I molteplici ambiti di indagine di Ugo La Pietra e la produzione recente di Giuseppe Stampone. Al CIAC di Foligno fino al 30 settembre 2018.
Due personali, una sede. Al CIAC (Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno) in mostra il dittico “Istruzioni per abitare la città. Opere e ricerche nell’ambiente urbano dal 1969 al 2017” e “Perché il cielo è di tutti e la terra no?” dedicate rispettivamente a Ugo La Pietra (Bussi sul Tirino, Pescara 1938) e Giuseppe Stampone (Cluses, Francia 1974).
“Istruzioni per abitare la città. Opere e ricerche nell’ambiente urbano dal 1969 al 2017” ripercorre i numerosi ambiti di indagine di Ugo La Pietra per nuclei e tematiche, attraverso i lavori più significativi e i documenti correlati all’interno dello spazio urbano. Si accendono i riflettori su un’arte territoriale e un’arte per il sociale: tutto il lavoro di La Pietra è infatti strettamente legato ai luoghi in cui le opere si collocano.
La mostra si apre indagando due progetti di installazioni urbane -monumenti dedicati a una delle eccellenze della città di Foligno- ovvero la realizzazione della “Prima Edizione stampata della Divina Commedia di Dante”. Sono inoltre presenti dodici aree di ricerca precedute per la loro comprensione da “Istruzioni” che danno al visitatore la chiave di lettura delle opere.
Il percorso della mostra è ricco di suggestioni visive: spazia infatti da un centinaio di opere bidimensionali ad alcuni brani video fino ad oggetti tridimensionali e un’installazione. Al centro dell’esposizione è installata inoltre una “Casa Aperta”, una struttura in scala reale con una serie di arredi realizzati attraverso la pratica che l’autore definisce “Riconversione progettuale”. In questo caso alcuni elementi di arredo urbano vengono riconvertiti in elementi di arredo domestico. Una sala è invece interamente dedicata a tre film di La Pietra: “Per oggi basta” (1974), “La riappropriazione della città” (1977), “Interventi pubblici per la città di Milano” (1979).
“Partendo dalle persone -afferma La Pietra- ho sempre guardato la città e gli individui con gli occhi di un antropologo, traendone suggestioni da decodificare criticamente. Ho avuto il ruolo che, sin dai tempi antichi, era affidato agli intellettuali e proprio come loro non ho privilegiato uno strumento o un linguaggio specifico».
Da La Pietra a Stampone. Il titolo dell’altra mostra visitabile al CIAC di Foligno è “Perché il cielo è di tutti e la terra no?” e si concentra sulla produzione recente dell’artista Giuseppe Stampone attraverso diversi suoi lavori legati ad alcuni temi-chiave. Particolare interesse è rivolto alla dilatazione e la riappropriazione del proprio tempo intimo, tema indagato tramite disegni stratificati di immagini iconiche prese dal web e rielaborate in pezzi unici in un processo di ribellione alla dittatura dello spazio-tempo frenetico in cui tutti siamo immersi.
Una serie di lavori si concentra sulla reinterpretazione di quadri storici in chiave contemporanea con la denuncia del fenomeno migratorio e della estrema povertà di grandi fasce della popolazione mondiale. Si passa alla battaglia per una educazione globale, attraverso mappe, guide turistiche e abecedari, che invitano a riflettere su temi delicati come le migrazioni, le risorse idriche, le guerre.
Tra le opere in mostra l’installazione P-W Peace and War, lunga 13 metri con 114 bandiere corrispondenti ai diversi Paesi vincitori del Premio Nobel. L’opera denuncia la logica di potere alla base del più importante riconoscimento internazionale, Premio occidentale per gli occidentali. Altra opera interessante è Origine du monde, rielaborazione del “Ratto d’Europa” di Rembrandt, che evidenzia il fallimento della primavera araba e le nuove guerre di religione. Inoltre sono presenti in mostra venti disegni del ciclo sui Dittatori del XX secolo con immagini prese da copertine di varie riviste internazionali, ridisegnate in un ironico reset contemporaneo e molto altro.
Merita particolare attenzione la nuova opera su tavola disegnata a penna BIC Perché il cielo è unico e la terra è tutta spezzettata, da una frase di Rodari. Quest’opera è affiancata da sei cornici vuote al loro interno e accompagnate da una targhetta in cui sono indicati autori e dati tecnici dell’opera evocata.
Dalla La resurrezione di Piero della Francesca a La zattera della Medusa di Gericault; da La libertà guida il popolo di Delacroix a Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, fino a La rivoluzione siamo noi di Beuys e Guernica di Picasso. Lo spettatore viene chiamato così ad una precisa responsabilità perché quello spazio vuoto va riempito dalla sua forma mentis che, per vedere l’opera, deve ricostruirla mentalmente riportandola alla fantasia e alla coscienza.
Stampone si definisce “una fotocopiatrice intelligente” che fa una sola copia e crede che occorra ritornare all’archè e ricostruire il processo creativo con cui si formalizzava il pensiero all’origine. Per ottenere ciò bisogna riappropriarsi del tempo. Il suo lavoro è un appello ad una ri-costruzione che l’artista lancia in ogni opera poiché concepisce l’operazione artistica come arte partecipativa. A Foligno -fino al prossimo 30 settembre- due mostre parallele che ci permetteranno di riflettere su molteplici aspetti della vita.
Informazioni utili
Ugo La Pietra – istruzioni per abitare la città
A cura I.Tomassoni, G.Di Pietrantonio, G.Partenzi
Giuseppe Stampone – Perché il cielo è di tutti e la terra no?
A cura I.Tomassoni, G.Di Pietrantonio, G.Partenzi
Dal 24 marzo al 30 settembre 2018
CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea, via del Campanile 13 Foligno
info@centroitalianoartecontemporanea.it
Tel.0742353230