«100 grammi di Amore, grazie». Chi non ha mai sognato di entrare in un negozio ed esordire con questa frase? Potrebbe suonare un po’ strano ma da Dammann è possibile: “Amore” è un delizioso tè nero aromatizzato con fiori di mandorla tostate e cioccolato perfetto da sorseggiare dopo gli aromi intensi e golosi di cannella, caramello e biscotto che hanno caratterizzato le feste natalizie. Visto che la giornata degli innamorati è alle porte perché non gustarlo insieme alla dolce metà? A Milano nel flagship Dammann Fréres, il più grande in Italia, ci sono 150 varietà di tè, puro o aromatizzato, da regalare o regalarsi. Ci abbiamo fatto un salto e con la Store manager Nodira Narimova siamo andati alla scoperta dell’affascinante mondo del tè ripercorrendo la storia di una delle più antiche maison parigine.
Per prima cosa abbiamo capito che si differenzia dal caffè non soltanto per il gusto ma anche per l’effetto. Chi cerca una bevanda che mantenga allo stesso tempo lucidi e calmi, non ci sono dubbi, il miglior alleato è il tè: contiene caffeina, che si diluisce meglio grazie all’acqua prolungandone l’effetto, e un aminoacido che si chiama L-Teanina che rilassa i muscoli e va a bilanciare l’effetto stimolante ed eccitante. Tisane, karkadé e roibos rappresentano tutto il resto infatti tutto ruota attorno ad una pianta, la Camellia sinensis, e solo ciò che trae origine dalla lavorazione delle foglie, dei germogli e di altre parti di questa pianta può essere chiamato tè.
Bianco, verde, nero o rosso, può presentarsi in purezza oppure aromatizzato (i primi compaiono nel 1950), e Dammann Freres è una delle pochissime aziende ad avere al suo interno un laboratorio di analisi con “i miglior palati” che creano originali miscele come Miss Dammann, tè verde con pezzi di zenzero, frutto della passione e limone o di Passion De Fleurs, tè bianco con fiori di albicocca, frutto della passione e rosa ideali da sorseggiare nei mesi che ci accompagnano verso la primavera. Un’altra chicca della maison è Gout Russe Douchka, tè nero di Cina con olii essenziali di bergamotto, arancia rossa e limone: il primo tè profumato, dopo l’Earl Grey, creato da Jean-Jumeau Lafond negli anni ’50 per la dolce mogliettina russa.
E il famoso matcha che ha fatto impazzire le star di Hollywood? Anche lui è un tè, più pecisamente una polvere di foglia fresca dal profumo intenso e colore verde che trasforma l’acqua in un brillante color smeraldo. Un vero superfood ricco di vitamine, minerali, polifenoli con la maggior percentuale di antiossidanti (anche superiore al normale tè verde), il perfetto elisir per affrontare l’inverno.
Ecco i “trucchi del mestiere” su come preparare un ottimo infuso. Sembra che il segreto stia nel dosaggio, due o te grammi per tazza, nel tempo d’infusione, in media tre minuti, e nella temperatura dell’acqua, diversamente da quanto diceva nonna “mi raccomando l’acqua deve bollire”, le foglie potrebbero bruciare a 100 gradi perciò si consigliano temperature inferiori, dagli 80 gradi del tè verde ai 70 per quello bianco.
Come orientarsi tra così tanti tipi di té? Per andare sul sicuro e non prendere una fregatura, si potrebbe, come per il vino, fare attenzione alla provenienza: per un ottimo tè bianco scegliete quello che arriva dalla Provincia cinese del Fujian. Chi non ha la fortuna di poter bere il tè nel gaiwan, il set professionale di degustazione, e avere a disposizione un bollitore non si perda d’animo, si può fare tutto anche con il pentolino di casa, la mug del cuore e un filtro. Per capire la temperatura dell’acqua i cinesi, ad esempio, hanno un trucco: quando le prime bollicine vengono a galla dal fondo si è raggiunti gli 80 gradi (“occhio di pesce”), quando le bollicine aumentano si è sui 90 gradi (“occhio di granchio”) e infine quando l’acqua bolle si sono raggiunti i 100 gradi (“occhio di uomo vecchio”). Un altro accorgimento è tenere coperto il tè in infusione per non disperdere nell’aria l’intensa aroma e il profumo delle foglie che ci inebrierà non appena alzeremo il coperchio.
Bere una tazza di buon tè è molto di più di un piacere per i sensi, è una nuova abitudine, magari da adottare come buon proposito per il 2018, un rito quotidiano di 15 minuti per volersi bene, riflettere e sapersi prendere il giusto tempo per ogni cosa.
Francesca Corradi & Camilla Rocca