L’Hirshhorn Museum rimuove opera di Krzysztof Wodiczko. Dalla Florida a Washington: la tragedia colpisce anche l’arte
L’Hirshhorn Museum di Washington D.C. ha deciso di posticipare la proiezione della monumentale opera dell’artista polacco Krzysztof Wodiczko. L’istituzione rinuncia così momentaneamente all’opportunità di riproporre l’opera a 30 anni dalla sua ultima apparizione.
In accordo con l’artista, la decisione è stata presa a seguito della sparatoria avvenuta in Florida il 14 febbraio, dove almeno 17 persone hanno perso la vita.
Il contenuto esplicito e il messaggio forte dell’opera, che raffigura due mani -una candela nella sinistra e una pistola nella destra (due poli opposti)- è stato giudicato eccessivo e potenzialmente offensivo per le vittime e i familiari coinvolti nella tragedia.
Nonostante in occasione dell’annuncio della mostra lo stesso Wodiczko abbia riconosciuto il valore e la portata sociale della sua installazione -“La proiezione di 30 anni fa mi appare oggi stranamente familiare e al tempo stesso insopportabilmente rilevante” – oggi a prevalere sono il silenzio e la sensibilità.
Di fronte al dolore dunque anche l’arte fa un passo indietro rispetto alla polemica.
Gesto encomiabile od occasione persa? L’opinione pubblica si divide e le parole con cui l’artista commenta la sua opera alimentano dubbi e perplessità: “Più che mai, il significato dei nostri monumenti dipende dal nostro ruolo attivo nel trasformarli in siti di memoria e valutazione critica della storia, nonché luoghi di discorso e azione pubblici“.
Per qualcuno è allora inevitabile rammaricarsi di fronte all’arte che nega se stessa, che rinuncia a farsi portavoce di messaggi forse scomodi ma certamente essenziali.
Dei filmati preliminari dell’opera sono fruibili lungo il percorso espositivo e il portavoce dell’Hirshhorn non esclude che la proiezione possa essere reintegrata prima della fine della mostra dedicata all’artista polacco.