È morto ieri, 14 maggio 2018, nella casa-studio di Roma a ottantasei anni lo scultore Nicola Carrino, nato a Taranto nel 1932.
Docente di scultura nelle Accademie di Belle Arti sino al 1992, Carrino è stato accademico Nazionale di San Luca e suo Presidente nel biennio 2009-2010. Salutiamo uno tra gli scultori europei più aggiornati a partire dalla prima metà degli anni Sessanta.
Dal 1962 ha fatto parte a Roma del Gruppo 1, applicandosi alla progettazione di sculture costruite con oggetti e materiali industriali in una ricerca di ordine razionale. Promotore di interventi sull’ambiente, ha realizzato dal 1969 grandi opere metalliche tridimensionali, geometrico-modulari, componibili tra di loro in modo da dar luogo a una grande varietà di interrelazioni sia programmate che libere. Le sue opere, esposte anche in importanti musei italiani ed esteri, sono spesso installazioni monumentali che incidono sul paesaggio o sull’urbanistica.
>>Ricordiamo i suoi Costruttivi e Decostruttivi: parallelepipedi in acciaio destinati ad essere assemblati o frazionati tra loro dal pubblico stesso, dalla gente comune, con lo scopo di costituire nuovi momenti di confronto e relazione tra l’uomo e l’architettura.
Tra i suoi impegni più significativi, negli anni Novanta, il ripensamento di piazza Fontana nella sua amatissima Taranto: un antico spazio pubblico della città vecchia riprogettato attraverso le sue forme modulari e la sua progettualità da scultore-urbanista.