Si è chiusa venerdì 11 maggio la mostra da Interno14 a Roma di Massimiliano Galliani, L’altra faccia delle mie mani, a cura di Vera Agosti. Un compendio delle opere più recenti dell’artista, sottolineando la nuova manualità del suo lavoro, dopo anni da video maker. Ecco un po’ di informazioni e il testo critico della curatrice per chi se la fosse persa.
Massimiliano Galliani dal 2013 decide di allontanarsi progressivamente dal digitale, per consacrarsi definitivamente alla pittura e dal 2015 al disegno. Il titolo dell’esposizione fa pensare all’altra faccia della Luna, nascosta alla Terra, fotografata per la prima volta solo nel 1959 da una cosmonave sovietica: l’astro notturno, bifronte e magico, fonte d’ispirazione per gli artisti e i poeti; la mano sapiente dell’artista che conosce più strade, più forme, più abilità, che prima teneva celate. Ecco allora esposti in mostra alcuni inediti come il dipinto Vita, del 2018, dedicato al Tevere, della serie sui fiumi. Sulla tela nera, lucida e splendente, il corso d’acqua viene riprodotto minuziosamente e fedelmente attraverso l’impiego di fotografie e mappe geografiche. Il fiume, con le sue anse e le sue tortuosità, è disegnato con un sottile strato di foglia d’oro e si fa segno e vena dell’arte. Il lucente metallo, richiamo all’antico e alla sacralità, impreziosisce il percorso, nobilitando le vie d’acqua da sempre centrali nella vita dell’uomo. Quindi raffinati disegni a grafite su carta, i ritratti al nero a partire dai selfie, “Le strade del tempo”, dedicate agli occhi della Gioconda di Leonardo e un filmato che ne documenta l’esecuzione.
Ecco un estratto del testo critico della curatrice
Un nuovo Massimiliano Galliani
Vera Agosti
Nel fare artistico di Massimiliano Galliani si è celata per lungo tempo una capacità manifestata soltanto negli ultimi anni. Massimiliano, infatti, da sempre video maker, dal 2013 decide di allontanarsi progressivamente dal digitale, per consacrarsi definitivamente alla pittura e al disegno dal 2015. Per la sua personale presso Interno14 a Roma, ha scelto il titolo L’altra faccia delle mie mani, volendo sottolineare la nuova manualità del suo lavoro, vissuto con un sentimento di freschezza ed entusiasmo. Viene spontaneo pensare all’altra faccia della Luna, nascosta alla Terra, fotografata per la prima volta solo nel 1959 da una cosmonave sovietica: l’astro notturno, bifronte e magico, fonte d’ispirazione per gli artisti e i poeti; la mano sapiente dell’artista che conosce più strade, più forme, più abilità. Non per nulla la mostra accoglie anche diversi inediti. Primo fra tutti il dipinto Vita, del 2018, dedicato al Tevere, della serie sui fiumi. Sulla tela nera, lucida e splendente, il corso d’acqua viene riprodotto minuziosamente e fedelmente attraverso l’impiego di fotografie e mappe geografiche. Il fiume, con le sue anse e le sue tortuosità, è disegnato con un sottile strato di foglia d’oro e si fa segno e vena dell’arte. Il lucente metallo, richiamo all’antico e alla sacralità, impreziosisce il percorso, nobilitando le vie d’acqua da sempre centrali nella vita dell’uomo. Anche l’Arno e il Mincio sono compresi nella serie, che era nata dal progetto di un manifesto per il fiume Enza che scorre in Emilia, dove vive e lavora Massimiliano […] per Leggerlo integramente clicca qui >>>