Il Centro Pecci inaugura venerdì 23 febbraio Mark Wallinger Mark, prima mostra personale in Italia dell’artista inglese.
Mark Wallinger, nato nel 1959 a Chigwell, è uno dei più importanti artisti contemporanei attivi nel Regno Unito. Noto per la sua ricerca sul tema dell’identità e per aver indagato fin dagli esordi della sua carriera i concetti di potere, autorità, inganno e illusione, Wallinger utilizza una grande varietà di mezzi espressivi, spaziando tra pittura, scultura, fotografia, video, installazione, performance e arte pubblica.
>> Dopo una prima candidatura nel 1995, nel 2007 Wallinger ha vinto il Turner Prize con l’installazione State Britain, una replica fedele del presidio di protesta messo in atto in Parliament Square a Londra dall’attivista e pacifista Brian Haw.
Al Centro Pecci saranno esposte le opere più significative delle varie fasi della carriera di Wallinger, offrendo così la possibilità al pubblico di comprendere la sua pratica artistica.
Il percorso espositivo inizia con Ecce Homo (1999-2000), la prima scultura di arte contemporanea ad aver occupato il piedistallo storicamente vuoto di Trafalgar Square a Londra. La figura di un perseguitato tormentato da una corona di spine rappresentava un interrogativo provocatorio nel suo contrasto con le altre statue presenti nella piazza, in pietra e bronzo, che simboleggiano i princìpi di una nazione.
In Passport Control (1988), una serie composta dagli ingrandimenti di alcune sue fotografie di passaporti rielaborate con scarabocchi di pennarello e bianchetto, Wallinger affronta direttamente le questioni relative agli stereotipi razziali e culturali. Un lavoro lungimirante, se si pensa ai recenti sviluppi geopolitici e alla crescente paranoia associata ai confini internazionali.
Gli id Paintings (2015-2016), sviluppati a partire dalla numerosa serie dei Self Portraits, rimandano al corpo dell’artista stesso: la sua altezza, sommata all’ampiezza delle sue braccia spalancate, determina infatti le dimensioni della tela. Mark Wallinger adotta delle pose simmetriche, in modo che i gesti sulle due metà della superficie pittorica siano speculari, rimandando alla simmetria bilaterale dell’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, ma anche alle macchie del test di Rorschach.
Realizzati distribuendo il colore sulla tela attraverso i movimenti spontanei delle mani intinte nella vernice, gli id Paintings costituiscono la testimonianza del gesto alla base della loro creazione e del confronto fisico dell’artista con la superficie pittorica.
Pietre Prato (2018) è una nuova opera site-specific realizzata per la mostra. Le pietre numerate a mano con il loro intrinseco contrasto tra il lavoro dell’uomo e la monumentale scala temporale della geologia, convogliano riflessioni sulla mortalità e sulle liste degli scomparsi e degli ignoti.
A chiudere il percorso espositivo vi sono due imponenti video-documentazioni. Construction Site (2011) segue le operazioni di tre operai edili intenti ad erigere sulla spiaggia una torre di impalcature perfettamente allineata all’orizzonte, che, una volta completata, viene smantellata e riassemblata da capo. In Sleeper (2004) l’artista, indossando un costume da orso, percorre per tutta la notte gli immensi spazi deserti della Neue Nationalgalerie di Berlino.
Mark Wallinger Mark è una mostra itinerante che è stata ospitata precedentemente presso il Serlachius Museum di Mänttä in Finlandia (2016), il The Fruitmarket Gallery di Edimburgo e il Dundee Contemporary Arts di Dundee in Scozia (2017).
MARK WALLINGER MARK
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci
24 febbraio > 03 giugno 2018
Inaugurazione 23 febbraio, ore 18.00
Viale della Repubblica 277, 59100 Prato