Dopo Giuseppe Penone, Antony Gormley, Jan Fabre e la collettiva Ytalia, quest’anno il Forte di Belvedere di Firenze ospita, dal 2 giugno al 14 ottobre, Gong, una imponente mostra antologica dedicata a Eliseo Mattiacci (Cagli, 1940), uno dei pionieri dell’avanguardia italiana della fine degli anni Sessanta, importante protagonista della sperimentazione e del rinnovamento della scultura e soprattutto di un’idea di arte pubblica e “site-specific” nel dopoguerra italiano.
Ispirato inventore di iconografie cosmologiche e di nuove relazioni spaziali e concettuali tra arte e natura, tra uomo e ambiente, Mattiacci ha sempre guardato al gesto scultore come una sorta di “rito” volto a mettere in dialogo il mondo dell’arte con quello della vita, ma soprattutto a porre la dimensione esistenziale dell’esperienza umana in sintonizzazione con le forze primigenie del mondo, quanto poi con in un orizzonte consapevole del proprio presente.
“Torniamo ancora una volta al Forte di Belvedere – dichiara il sindaco Dario Nardella – con una grande mostra dedicata a un artista contemporaneo. La fortezza medicea si apre nuovamente al pubblico con un’esposizione che ripercorre tutta l’attività artistica di Eliseo Mattiacci e ci offre unmirabile spaccato della sua cosmogonia. Firenze si conferma città viva e dinamica e non solo culla del Rinascimento, rivendicando con umiltà e tenacia un ruolo da protagonista dell’arte contemporanea e dell’arte pubblica in particolare”.
La mostra vede un dispiegamento monumentale di 20 sculture all’esterno del Forte e all’interno della Palazzina, in un articolato allestimento muscolare che comprende opere storiche, come Trucioli e calamita (1968-69) e al Tubo(1967) di circa sessanta metri di estensione ( presentata al tempo nella prima personale dell’artista nel 1967 presso L’Attico di Roma), l’installazione Recupero di un mito (1975), così come trova collocazione l’opera sonora Echi di suoni e cani che abbaiano (1983), e opere degli esordi come Uomo meccanico del 1961.
Il percorso si completa poi al primo piano con una sequenza di stanze che ospitano un nutrito gruppo di disegni (più di 60), a rendere merito anche all’attività grafica di Mattiacci, e così alla sua ampia e inesauribile ricerca svolta tramite una pratica artistica diversificata.
Fin dalle prime sculture, nella loro immanenza di una monumentalità a-temporale di segni astratti e dai significati arcaici, Mattiacci è protagonista di un esercizio pressoché sciamanico, volto a esplorare il sublime del cosmo, ma al contempo anche una condizione consapevole dell’uomo nel suo presente contemporaneo. Le sue sono di fatto soluzioni sculturali con cui indagare strategie di misurazione di una spazio fisico e mentale della nostra esistenza, sia a livello a livello individuale che collettivo.
Così la scultura d’arte pubblica, quasi in veste di rinnovato elemento totemico per la modernità, diventa piattaforma concreta, fisica e concettuale, per una dimensione di “ascolto attivo” in cui artista e osservatore possono collocarsi sullo stesso piano, per scoprire il mondo, in uno “site-specific” capace di rispondere al contempo così a un contesto storico/sociale specifico, ma anche a massimi sistemi ed equilibri senza tempo.
La scultura di arte pubblica, fra fenomenologia simbolica e gesto politico (inteso come politikos, da polis, per la comunità) si fa dunque per Mattiacci possibile punto fermo di osservazione e analisi della complessa condizione dell’uomo contemporaneo immerso, e spesso naufrago, di una modernità liquida che disperde valori, punti stabili di riferimento e quindi ogni possibile equilibrio.
Mattiacci prova allora, in qualche mondo, con le sue opere, a commisurare e riunificare i gesti umani con l’immaginazione metafisica, con la natura insondabile della vita nell’universo e con l’energia incommensurabile nella materia e tra gli astri. L’estensione fisica e percettiva di oggetto, l’equilibrio fra forze opposte, l’universo e il corpo, l’infinito e il finito, l’eros e il thanatos sono gli andamenti dialettici che animano le sue opere.
Allo stesso modo la vasta raccolta di disegni, nella loro dinamica orizzontale condivisa con le opere più recenti, diventa necessaria a comprendere una terza via della sua esplorazione, una polarità necessaria per il suo approfondimento. Non è infatti possibile comprendere queste forze dialettiche della vita, se non dalla contrapposizione di 2 poli diversi dell’agire: la concretezza del piano da cui osservare il mondo che si impone a noi con una visione frontale che ci obbliga a una reazione, e dall’altra la dimensione fisica e dinamica della nostra possibile interazione attiva con esso, che si manifesta anche, e forse soprattutto nel gesto creativo, nella sua possibilità di metterlo in discussione e creare nuove realtà. I soggetti dei disegni di Mattiacci sono per questo sempre al limite fra evocazione di un paesaggio mentale, reale e percepito, o cosmico e immaginato dalla mente. Una sorta di progetti per nuove strutture per esperire una realtà non solo di forme, ma concepita anche in fieri, in continua possibile formazione, sia nel potere della nostra immaginazione e della nostra mente, che nei nostri gesti.
” Mi sento attratto dal cielo con le sue stelle e pianeti e, al di là, dalle nostre galassie, è una immaginazione che va oltre, come a voler sEidare la fantasia stessa, come in un sogno. Mi piacerebbe lanciare una mia scultura in orbita nello spazio. Sarebbe davvero un bel sogno sapere che lassù gira una mia forma spaziale” – E. Mattiacci.
A questo importante, ma purtroppo ancora poco valorizzato, innovatore nel nostro scenario artistico postwar, sono state dedicate nel tempo notevoli mostre personali in vari musei e fondazioni nel mondo, tra cui: la Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma, la Kunstforum Stadtische Galerie di Monaco, il Museo Capodimonte di Napoli, l’Institut Culturel Italien di Parigi, la Fondazione Prada di Milano, il Museion di Bolzano, la Fattoria di Celle – Collezione Gori a Pistoia, l’Italian Cultural Institute di Los Angeles e Toronto e il MART – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Di recente la Galleria Poggiali di Firenze ha ospitato la mostra ” Misurazioni”, a cura di Lorenzo Bruni, volta a presentare la produzione più recente dell’artista, ponendola in relazione con alcune opere degli anni Sessanta, così da avviarne una quanto mai meritata riscoperta.
In parallelo alla mostra al Forte, anche l’appena rinnovato Museo Novecento di Firenze presenta alcune opere dell’artista, dando vita a un percorso ampio che collega la città e sancisce una correlazione scientifica e progettuale tra i 2 spazi. Fra le opere qui presenti: la scultura dedicata alla figlia, Per Cornelia (1985) e il grande disegno Occhio del cielo (2005), assieme alle opere su carta Poesia (1972-73), Esplorare (2007) e al video inedito Richiami (1972).
Sergio Risaliti, curatore della mostra e direttore artistico del Museo Novecento, ha dichiarato: “Con questa esposizione di Eliseo Mattiacci al Forte di Belvedere, tutta Firenze rafforza la sua immagine di città contemporanea che assieme agli artisti riElette sulla storia civile e sul patrimonio artistico, sui grandi lasciti culturali del passato e sulla società attuale, sulla scienza e la spiritualità, soprattutto su poiesis e teche.”
Il catalogo dell’esposizione, edito da Forma (Firenze) in italiano e inglese, presenta testi critici di Sergio Risaliti, Lara Conte ed Emanuele Pace, assieme a un’antologia di scritti di vari autori e a ricchi apparati iconografici. La mostra è realizzata grazie al fondamentale sostegno del main sponsor Banca Monte dei Paschi di Siena, al supporto di Carpisa e con il supporto di Galleria Poggiali.
Informazioni utili
Eliseo Mattiacci, Gong – Firenze, Forte di Belvedere
2 giugno-14 ottobre 2018
Orari : h11.00-20.00. – Ultimo ingresso ore 19.00. Chiuso il lunedì.
Biglietti: € 3,00 Intero. € 2,00 Ridotto (18-25 anni). € 2,00 Forte di Belvedere Card (riservata ai residenti della Città Metropolitana di Firenze. Dopo il primo acquisto dà diritto all’accesso illimitato al Forte dal 2 giugno al 14 ottobre 2018). € 2,00 Visite guidate e attività. Gratuito – Minori di 18 anni, possessori della Forte di Belvedere Card, Firenze Card.