Tra i palazzi più sontuosi della Città Eterna, quello della Cancelleria Apostolica merita una particolare menzione, non solo per la possente mole o il fastoso apparato decorativo ma anche per la sua importante storia.
Sorge su Corso Vittorio Emanuele II, alle spalle di Campo de’ Fiori ed il suo primo proprietario fu il cardinale Raffaele Riario, nipote e camerlengo di Papa Sisto IV della Rovere. Il prelato iniziò la costruzione dell’edificio perché desiderava possedere in città un’imponente dimora di lusso. La sua costruzione è da primato, visto che fu il primo palazzo nobiliare di Roma ad essere costruito ex novo in puro stile rinascimentale. Divertente è anche la leggenda che racconta come il Riario abbia vinto al gioco, in una sola notte, tutti i soldi necessari alla sua costruzione.
Dicerie a parte, è certo che in seguito il palazzo divenne proprietà dei pontefici, che decisero di destinarlo a dimora del Vice Cancelliere. Sebbene l’edificio dall’esterno si presenti particolarmente imponente e massiccio, appena varcata la sua soglia, ci si ritroverà all’interno di uno dei cortili più eleganti di Roma, realizzato da Donato Bramante. Raffinato e funzionale, Bramante come sempre riuscì a portare al massimo della perfezione tecnica la sua realizzazione. Per la costruzione del cortile ed in generale del palazzo, il bianco travertino sembra sia in buona parte materiale di spoglio, recuperato da importanti monumenti antichi, tra cui anche il Colosseo.
Dal cortile è possibile raggiungere il piano nobile del palazzo, al cui interno si susseguono una serie di sale, saloni e stanze preziose. Accoglie il visitatore la Sala Regia, non solo enorme nelle dimensioni, ma interamente affrescata e decorata durante il pontificato di Clemente XI (all’inizio del 1700), in cui si può anche ammirare il celebre quadrante di orologio dipinto dal Baciccia. Subito accanto, vi è il Salone d’Onore affrescato da Giorgio Vasari ed aiuti in soli 100 giorni – e per questo anche detto Salone dei Cento Giorni – come da richiesta del severo committente, Papa Paolo III Farnese. Lungo le sue pareti ecco susseguirsi alcuni degli episodi più importanti della vita del pontefice, come per esempio il celebre incontro tra il Papa, Carlo V e Francesco I avvenuto a Nizza nel 1538. Una curiosità: si racconta che quando Michelangelo vide la sala, in risposta alla velocità di esecuzione degli affreschi, fatti appunto in soli 100 giorni, abbia esclamato con una punta di sarcasmo: “E si vede!”.
Tra le altre importanti sale del palazzo meritano una particolare menzione il Salone di Studio, con la volta affrescata da Perin del Vaga; la Stufetta, una sorta di bagnetto privato, attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane con pergolato affrescato da Baldassarre Peruzzi; e la straordinaria Cappella del Pallio, impreziosita da stucchi e dipinti di Francesco Salviati, luogo esclusivo di preghiera dei Papi nel Rinascimento, richiesti all’artista dal Cardinale Alessandro Farnese, nipote di Paolo III.
Tra le ultime curiosità, la visita ai sotterranei del Palazzo: attraversando infatti il Museo Leonardo da Vinci (allestito in alcune sale a pianterreno), si raggiungerà un luogo curioso, il sepolcro romano di Aulio Irzio, completamente immerso nell’acqua di un placido laghetto color smeraldo. L’acqua arriva dall’Euripus, il canale che già anticamente attraversava il Campo Marzio per sfociare poi nel Tevere.
Approfondimento a cura di L’Asino d’Oro Associazione Culturale che organizza visite guidate e passeggiate per andare alla scoperta di Roma con archeologi e guide turistiche abilitate della Provincia.