Pubblica è un progetto di Residenza d’Arte Urbana, che nasce con lo scopo di restituire gli spazi pubblici alla collettività, valorizzando il territorio attraverso le creazioni di alcuni tra i maggiori esponenti dell’arte contemporanea.
Pubblica, a cura di Carlo Vignapiano ed Elena Nicolini, è stato inaugurato a Selci nel 2015, un paesino in provincia di Rieti, che oggi conta ben 11 monumentali interventi riconosciuti dai Beni Culturali.
Proprio lo scorso anno si è definita la seconda edizione di Pubblica, che ha portato interventi di artisti internazionali come: Diego Ritmo, Fio Silva, Luis Gomez, Marcy, Emmeu, Solo, Diamond, Mirco Marcacci e David Petroni.
In ultimo, ma solo in ordine di tempo, Gonzalo Borondo. Noto artista spagnolo, che ha realizzato un raffinatissimo intervento presso la cappella funebre consacrata nel Cimitero Comunale di Selci, lasciando il suo segno inconfondibile su otto grandi lastre con vedute che emergono dalla ruvidezza del graffio e ampie colate di vernice.
Cenere, così l’artista ha chiamato la sua opera, in cui ha voluto descrivere “le diverse vie dell’uomo” ma anche un inno alla caducità della vita, a ricordarcelo è la candela, presente in tutte le lastre in primo piano.
Altro monito dell’artista, una scritta in argilla che, in alto, circonda il perimetro della cappella: “La Fine L’Inizio” è ripetuto come in un mantra.
Pubblica oggi amplia il suo campo d’azione, questa volta la scelta è ricaduta su Civita Castellana, in provincia di Viterbo, nuova meta per nuovi interpreti provenienti da ogni parte del mondo.Primo protagonista l’artista Jerico Cabrera Carandang e la sua ricerca sulle possibili convivenze tra uomo e natura. Un monumentale intervento urbano che rappresenta solo una parte dell’intero progetto, che troverà il suo culmine il prossimo 2 febbraio presso l’istituto I.S.G. Colasanti, occasione in cui l’artista potrà condividere la sua esperienza di dialogo tra la tela e il muro.
A questo proposito abbiamo avuto l’opportunità di intervistare i curatori Carlo Vignapiano ed Elena Nicolini.
Come nasce Pubblica?
“Pubblica nasce da una serie d’incontri tra me, il Cultural Manager Dario Marcucci ed il sindaco di Selci Egisto Colamedici” ci racconta il curatore Carlo Vignapiano. “Alcune volte un pizzico di casualità non guasta e in quelle occasioni parlavamo di come avremmo potuto conciliare le diverse entità culturali e le realtà istituzionali del territorio, l’importanza del valore culturale dell’Arte negli spazi pubblici. Il concetto di Residenza d’Arte Urbana ci avrebbe permesso di dar vita a tutte le parole spese e così nel Luglio del 2015 iniziammo questo rapporto che dura ancora oggi”.
Cos’ha significato per voi l’esperienza di Selci?
– “Una vera e propria Officina dell’Arte in cui uno degli ingredienti principali è stato il Tempo” ci spiega l’architetto Elena Nicolini. “Questo essere costruttore che ci ha permesso di indagare tematiche e stili di tutti quegli artisti contemporanei che oggi si esprimono, più che in passato, in forme di gigantismo murali e imponenti opere pubbliche. Selci non è un ambiente chiuso, non è un cubo bianco ma una cittadina che ci ha permesso tanto e proprio per questo ci ha richiesto una grande attenzione”.Cos’ha significato per la gente del posto?
“Alcuni residenti hanno partecipato costantemente all’intero processo” continua a spiegarci Elena, “ed altri si sono goduti la creazione delle opere seduti sulle panchine sotto casa. So dirti però come sia stato, sempre più fondamentale, instaurare un dialogo continuo tra le parti fino ad incontrare persone che hanno reso la nostra permanenza più completa”.
In che modo avete intenzione di affrontare questo nuovo progetto a Civita Castellana?
– “Civita Castellana, è stata la risposta al lavoro svolto nel reatino, in cui il primo cittadino Gianluca Angelelli, dopo una visita a Selci ha carpito le possibilità del progetto nella sua città, un luogo radicato nella cultura e con una forte presenza di aziende legate alla ceramica che ne hanno definito la storia moderna. Su queste basi ci siamo voluti dare dei punti fissi promuovendo le già esistenti eccellenze storico, culturali e paesaggistiche sempre in stretta relazione con atteggiamenti d’arte contemporanea e pubblica. Cerchiamo, per tutte queste ragioni, di proporre un Modello”- sottolinea Vignapiano – “che porti ad un atteggiamento di confronto con l’arte attraverso tutti quei possibili passaggi che ne valorizzino la qualità degli atteggiamenti che per noi sono inscindibili dalla rappresentazione finale. Saremo ancora più esigenti rispetto agli artisti che accetteranno di partecipare alla residenza, ad esempio con Jerico il rapporto creativo si è basato su studi, bozzetti, opere pittoriche su tela, argille, incontri formativi, appuntamenti con i cittadini ed anche l’opera muraria, questo a dimostrare tutto l’impegno che gli abbiamo chiesto e tutto quello che può esserci dietro un Murales”.