Sorprendono le scelte allestitive nella personale di Ceccobelli: con i dipinti adagiati sul pavimento ed i visitatori innalzati a rimirarli su una passerella a 3 o 4 metri dal suolo
Uno shock percettivo. Uno spiazzante corto circuito logico. Un’atmosfera avvolgente che trasforma una mostra d’arte, le opere esposte, lo spazio che la ospita, in un’unica magica rivelazione. Se sempre più raramente un’esposizione d’arte contemporanea lascia nell’osservatore sensazioni forti, la personale – anzi una piccola antologica – presentata da Bruno Ceccobelli nella Sala delle Pietre del Palazzo del Popolo, a Todi, regala un ampio spettro di suggestive impressioni. Prima ancora che per la qualità delle opere esposte, per le modalità allestitive scelte: con i dipinti adagiati sul pavimento ed i visitatori innalzati a rimirarli su una passerella a 3 o 4 metri dal suolo.
Le opere – una trentina, che ripercorrono quasi 40 anni di percorso creativo del sessantaseienne artista – sono disposte dunque sopra una sorta di giardino zen di sabbia: che aggiunge una componente “archeologica” all’esperienza della visita, fornendo un punto di osservazione simile a quello che si ha davanti ad un mosaico appena riaffiorato a Pompei. Un percorso “coattivo”, che invita i visitatori a scoprire i dipinti degli esordi, primi anno ‘80, quasi monocromatici, che accompagnarono Ceccobelli sui primi passi di quella che poi sarebbe passata alla storia come “Scuola di San Lorenzo”. All’analisi della mostra dedicheremo presto un’approfondita recensione: per ora vi anticipiamo qualche immagine…