“Siamo obbligati, vendiamo i papiri perché abbiamo bisogno di liquidità per andare avanti”, è lo sconsolato commento di Corrado Basile, che precisa che la vendita non è diretta a privati ma solo a enti e istituzioni
“Vendiamo perché abbiamo bisogno di liquidità per andare avanti“. Parole che di questi tempi non propriamente entusiasmanti sul piano economico non sono infrequenti in ambienti borsistici, industriali, finanziari. Stupiscono un po’ se a pronunciarle è il fondatore ed animatore di un museo, e se l’oggetto della vendita sono proprio opere – o in questo caso reperti – della collezione museale. È quanto accade a Siracusa, dove a dare il sorprendente annuncio è Corrado Basile, fondatore con Anna Di Natale del Museo del papiro Corrado Basile, estensione del prestigioso Istituto internazionale del papiro.
“Siamo obbligati, vendiamo perché abbiamo bisogno di liquidità per andare avanti“, è lo sconsolato commento di Basile, che precisa che la vendita non è diretta a privati ma solo a enti e istituzioni. “La Regione ci ha dimezzato di anno in anno i contributi, ora siamo in trattativa con università italiane e straniere che si sono dimostrate interessate alla nostra proposta“. Oggetto della vendita sono in particolare 20 frammenti di papiri greci e demotici della collezione, pezzi di “accertata provenienza, acquistati circa dieci anni fa e, per quanto di conoscenza, inediti”.
