Il Ragazzo Invisibile: Seconda Generazione riporta sul grande schermo, a due anni esatti dalla sua prima apparizione cinematografica, il primo eroe da cinecomic tutto italiano.
Molte cose sono cambiate, sia per il genere sia nell’universo del non più così piccolo eroe. Negli Stati Uniti il genere cinecomic stenta a rinnovarsi, adagiato così com’è sulla risata di pancia, mentre in Italia la commistione con la realtà locale ha già dato ottimi esiti come Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti.
Michele (Ludovico Girardello, sempre più bravo) lasciata l’infanzia picaresca raccontata nel primo film è oggi un adolescente problematico dal cuore spezzato, ama la solitudine e si lascia avvicinare solo dalla serafica Candela (Assil Kandil), segretamente innamorata di lui.
>> Quello di Gabriele Salvatores è ancora una volta uno sguardo generazionale: il rapporto con gli adulti è sempre più conflittuale e doloroso, il tradimento delle aspettative e degli affetti (tappa importante della crescita di ognuno) diventa per questa Seconda Generazione materia centrale e motore narrativo.
Michele ama genuinamente la madre adottiva (Valeria Golino) ma oggi deve affrontare il suo rapporto con la madre biologica, Yelena (una Kseniya Rappoport, finalmente protagonista) e con la sorella ritrovata Natasha (Galatéa Bellugi, la nostra Cara Delevingne).
Questo secondo episodio è certamente più ambizioso del precedente ma perde per strada alcune delle peculiarità più interessanti de Il Ragazzo Invisibile. Prima fra tutti l’ambientazione triestina che qui confluisce sì, in un immaginario più pop e internazionale ma forse più scontato e piatto, e ancora il personaggio di Stella (Noa Zatta) che avevamo molto amato nel primo episodio, qui relegata a pallida comprimaria.
Interessanti le incursioni nel passato con il racconto delle torture nel gulag vissute dalla prima, martoriata, generazione di speciali e di come tutta questa violenza abbia lasciato il segno sui sopravvissuti – Cinetica, Morfeo e Roccia – che raccolti da Yelena muovono verso una sanguinosa vendetta.
Sullo sfondo non abbiamo più un evento di cronaca nera come nel primo film ma lo spauracchio del terrorismo e lo sfruttamento delle risorse umane e naturali. Mentre Michele affronta gravi delusioni familiari e scopre l’affetto per la sorella ritrovata Natasha – fragile e aggressiva per colpa di un passato di abusi e violenze da parte del padre adottivo – gli speciali scendono sul campo di battaglia per consumare la propria vendetta sui normali in un crescendo di effetti speciali (curati dal geniale Víctor Pérez) ancora più fantasmagorici e realistici, come la scena in CGI del bus fermato da Roccia che ricorda i titoli di apertura di Deadpool.
Avremmo voluto di più da questa Seconda Generazione, una maggiore cura nell’elaborazione della trama, una migliore caratterizzazione dei personaggi e magari una risoluzione degli eventi non così annacquata e monca. Ci rimangono le interpretazioni di Ludovico Girardello (che ha impiegato gli ultimi due anni nel lavoro teatrale), Kseniya Rappoport e Galatea Bellugi, ma non siamo sicuri possano bastare.