Chiusa con successo l’asta di arte asiatica battuta da Bertolami Fine Arts lo scorso 8 maggio a Roma.
Circa quattrocento dei cinquecento lotti che componevano il catalogo provenivano dalla collezione di una signora appartenente a una nobile famiglia olandese trapiantata in Indonesia. Il resto della raccolta era stato disperso con successo ad aprile a Londra, l’asta romana era pertanto concepita come prosecuzione di quella londinese.
«Tentare anche in Italia la vendita di questo bel compendio di arte cinese e indonesiana è stato un rischio calcolato – spiega Francesco Morena, capo del dipartimento di arte asiatica e tribale – davamo per scontato il successo dei pezzi di manifattura cinese ma l’esito dei lotti indonesiani era altamente incerto. Il test è stato interessante: i clienti cinesi hanno fatto come da previsione man bassa di quanto in asta fosse ascrivibile alla loro cultura, ma sono passati di mano e hanno fatto gara anche i migliori pezzi indonesiani, a dimostrazione del fatto che la qualità premia sempre e dovunque».
La conferma arriva dalla serratissima gara di cui è stata protagonista un’alzata in argento dorato prodotta nel Sud Est asiatico ai primi del ‘900, un pezzo di qualità finissima, valutato 300/400 euro ma passato di mano a 9.375.
Cinese, ovviamente, il top lot della sessione: una coppia di cachepots in porcellana bianca e blu completi di sostegni a balaustro. Due oggetti di grande eleganza prodotti a inizio ‘900 che sono passati di mano per 30.000 euro. La stima in catalogo era di 4.000/5.000 euro.
Una sorpresa è arrivata dalle alte performances di alcuni piccoli gruppi scultorei cinesi in turchese e giada. In particolare:
• una complicata composizione intagliata in un blocco di turchese in cui si sovrapponevano in aereo slancio verticale figure umane, animali, piccoli padiglioni e un dinamico scorcio di nuvole. Il virtuosimo degli intagliatori cinesi della prima metà del ‘900 paga sempre e fa salire a 10.000 euro il prezzo di questa sculturina alta 20 centimetri valutata in catalogo 800/1000.
• Stessa epoca e provenienza per il gruppo di figurette femminili rappresentate nell’atto di imbandire una mensa. Un intaglio in turchese che da una base d’asta di 800 euro arriva al prezzo finale di 6.500
• Passa infine di mano per 6.250 euro un intaglio in giada verde raffigurante una figura femminile immersa in un paesaggio boschivo. Base d’asta 2.000 euro.
• Rientra nel gruppo degli apprezzati oggetti intagliati anche un prezioso specchio dinastia Qing (fine XIX secolo) in argento repoussè decorato da due begli intagli in giada bianca e inserti di pietre dure. Venduto a 5.500 euro partendo da una base d’asta di 1.500.
In generale bene ceramica e avori cinesi e vivo interesse per gli invenduti.