriose nelle origini, al punto che ne restarono profondamente suggestionati divenendone collezionisti anche André Breton, Paul Eluard e lo scultore Henry Moore.
Ne potete vedere un’anteprima in questa gallery…
Il mondo che non c’era. L’arte precolombiana nella Collezione Ligabue
Dall’undici gennaio al 30 giugno 2018
Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti – Palazzo Loredan
Campo Santo Stefano 2945 – Venezia
www.istitutoveneto.it
