Il semestre italiano dell’arte appena concluso si può descrivere con poche parole: sono cresciute le piccole case d’asta, rimangono stazionarie le grandi e sono in ripresa le major straniere.
Ancora un’annata positiva dunque. Nel 2017 il giro d’affari era stato intorno ai 140 milioni di euro (prendendo in considerazione le stesse case d’aste). Quest’anno i milioni si fermano a poco più di 134.4, ma come vedremo il 2017 era stato teatro di alcune vendite assolutamente straordinarie che avevano incrementato il risultato finale.
Il primo posto nel podio 2018 è stato conquistato dalla realtà milanese Il Ponte. La casa d’aste ha dichiarato un fatturato totale di 15,9 milioni di euro (con 15 aste), in leggera crescita sul 2017, trainato dal dipartimento di arte moderna e contemporanea che ha venduto da solo quasi la metà del totale: 6.564.500 €. Anche il top price del semestre proviene da questo settore, una “Superficie bianca – 2 – II” di Enrico Castellani del 1977 che nell’asta di giugno da 200 mila euro è salita fino 450 mila euro. Molto bene anche i risultati dei dipartimenti di “Arredi e Dipinti Antichi”, “Gioielli” e “Arti Decorative del ‘900 e Design” con il 75% di lotti venduti e aggiudicazioni di rilievo come il vaso di Umberto Bellotto venduto a 175.000 euro.
Secondo posto per Meeting Art (con 14,9 milioni) seguita a un tiro di scoppio dal dipartimento italiano di Sotheby’s che si attesta (in crescita) al terzo posto con due aste che valgono 14,8 milioni. Quest’anno inoltre è il cinquantenario di Sotheby’s Italia. A Roma si è svolta a febbraio l’asta della “Biblioteca di Sergio Rossetti” (100% di venduto) che si è andata ad aggiungere alla classica asta di arte moderna e contemporanea, che come sempre si è svolta nel mese di maggio e ha rappresentato una sorta di tributo a Lucio Fontana con il 100% di venduto per i suoi 14 lotti. Top price proprio un suo lavoro, un quattro tagli rossi del 1967 battuto a €2.409.000. Suo anche il secondo posto: uno squarcio e graffiti d’oro del 1963-64 aggiudicato a €1.089.000. In terza postazione un’opera d’arte ambientale del 1954 (un soffitto) venduta a € 1.029.000.
Segue in quarta posizione l’altra major internazionale con dipartimento meneghino: Christie’s che l’11 aprile 2018 ha battuto la sesta edizione dell’asta “Milan Modern and Contemporary” (totale 14,7 milioni) proprio nel sessantesimo anniversario di Christie’s Italia. Il dipartimento italiano è cresciuto sul 2017 (13,3 milioni) anche se non è ancora tornato ai fasti di alcuni anni fa, quando gli appuntamenti erano più variegati e numerosi (c’erano anche i dipinti antichi e i gioielli). Se le prime posizioni infatti erano spesso occupate dalle major straniere, negli anni scorsi erano scese in classifica. Nel I semestre 2017 Sotheby’s e Christie’s occupavano il quinto e il sesto posto, mentre in quello 2018 si assestano rispettivamente al terzo e quarto. Nell’appuntamento di quest’anno il top price è stato per Piero Manzoni con un “Achrome” del 1958 venduto a €2.970.000 che si è classificato così come il lotto più caro in assoluto venduto in Italia nel I semestre 2018. Mai offerta prima sul mercato, conservata nella stessa collezione dal 1976 ed esposta nella retrospettiva dedicata all’artista a Milano nel 2014, oltre che documentata in tutti i cataloghi di Manzoni, l’opera ha visto numerosi rialzi nel corso dell’asta.
Pandolfini si posiziona quinta con € 13.776.250, in linea con il risultato delle scorso anno, che era stata la più alta semestrale di sempre per la maison fiorentina. Le aste sono state 16 (una in meno delle scorso anno) a cui sono state aggiunte 4 vendite nel nuovo canale delle “aste a tempo”,cioè online e della durata di più giorni). Da notare il buon andamento delle vendite anche in settori negli ultimi anni meno brillanti come i “Mobili e Arredi” o gli “Argenti”. Alta partecipazione per i “Dipinti Antichi e del secolo XIX”, “Arte Moderna e Contemporanea” e soprattutto “Gioielli e Orologi da Polso”. Il dipartimento di “Vini da Collezione” ha visto percentuali che sfiorano il 100% a ogni vendita, lo stesso si deve dire di “Libri e Manoscritti”. Tra le migliori aggiudicazioni del semestre un’automobile, un dipinto antico e un gioiello. Prezzo molto vicino a quello degli orecchini per una cartolina di Basquiat:
Sesta Cambi che sembra in calo sullo scorso anno, ma in realtà il risultato incredibile di oltre 21 milioni di euro del 2017 era stato per così dire “falsato” da un evento eccezionale e imprevedibile: una grande figura di Amitayus in bronzo di Zanabazar (Mongolia, terzo quarto del XVII secolo) era stata venduta da sola a 4.735.000 euro. Confrontando il totale 2018 con quello degli anni precedenti in realtà si conferma il buono stato di salute e una costante crescita (+7% sul 1° semestre 2016). Inoltre questo semestre il numero aste è passato a 23 (di cui 4 solo online) rispetto alle 26 (di cui 4 solo online) del 2017. Si segnalano i miglioramenti dei dipartimenti di Design, Gioielli e Arte Moderna e Contemporanea. Quest’ultimo settore ha riscontrato un +110% rispetto al 1° semestre 2017 e un +122% rispetto al 1° semestre 2016). Nonostante queste macro-considerazioni, il top price dell’anno è stato per un dipinto antico, un San Gerolamo dipinto da Giovanni Serodine (Ascona 1600 – Roma 1630) venduto a 337.500 € lo scorso maggio (da una stima di 50.000 – 60.000 €) a testimonianza che la qualità e la ricerca del capolavoro porta sempre buoni frutti, nonostante le mode del momento.
E’ cresciuta anche Wannenes con un totale di 11,5 milioni di euro (+ 15.1% sul 2017). Interessante notare che la sua top ten pesca un po’ da tutti i dipartimenti. Il prezzo più alto spetta al dipartimento di arte orientale con un abito imperiale cinese in seta a fondo giallo con draghi ed i “dodici simboli”, Jifu, periodo Jiaqing (1796-1820) battuto a 212.500 euro. Tra le altre aggiudicazioni migliori, spiccano un “antico” e un “moderno”: Jan Brueghel il giovane (200.000 euro) e Alighiero Boetti (€ 137.500).
Tra le altre principali case d’aste italiane segnaliamo la Farsetti di Prato che quest’anno è in calo (fatturato dimezzato rispetto al 2017). Buone le vendite degli artisti storici del Novecento, sia italiani che stranieri. Soprattutto se ben documentate e archiviate, con quotazioni solide e al riparo dalle mode e dalle speculazioni. Top price per un dipinto di Alberto Savinio, Pégase, venduto a 272.200 euro.
Hanno dato invece segnali di grande crescita realtà più piccole che in genere propongono pochi appuntamenti rispetto alle realtà italiane “doc” più grandi già citate. Finarte ha acquisito la romana Minerva Auctions nell’agosto 2017. In questo semestre le aste del neonato Gruppo Finarte hanno venduto per 10,5 milioni. Tra le dieci aste, il top price è stato per una Fiat 8V venduta per 2.1 milioni di euro durante l’asta “Automotive” che si è tenuta a Brescia a maggio in concomitanza con la MilleMiglia. Buoni risultati anche per Théodore Géricault, Cinque cavalli visti dalla groppa, venduto durante l’asta di Ottocento per € 207.000 e per l’archivio Ungaretti, top lot della stagione nel settore libri e autografi, venduto per € 125.000 al Mibac.
In leggero calo la fiorentina Maison Bibelot che in questo semestre ha tenuto 4 aste per un totale di 1,65 milioni di euro. Come per la casa d’aste Cambi, anche Bibelot nel primo semestre 2017 aveva realizzato una vendita eccezionale e inattesa: un anello in platino e zaffiro Kashmir di Bulgari 1934 era stato battuto da solo a 712.000 euro, ben al di sopra delle stime (€ 150/180.000). Tolta la cifra di quell’aggiudicazione fuori dalla norma, in realtà i fatturati dei due semestri a confronto sarebbero in linea. Il top lot del semestre è stato per un’opera di arte moderna e contemporanea, una scultura in bronzo di Arnaldo Pomodoro. Si tratta un modello per la colonna a grandi fogli realizzata per la Mondadori di Segrete. Realizzata nel 1972, è stata venduta per € 100.000.
La romana Bertolami Fine Arts (che batte le sue aste anche a Londra) ha totalizzato 5,6 milioni contro i 4.886.000 del 2017 grazie a un incremento del numero di aste (da 14 a 18) che sono diventate sempre più selettive: meno lotti ma di maggior valore, provenienza documentata, perfetto stato di conservazione. Il settore a più alto aggiudicato è stato quello dell’arte moderna e contemporanea ma il top price è stato battuto nell’asta di “Archeologia”, a Roma. Un busto marmoreo raffigurante Caracalla come Attis del primo decennio del III secolo D.C. tra l’altro da notare che era stato notificato dalla soprintendenza archeologica di Roma. E’ stato venduto per € 100.000 (Stima € 60.000/80.000).
In grande crescita anche la genovese Boetto che ha visto un’ottima performance per il dipartimento dell’antiquariato, che è quello che ha aumentato in maniera più evidente il fatturato. Le aste sono state 5 (due di antiquariato, una di Design, una di arte moderna e contemporanea ed una di gioielli). Il semestre si è chiuso con un incremento di fatturato di quasi 800.000,00 euro rispetto allo stesso semestre del 2017. Tra gli oggetti più significativi dell’asta di antiquariato uno stipo “erbario” in noce finemente intarsiato (Genova sec.XVII) venduto a € 49.000. Il fatturato dell’arte contemporanea è rimasto stabile ed è quello dove si sono registrati i prezzi più elevati per singolo lotto, tra questi una “Superficie blu” di Enrico Castellani del 1993 venduta a € 111.600. Per il Design (in lieve aumento il fatturato ) una grande plafoniera, modello “2416/1”, di Max Ingrad ha fatto € 52.000.
Blindarte (Napoli-Milano) da 1,4 milioni è salita a 2,2 milioni. Due le aste del semestre, una di arte moderna e contemporanea e una di arte antica. Tra le aggiudicazioni si segnalano Andy Warhol, Ritratto della Principessa Giovanna Pignatelli d’Aragona Cortés, venduto a 207.500 euro e il super record dello street artist americano Richard Hambleton con ‘Opening’ del 1983, stimato 7.000/10.000 euro, ma venduto a un collezionista americano a 183.800 euro. Top lot per i DIPINTI ANTICHI una coppia di oli su tela di Leonardo Coccorante che è stata aggiudicata per 81.000 euro. International Art Sale (Milano) da 1,4 è arrivata a 1,85 milioni con l’unica asta di “Gioielli e Orologi da collezione”. Il mercato internazionale è quello come sempre acquista i pezzi più prestigiosi, infatti l’80% del fatturato è stato realizzato con vendite estere. I prezzi più alti sono stati raggiunti da un anello con zaffiro Kashmir (€ 261.000) e da un orologio Rolex, Oyster Daytona, Ref. 16528 in oro (€ 99.500). Infine la romana Babuino ha fatto 3 milioni contro i 2,1 del 2017 (con 8 aste). Del totale semestrale circa la metà dei ricavi è derivato dalla vendita delle opere di arte moderna e contemporanea. Hanno riscontrato grande successo anche le arti decorative e i mobili di Design del ‘900.