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Un Achrome di Piero Manzoni esposto a Milano da Lempertz

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Anche la casa d’aste tedesca Lempertz parteciperà alla Milano Art Week 2018, in arrivo in concomitanza con la ventitreesima edizione della fiera dell’arte moderna e contemporanea miart che si tiene dal 13 al 15 aprile (vernissage il 12).

La maison ha scelto di presentare ai collezionisti italiani un’opera di un artista nostro connazionale: la tela Achrome di Piero Manzoni, che andrà in asta a Colonia il 2 giugno 2018. L’opera sarà visibile in private view a Milano tra il 9 e 12 aprile 2018. Per visionare il dipinto,  si può contattare gli esperti di Lempertz a questo indirizzo: milano@lempertz.com

 

Piero Manzoni Achrome, 1959 Caolino e tela grinzata, 50 x 40 cm. Firmato e datato sul telaio 'Piero Stima: € 400.000 - 500.000 Colonia, 2 giugno 2018
Piero Manzoni
Achrome, 1959
Caolino e tela grinzata, 50 x 40 cm.
Firmato e datato sul telaio ‘Piero
Stima: € 400.000 – 500.000
Colonia, 2 giugno 2018

Piero Manzoni (1933-1963) è da annoverare indubitabilmente tra i principali artisti italiani del dopoguerra. Ebbe solo pochi anni a disposizione per sviluppare la sua poliedrica, cangiante, provocatoria e talora sconvolgente attività creativa e per contribuire in maniera irreversibile al radiale cambiamento dell´arte avvenuto con gli anni Sessanta.

Insieme a Lucio Fontana e Yves Klein, Manzoni inaugura un nuovo capitolo della Avan-guardia: amplia teorie e tendenze della pittura astratta, arte concettuale e della performance, un linguaggio provocatorio, che si stava all´epoca emancipando con una espressione pie-namente autonoma; con un principio formale che era allora adoperato da molti artisti in modi diversi e mirava al superamento del gesto informale e alla ricerca di un linguaggio neutro, che non si rapportasse a nessun precedente pittorico, o elemento condizionato.

L´opera di Manzoni che Lempertz ha il piacere di proporre in asta il 2 giugno appartiene alla serie “Achromes“, un ampio ciclo con il quale Manzoni si confronta a partire dal 1957, in qualche modo paragonabile al concetto spaziale di Lucio Fontana. Con la creazione di un linguaggio personale, l´artista desume dall´espressionismo astratto una pittura monocroma, che arricchisce con la molteplice stratificazione delle superfici acrome.

Le tela è imbevuta di gesso o caolino, viene piegata orizzontalmente e apposta sul telaio. Manzoni si sottrae così dal concetto di pittura nel senso classico; nella sottile dimensione materiale dell´oggetto l´artista rompe la tensione della superficie piana, con la partizione di luce e ombre, e crea con diversi valori tonali un gesto apittorico ma allo stesso tempo parti-colarmente pregno di significato.

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