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Recuperato il “Capriccio Architettonico con astanti”, capolavoro del vedutismo italiano del ‘700. Grazie al lavoro del Comando Carabinieri TPC

Quadro recuperato dal Comando TPC Capriccio Architettonico con Astanti (particolare)
Quadro recuperato dal Comando TPC
Capriccio Architettonico con Astanti (particolare)

L’importante opera del vedutismo italiano del ‘700 recuperata dal Comando TPC era in procinto di essere messa in vendita da una casa d’aste londinese. La presentazione a Palazzo Barberini dove presto il quadro tornerà in seguito alle necessarie formalità esperite dalla Procura della Repubblica di Roma.

Roma. A quasi 25 anni dal furto, avvenuto nel 1994, il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale ha recuperato il dipinto a olio ‘Capriccio Architettonico con astanti‘, un’importante opera del XVIII secolo riconducibile a quella straordinaria stagione del vedutismo che nel nostro paese raggiunse altissimi livelli grazie alle bellezze delle maggiori città così come dei paesaggi naturali.
La paternità del dipinto è contesa proprio tra i due più importanti esponenti del vedutismo italiano, ovvero Giovanni Paolo Pannini (1691-1765) e Andrea Locatelli (1695-1741).

I famosi “capricci” di Panini accostavano elementi scultorei e architettonici reali – in particolare dei monumenti di Roma – in ricostruzioni immaginarie sospese in un’atmosfera da sogno, con figure tratte da storie sacre e profane. Con Andrea Locatelli , la semplice ma suggestiva campagna romana o la magnificenza dei monumenti dell’antica Urbe , facevano da sfondo a scene di vita quotidiana.
Durante le indagini investigative è emerso un tassello importante nella ricostruzione dell’origine dell’opera : dalla monografia di Andrea Locatelli a cura di Andrea Busiri Vici del 1976, nella scheda n. 11,  risulta una attribuzione non a Panini ma a Locatelli.

Capriccio architettonico con astanti recuparato dal Comando TPC
Capriccio Architettonico con Astanti

Le indagini hanno preso il via nel novembre del 2017 dai militari della Sezione Antiquariato che hanno individuato il quadro presso un’importante casa d’Aste londinese che era in procinto di metterlo in vendita, con un prezzo di partenza di 40.000 sterline, pari a circa 50.000 euro.
Dopo i necessari controlli attraverso la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, l’attività investigativa ha ricostruito anche l’antefatto dell’imminente vendita all’asta del dipinto rubato. Gli approfondimenti investigativi infatti,  hanno accertato che il dipinto era stato consegnato, da un antiquario, alla filiale romana della casa d’aste di Londra che, a sua volta, ne aveva chiesto e ottenuto l’attestato di libera circolazione.

Il dipinto è già tornato nel nostro paese e dopo il disbrigo delle necessarie formalità da parte della Procura della Repubblica di Roma, tornerà alle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma – Palazzo Barberini e Galleria Corsini, alla quale era stata donato nel 1892 dalla famiglia nobiliare Torlonia.
Prima del furto del 1994, l’opera aveva subito numerosi trasferimenti . Come spiegano i carabinieri del TPC (Tutela Patrimonio Culturale) : ” Il 1° gennaio 1925 è stato  dato in deposito a Palazzo Venezia dopo essere stato in mostra a Castel Sant’Angelo nel 1911 e 1920. Il 20 febbraio 1958 è stato ceduto in deposito temporaneo all’istituto culturale “delegazione opere d’arte astalli” – Archivio Siviero – Delegazione per le Restituzioni del MAE (Ministero Affari Esteri). Il 1° gennaio 1994 è stato rubato”.

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