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L’Atelier Laurent Cantet, dramma identitario su un’Europa dal futuro incerto

L'Atelier LAURENT CANTET

L'Atelier LAURENT CANTETL’Atelier di Laurent Cantet, dal 7 giugno al cinema. Un dramma identitario su un’Europa dal futuro incerto

Protagonista di L’Atelier è Olivia Dejazet, un’autrice di gialli che deve tenere un laboratorio di scrittura a La Ciotat, città del sud della Francia nota un tempo per i cantieri navali ma ormai in piena crisi economica.

Tra i suoi giovani allievi spicca Antoine, ragazzo introverso e di talento, spesso in rotta con gli altri sulle questioni politiche per le sue posizioni razziste e aggressive.
L’atteggiamento di Antoine si fa sempre più violento con il passare dei giorni e Olivia sembra esserne spaventata e attratta al tempo stesso, finché la situazione sfugge di mano a entrambi…

A 10 anni dalla Palma d’Oro per La classe, Laurent Cantet torna a raccontare i conflitti politici e generazionali di oggi con un film scritto con Robin Campillo -regista di 120 battiti al minuto e ben accolto a Cannes 2017 nella sezione Un Certain Regard.

Con L’Atelier, Cantet mette in scena un dramma identitario di drammatica attualità. Il laboratorio di scrittura è il MacGuffin attraverso il quale vengono analizzati i nodi di una generazione di giovani mai così diversi tra loro. L'Atelier LAURENT CANTETL’Atelier è una pellicola costruita attraverso i dialoghi, le parole, questo è chiaro anche per via dello stratagemma di partenza: un workshop per ragazzi “disagiati” nel quale scrivere un romanzo, un libro. Si parte analizzando i meccanismi della narrativa quindi, il significato dei generi letterari, di come le parole abbiano un valore che va al di là del loro significato, a seconda del contesto. Dall’analisi del mezzo emergono così le criticità caratteriali dei ragazzi.

In particolare quelle di Antoine: è davvero razzista? Violento? La sua è solo una provocazione? La ricerca di un’identità in un luogo al quale sente di non appartenere? Il suo è un personaggio complesso e affascinante.
È in lui che Olivia, la scrittrice di thriller, vede un mistero da risolvere, e cerca di farlo attraverso la parola, attraverso il dialogo, senza tener conto che proprio quella che per lei è l’arma più efficace può diventare anche quella più inoffensiva nel momento in cui dall’altra parte c’è qualcuno abituato a comunicare con un alfabeto completamente diverso. Quello dei videogiochi, di youtube, dei gruppi neonazisti. Un alfabeto che è in realtà uno scudo per nascondere un’interiorità sdradicata, tanto fragile quanto impenetrabile. L'Atelier LAURENT CANTETA una prima parte che si muove quasi in punta di piedi, tra un controcampo e l’altro in cui si alternano dialoghi fitti e silenzi aperti sul paesaggio da archeologia industriale di La Ciotat, se ne contrappone una seconda scusa e tesissima, in cui una miccia innescata sembra pronta a esplodere da un momento all’altro.
La partita è tra parola e azione, tra parola e silenzio, tra passato e futuro, tra comprensione e incomprensione.  L’Atelier è un film con uno sguardo lucidissimo sull’Europa di oggi.

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