Mission: Impossible – Fallout, dal 29 agosto torna al cinema Tom Cruise nei panni dell’agente Ethan Hunt. La recensione
Grazie a John Woo il franchising di Mission: Impossible sembrava destinato alla deriva. L’arrivo alla regia, al terzo capitolo della saga, di J. J. Abrams invece ne ha risollevato (a sorpresa?) le sorti. Da allora Abrams non dirige più, ma nell’ombra continua a muovere i fili di una macchina produttiva che, oltre a non aver registrato battute d’arresto, di capitolo in capitolo è andata migliorando.
Da quando Ethan Hunt è sbarcato al cinema grazie a Brian De Palma, ormai più di 20 anni fa (era il 1996), questa è la prima volta che un regista viene riconfermato.
Alla regia di Mission: Impossible Fallout ritroviamo difatti Christopher McQuarrie, già alla guida del precedente Rouge Nation (e che prima ancora aveva diretto Tom Cruise in Jack Reacher: Punto di non ritorno, un film che aveva già tutta l’aria di una prova generale).
Fallout riprende quindi la formula vincente di Rouge Nation, ne conferma il cast al completo, vede qualche new entry più che azzeccata – Angela Bassett, Henry Cavill e Vanessa Kirby (irresistibile col suo sguardo da psychopazza) e spinge, se possibile, ancora di più l’acceleratore sull’azione.
Sequenze sempre più spettacolari e generose manciate di ironia: su carta sembra una ricetta semplice, in pratica no. Ad oggi non c’è film che tenga testa a questo Mission: Impossible – Fallout, no Marvel, no DC, no Disney (Guardiani della Galassia, Star Wars…).Devastazione globale, obiettivi oscuri, talpe, doppi e tripli giochi. Alleanze, ricatti, vendette. Ethan Hunt diviso tra due donne, tra passato e futuro. In questo Mission: Impossible, come ormai da tradizione, c’è “tanto di tutto”. Tornano i vecchi nemici (assieme a quelli nuovi) e i vecchi amori (assieme a quelli nuovi).
Questo nuovo capitolo della saga si ricollega al precedente, chiude un ciclo e ne apre uno nuovo, sempre -ovviamente- sul crinale pericolosissimo del disastro (meglio se planetario).
Tom Cruise ormai ha una carriera composta di film tra un Mission: Impossibile e l’altro, che siano riusciti (American Made) o meno (La Mummia), poco importa. Il suo status ormai pare legato in maniera indissolubile alla serie. James Bond può essere un po’ chiunque (più o meno), Ethan Hunt no, è solo Tom Cruise. Il suo segreto? Mettersi in gioco al 100% (niente controfigura) ma non prendersi mai sul serio; fondamentale l’umorismo, senza il quale tutta la serie non avrebbe la benché minima credibilità. Questa nuova episodio della saga celebra in maniera ancora più sfacciata Hunt come eroe morale, caratteristica che via via lo ha sempre più caratterizzato, distanziandolo dagli altri protagonisti dello “spy system” (e limitrofi), sempre più spesso veri e propri antieroi (nevrotici, asociali, misantropi e narcisisti nei migliori dei casi – da Sherlock Holmes a James Bond, solo per citare i grandi classici).
Non manca, tra l’altro, l’ingrediente fondamentale per la riuscita di ogni grande storia: i personaggi comprimari. Torna Simon Pegg nel ruolo di Benji, ormai promosso sul campo, e Ving Rhames in quello di Luther: la squadra di supporto del nostro eroe. Sono loro la spalla perfetta per Hunt, un contraltare comico fondamentale.
Confermata anche Rebecca Ferguson, la bellissima e temibilissima (ex) spia Ilsa: spina nel fianco, punto debole, nemica, alleata (ti amo ma ti investo). Gradito ritorno è anche quello di Alec Baldwin, a capo dell’IMF, che a sorpresa riesce a ritagliarsi anche una parte di tutto rispetto in una scena d’azione decisiva per lo svolgimento della trama.
Le sequenze d’azione, oltre a essere sempre più spettacolari, spericolate e ingegnose, sempre più estreme e dirette con encomiabile virtuosismo, raccontano di volta in volta qualcosa in più sui personaggi, andando ad arricchire le loro storie (il lancio col paracadute di Ethan Hunt e il collega/rivale August Walker – un Hanry Cavill con baffo da porno attore anni ’70 – o la lotta nei bagni dell’esclusivo club parigino, in bilico tra situazioni slapstick, equivoci sessuali e combattimenti letteralmente all’ultimo sangue- etc.).Tom Cruise che corre sui tetti di Parigi è la cosa più emozionante vista al cinema quest’anno e Mission: Impossible – Fallout entra di diritto, per ora, nei 10 migliori film del 2018 (e per una volta il poster italiano è più bello di quello internazionale).