Cosa accadrà nel futuro? Domanda antichissima e attualissima perché da sempre l’uomo cerca di prevedere il domani, ma il futuro non si lascia decifrare.
Imprevedibile, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà (fino al 4 febbraio 2018) è il titolo dell’originale mostra allestita al Centro Arti e Scienze Golinelli a Bologna. Il nuovissimo padiglione progettato da Mario Cucinella ospita un percorso tra opere d’arte di artisti contemporanei e acute riflessioni sulla scienza e la sua storia. I due approcci, arte e scienza, vengono presentati in parallelo così da attivare connessioni impreviste e spesso illuminanti, che spalleggiandosi a vicenda approfondiscono la conoscenza.
E’ da anni che la Fondazione Golinelli mette in dialogo il linguaggio dell’arte con quello della scienza e della tecnologia, perché ha sempre creduto nella forte potenzialità di questo connubio per diffondere la cultura e il sapere. Gli artisti, poi, avendo anche una sensibilità quasi profetica, possono giocare un ruolo importante nell’aiutarci ad immaginare i nuovi modi di vivere che ci aspettano. L’arte insegna a pensare, non semplicemente a vedere.
Nelle mostre degli scorsi anni abbiamo potuto riflettere sull’antroposfera, sul rapporto tra uomo e tecnologia, sulle nuove età della vita, sull’energie della mente, sulla scienza del gusto e sulla libertà. Ora ci viene presentato il sempreverde tema del futuro.
La curatrice artistica della mostra, Cristiana Perrella scrive: “Oggi la vita è caratterizzata da grandi e rapidissimi cambiamenti, fuori dai parametri già a noi noti. Abitare l’incertezza è forse una delle cose che gli artisti sanno fare meglio, lasciando spazio al dubbio e alle molteplici interpretazioni.” E Giovanni Carrada direttore scientifico prosegue: “Il futuro non si lascia prevedere e quindi, per fortuna, nessuno lo può controllare, ma per quanto possibile dobbiamo oggi contribuire a crearlo, cercando in quello che accade oggi i semi di quello che potrebbe accadere domani. I meccanismi, le tendenze del futuro, almeno a grandi linee, possono essere intravisti guardando come ha funzionato il futuro negli ultimi cento anni”.
La mostra è composta da sei sezioni, ognuna delle quali presenta un tema scientifico sul futuro affiancato da opere d’arte contemporanea che attraverso suggestioni e interpretazioni approfondiscono la riflessione.
Facciamo alcuni esempi delle opere esposte.
L’incalzante video di Elena Mazzi e Sara Tirelli. Un drone segue dall’alto la corsa di un uomo in un territorio accidentato (le pendici dell’Etna): senza punti di riferimento i suoi passi sono esitanti, ma non si dà per vinto e prosegue la sua corsa in cui ogni passo è una conquista e una novità. Una metafora azzeccata di come affrontare l’idea di futuro, con coraggio e prudenza.
Pablo Bronstein con L’età dell’acciaio vuole rendere omaggio all’antica rivoluzione industriale del XIX secolo: disegna monumentalizzandole le prime macchine dell’industria pesante creando un bell’effetto architetturale classico.
Molto angosciante è il countdown dei secondi, evidenziati da un display elettronico, che rimangono da vivere all’autore, l’artista Nasan Tur, calcolato attraverso dati statistici ed epidemiologici su di se’. Un futuro che precipita verso l’esaurimento del tempo concesso. Da brividi.
Joep van Lieshout immagina un futuro in cui l’agricoltura e l’allevamento saranno razionalizzate per puntare alla massima efficienza: risultato corpi surreali e mostruosi per soddisfare i bisogni di un mondo assurdo.
Il ricordo è il tema principe di Flavio Favelli che assembla cose del passato, come le insegne luminose degli anni ’60 e ‘70, trasformandole in nuove creazioni. Un passato un po’ sbiadito e sgualcito, confuso ma ancora ricco di significato.
L’alta torre di biciclette sovrapposte di Ai Weiwei chiude il percorso della mostra. Il mezzo di trasporto tradizionale cinese, simbolo di libertà, oggi non ha più quel ruolo. Nella modernissima e rampante Cina di oggi assistiamo alla corsa al progresso della motorizzazione che ha generato un impatto brutale sull’ambiente e sulla vivibilità delle città. Ma sembra che stia cambiando con il ritorno della bici, però elettrica.
Tutte le informazioni: http://www.artescienzaeconoscenza.it/imprevedibile-mostra-di-arte-e-scienza/2071