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In asta a Milano un raro ambiente di Fontana. Ce lo raccontano le esperte di Sotheby’s

Lotto 31 LUCIO FONTANA 1899 – 1968 Soffitto: Concetto Spaziale due forme in gesso e stucco, illuminazione al neon cm 350×300; cm 190×190 Eseguito nel 1952-54 ⊕ € 300.000-400.000 £ 262.000-349.000 US$ 367.000-490.000 Lotto 31 LUCIO FONTANA 1899 – 1968 Soffitto: Concetto Spaziale due forme in gesso e stucco, illuminazione al neon cm 350×300; cm 190×190 Eseguito nel 1952-54 ⊕ € 300.000-400.000 £ 262.000-349.000 US$ 367.000-490.000
Lotto 31 LUCIO FONTANA 1899 – 1968 Soffitto: Concetto Spaziale due forme in gesso e stucco, illuminazione al neon cm 350×300; cm 190×190 Eseguito nel 1952-54 ⊕ € 300.000-400.000 £ 262.000-349.000 US$ 367.000-490.000
Lotto 31
LUCIO FONTANA
1899 – 1968
Soffitto: Concetto Spaziale
due forme in gesso e stucco, illuminazione al neon
cm 350×300; cm 190×190
Eseguito nel 1952-54
⊕ € 300.000-400.000
£ 262.000-349.000 US$ 367.000-490.000

Il raro Soffitto di Lucio Fontana creato in collaborazione con Osvaldo Borsani tra il 1952 e il 1954 stima € 300.000-400.000. Andrà in asta il 18 aprile 2018 durante la Evening Sale di  “Arte moderna e contemporanea”

La città di Milano ha recentemente dedicato grande attenzione alla produzione meno nota di Lucio Fontana con la mostra ospitata all’Hangar Bicocca dove sono “tornati in vita” alcuni dei suoi “Environments” più significativi. (“Lucio Fontana Ambienti/Environments”, 21 settembre 2017 – 25 febbraio 2018).

Ora anche la casa d’aste Sotheby’s accende i riflettori su questa produzione dell’artista mettendo in asta a Milano (il prossimo 18 aprile) un raro ambiente di Fontana creato per un appartamento meneghino in collaborazione con l’architetto e designer Osvaldo Borsani tra il 1952 e il 1954. Il “Soffitto. Concetto Spaziale” arriva sul mercato con una stima di € 300.000-400.000. (Clicca qui per un approfondimento sull’asta)

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Osvaldo Borsani, studio per Angolo di un soggiorno, 1950. © Archivio Osvaldo Borsani, Varedo

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Nelle vendite all’asta (anche nelle conoscenze della maggior parte delle persone) l’arte di Fontana è indubbiamente associata ai suoi “Tagli”. Ma la sua produzione in realtà è molto più vasta e innovativa. Ha sperimentato con i concetti di materia, spazio, vuoto, luce utilizzando diversi materiali. Accanto alla ceramica, al gesso o alla vernice, ha utilizzato il neon, la luce di Wood e la pittura fluorescente, sempre alla ricerca di un’arte totale, che fondesse pittura, scultura e architettura.
La maggior parte delle installazioni concepite in scala architettonica e segnate da un uso rivoluzionario dei materiali sono andate distrutte. È dunque molto raro poter entrare in contatto con una originale come quella che andrà in asta da Sotheby’s. Alcune sono state ricostruite accuratamente, per citare una delle più note e più visibili ai cittadini di Milano, la “Struttura al Neon” realizzata per la IX Triennale di Milano (1951), oggi al Museo del Novecento, che affaccia proprio su piazza Duomo.

A sinistra: Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX triennale di Milano, 1951. © Fondazione Lucio Fontana, Milano A destra: Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX triennale di Milano, Museo del Novecento, Milano
A sinistra: Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX triennale di Milano, 1951. © Fondazione Lucio Fontana, Milano
A destra: Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX triennale di Milano, Museo del Novecento, Milano

La ricerca della terza dimensione non si è fermata dunque alla tela, con i “Buchi” (dal 1949) e, a partire dal 1958, i “Tagli”. Fontana sente l’esigenza di superare l’arte del passato, facendo “uscire il quadro dalla sua cornice e la scultura dalla sua campana di vetro“. Studia e produce nuove forme d’arte. Già nel 1949 realizza alla galleria del Naviglio di Milano il suo primo ambiente spaziale: “Ambiente spaziale a luce nera”, un’opera in cui rende lo uno spazio della galleria totalmente nero con elementi fosforescenti che fluttuano appesi al soffitto. Inizia così a portare avanti in maniera parallela alle tele, forse più note ai collezionisti, queste nuove ricerche.

Marta Giani e  Beatrice Botta da Sotheby's
Marta Giani (a sinistra) e Beatrice Botta (a destra)

-Abbiamo incontrato Beatrice Botta e Marta Giani, responsabili dell’asta di Sotheby’s, per farci raccontare la storia di questo lotto. Come è nata la collaborazione tra Fontana e Borsani?
Lucio Fontana sin dai primi anni ’40 collabora con molti architetti e la sua idea centrale è fondata sulla cooperazione e la condivisione dei principi estetici tra architetti, pittori, scultori, decoratori e designer in uno spirito attivo di commistione delle arti e per una nuova concezione dello spazio dell’abitare. Si ricordi inoltre che nei primi anni ’50, Osvaldo Borsani era un progettista d’interni di gran moda presso la committenza milanese e la collaborazione con Fontana fu particolarmente felice.

– Ci capita di sfogliare cataloghi di aste di Design che propongono mobili creati a quattro mani dai due maestri, mobiletti da bar o tavolini. Ma il frutto della collaborazione per questo ambiente milanese è davvero eccezionale. Rarissimo che opere così passino sul mercato. Vi sono altri ambienti battuti in asta? Che valori sono stati raggiunti?
E’ davvero rarissimo che esempi di questo tipo passino sul mercato d’asta: in verità a noi viene in mente un solo altro esempio con delle caratteristiche analoghe e si tratta di un soffitto di Casa Melandri proposto in asta nel 2015. L’altro esempio di Arte Ambientale che ci ricordiamo è la grande parete di Scheggi che Sotheby’s Londra ha venduto nel 2015 a oltre € 1.600.000.

Cosa ha in comune questa decorazione con gli altri esempi noti di Casa Melandri, Casa Gentilini e Casa Maffioli?
Sono tutte realizzazioni accomunate dalla ricerca sulle forme spaziali – a luce indiretta – unita ai giochi del Barocco.

– Insieme al soffitto “Concetto Spaziale” Fontana ha realizzato per lo stesso appartamento la decorazione per parete con “Arlecchini” danzanti, ricorrenti nella sua produzione scultorea di quel periodo. Nel catalogo si parla di “evidente ripensamento sul Barocco come stile che più di qualsiasi altro aveva dato spazio all’integrazione tra pittura, scultura e architettura”.
Quello degli Arlecchini è un tema ricorrente utilizzato da Fontana per coniugare le forme barocche con la sua ricerca spaziale. L’Arlecchino è una figura iconica nella produzione di Fontana come in quella di Picasso, basti pensare al grande Arlecchino del 1948 del Cinema Arlecchino di Milano o per fare altri esempi alla coppia di Pagliacci del ’51, ceramiche aggiudicate nel 2015 a Londra a £ 725.000.

32 LUCIO FONTANA 1899 – 1968 Decorazione parete: Arlecchini stucchi colorati cm 310×410 Eseguito nel 1954 ⊕ € 300.000-400.000 £ 262.000-349.000 US$ 367.000-490.000
LUCIO FONTANA
1899 – 1968
Decorazione parete: Arlecchini
stucchi colorati
cm 310×410
Eseguito nel 1954
⊕ € 300.000-400.000
£ 262.000-349.000 US$ 367.000-490.000
Lucio Fontana, Pagliacci, 1951, Sotheby’s Londra, The Italian Sale, ottobre 2015, aggiudicati a GBP 725.000
Lucio Fontana, Pagliacci, 1951, Sotheby’s Londra, The Italian Sale, ottobre 2015, aggiudicati a GBP 725.000
Lucio Fontana, Arlecchino,  1948
Lucio Fontana, Arlecchino, 1948

– Oltre ai classici “Tagli”, i più amati dai collezionisti insieme ai pezzi record internazionali della serie della “Fine di Dio”, non è insolito trovare nei cataloghi delle aste milanesi i caminetti Fontana e in generale le ceramiche. È un momento ottimo per investire in questa tipologia di opere, dopo il record dello scorso febbraio di Londra?
E’ senz’altro un momento di grande ascesa per il mercato delle ceramiche. Sono molto ricercate non solo quelle spaziali ma anche quelle più figurative ed a questo proposito ricordiamo il recente world record di Londra per Figura Femminile, ritratto di Teresita, aggiudicato a £ 1.809.000. Nell’asta del 18-19 Aprile di Milano abbiamo una piccola raccolta privata di ceramiche, tra cui segnaliamo un Concetto Spaziale del ’64 stimato € 100.000-150.000 e due terracotte smaltate rispettivamente del 1937 e del 1940, una Figura Femminile seduta e una Piccola Battaglia.

-Avete già sentito dei collezionisti pronti a gareggiare per questi lotti?
Sì, siamo in contatto con diversi clienti italiani e stranieri per informazioni sulle opere e per i condition report.

– Inserire gli arredi di Borsani in questo catalogo di “Arte moderna e contemporanea” è una novità. Vuole sottolineare ancor di più il legame con il “Salone del Mobile”?
E’ stata una magnifica coincidenza!

SFOGLIA IL CATALOGO DEDICATO A FONTANA & BORSANI

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