Provvedimenti di sequestro a carico di professionisti e consulenti d’arte contemporanea e decine di ordini di esibizione a carico di potenziali parte offese. Indagano i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale
“I carabinieri nel mio studio? Certo, confermo tutto, sono venuti con un mandato di perquisizione, mi chiedevano di un disegno che ho aiutato a vendere, così, per fare un favore a un amico. Non capisco qual è il reato? Per me si tratta di un disegno autentico, lo dimostrassero loro il contrario…”. Con queste parole, rilasciate al quotidiano Il Mattino, Eduardo Cicelyn conferma le voci dell’indagine in corso, ma allo stesso tempo ne prende decisamente le distanze. La notizia è apparsa sulla stampa partenopea: tredici provvedimenti di sequestro a carico di professionisti e consulenti in materia di arte contemporanea, e decine di ordini di esibizione a carico di potenziali parte offese che potrebbero possedere opere false a loro insaputa. È questo il tema dell’attività investigativa coordinata dai pm napoletani Converso e Orlando: “Quadri d’autore costati un occhio ed esposti in bella mostra nei salotti di casa, all’interno dei propri studi professionali, magari regalati a Natale come cimeli da tenere sotto chiave”, sintetizza Il Mattino. “Quadri d’autore che si sono invece rivelati delle croste, quasi a dispetto di stime e valutazioni di professionisti del ramo, che hanno garantito per la autenticità dell’opera”.
Alla vicenda stanno lavorando i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, con un’indagine che sta creando scompiglio nel mondo della cultura e dell’arte contemporanea, ma ancora dai contorni indefiniti e con ipotesi di accusa – si parla di ricettazione e false attestazioni – ancora da definire e soprattutto verificare. Oltre all’ex direttore del Museo Madre e poi fondatore della Galleria Casa madre, stando al quotidiano partenopeo gli altri indagati sarebbero “Antonio Abbruzzese, Andrea Attena, Giulio Di Sotto, Antonio Lanza, Antonio Molis, Alfredo Pozone, Vincenzo Morra, (titolare della casa d’aste denominata Morra arte studio), Gaetano Picillo, Cesare Corbara, Espedito Iaccarino, Francesco Mazzei, Lorenzo Maugeri (residente a Catania)”. Secondo la ricostruzione de Il Mattino, “Cicelyn deve difendersi dall’accusa di aver favorito la mediazione tra l’amico medico Antonio Molis (anche quest’ultimo tra i perquisiti) e un privato cittadino che ha acquistato un disegno di Dorazio”.
“Tutto nasce da una richiesta di un amico, un professionista napoletano”, risponde lui dalle colonne dello stasso giornale, “si chiama Antonio Molis (primario in pensione del Fatebenefratelli, ndr), amico di vacanze ad Acciaroli, che mi ha chiesto di aiutarlo a vendere quadri di cui era in possesso. Mi ha proposto una quarantina di opere, alla fine ho trovato interessanti solo due o tre cose”. Il disegno di Piero Dorazio che ha scatenato l’inchiesta a suo carico “era accompagnato da un certificato di autenticità, dalla foto della firma con la quale l’autore conferma la sua autenticità e dal numero di catalogo o di archivio. Per questo motivo posso confermare che io non tratto opere false, in quanto sono tutte provviste dei requisiti di autenticità. Se poi, alcuni documenti sono fasulli, lo devono stabilire gli inquirenti, certo non posso verificarlo io”.