Si è chiusa la quinta edizione del Festival 50+1 con il terzo capitolo della serie “Il matto” di Massimiliano Loizzi.
I quattro spettacoli selezionati da Crisalidi Teatro quest’anno hanno mostrato altrettanti modi diversi di affrontare la scena e il contemporaneo: dalla drammaturgia centellinata di Palazzolo, ai guizzi di Annagaia Marchioro, passando dalla teatralità formale di Ture Magro sino a giungere all’exploit schietto di Loizzi.
Venerdì 18 maggio è stata la volta di Malanova, una storia straziante assolutamente contemporanea anche se ambientata in un paesino del meridione che sembra talvolta sin troppo lontano ed evocato. La storia di una ragazzina di 13 anni violentata da un branco di adulti, che Ture Magro adatta e mette in scena giocando su una teatralità talvolta stanca che forte di una drammaturgia ben scandita riesce a mostrare allo spettatore la violenza di cui l’essere umano è capace, con una delicatezza d’altri tempi. In uno spazio vuoto, occupato da una gabbia che limita gli stessi movimenti dell’attore, si evocano le strade, la chiesa, le immagini, le reazioni, in un teatro di narrazione che evoca e racconta senza mai infierire, né debordare. Tratto dal romanzo di Scarfò e Zagaria, Malanova si addentra nella difficile pratica della narrazione di eventi indicibili, eppure lo fa con coraggio e raffinatezza, a discapito talvolta della fruibilità della narrazione, lineare e senza slanci emotivi.
Venerdì 25 maggio, invece, Loizzi ha portato in scena il terzo capitolo della sua personale trilogia sull’Italia. In questo caso affrontando il tema dei migranti (o stranieri, o extracomunitari) raccontando la storia del naufragio dei bambini: ottobre 2013. Un attore che riempie la scena della sua immediatezza, dialogando e improvvisando con il pubblico e portandolo per mano verso una riflessione socio politica sull’immigrazione tutt’altro che piatta, ma divertendo e infastidendo. Spettatori partecipi, non solo con le risate, alcuni in piedi commentando, altri uscendo dalla sala, forse infastiditi da una schiettezza, o da una difficoltà dello specchiarsi così nitidamente in un’immagine di un popolo razzista.
Loizzi fa questo ne “Il matto 3 – Ovvero io non sono stato”: ti mette di fronte il tuo populismo, il tuo essere intimamente legato, forse indissolubilmente, alla tua anima fascista, ti mostra facendoti ridere quanto, in realtà, tu sia colpevole di ogni massacro al largo di Lampedusa. Non c’è teatro in tutto ciò, ma un medium tra la realtà e lo spettatore, qualcosa che si avvicina probabilmente all’uso civico del teatro, momento di ritrovo della collettività. Il teatro come mezzo di analisi del presente, o della storia, come ha fatto Massimiliano Loizzi in questa sua trilogia. Così, inscenando un processo alla Forum, senza eccessi di alcun tipo, ci racconta la storia di una delle più grandi tragedie del mediterraneo degli ultimi tempi: il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. In un batti e ribatti tra accusa e difesa, quasi due maschere a confronto nel tentativo di raccontare due volti della tragedia che chiaramente lo stesso autore non riesce a immaginare. Così il monologo, di circa due ore, si alterna tra satira e narrazione (talvolta poco incisiva) lasciando lo spettatore alla fine dello spettacolo divertito, arrabbiato e con un senso di colpa troppo spesso sollevato dalle mezze verità dell’informazione.
Un festival riuscito quello organizzato dalle Crisalidi nella splendida cornice del Teatro Serra. Un Festival frequentato da un pubblico giovane e interessato, che sicuramente chiede alla città di Piacenza una programmazione teatrale più viva e contemporanea.
FESTIVAL 50+1 2018
QUINTA EDIZIONE (4 – 25 maggio 2018)
TEATRO SERRA
Parco Raggio, Piazza Tre Martiri 15, Pontenure (PC)
MASSIMILIANO LOIZZI
Venerdì 25 maggio ore 21.30
IL MATTO 3 / OVVERO IO NON SONO STATO
crisaliditeatrodotit.wordpress.com