La Triennale di Milano e Fondazione Furla presentano la prima personale italiana di Haegue Yang (1971): artista coreana -tra le più riconosciute della sua generazione- che lavora tra Berlino e la sua città natale, Seoul. “Haegue Yang: Tightrope Walking and Its Wordless Shadow“, a cura di Bruna Roccasalva, sarà visitabile negli spazi dell’istituzione milanese dal 7 settembre al 4 novembre 2018.
La varietà dei mezzi espressivi utilizzati dall’artista -collage, video, sculture performative e grandi installazioni- si riflette nei tre grandi ambienti in cui si articola l’esposizione: un percorso immaginifico tra lavori iconici e nuove produzioni, che sta a metà tra la storia, il vissuto collettivo e quello personale di Yang.
>> Fili, rette, movimento. L’esposizione si apre con due lavori considerati seminali nella carriera della giovane artista: 134.9 m3 (2000-2018) e 81 m2 (2002-2018), appartenenti rispettivamente alle serie Thread Installations e Chalk Line Drawings. Queste opere -tra le prime installazioni realizzate da Yang- mettono in luce gli aspetti centrali della sua ricerca e di tutta la produzione successiva: l’interesse per la geometria, l’uso di materiali comuni e la creazione di spazi allo stesso tempo accessibili ed inaccessibili.
All’assoluto minimalismo del primo ambiente, fatto di “barriere permeabili e trasparenti”, si contrappongono grandi installazioni monumentali come Cittadella (2011): una fortificazione ideale creata da 176 tende veneziane che occupa lo spazio centrale della mostra. Qui, in un ambiente multisensoriale, i visitatori potranno muoversi all’interno di una coreografia ipnotica di luci, mentre diversi profumi si diffondono nello spazio.
Dai pattern della carta di sicurezza -usata per l’interno delle buste al fine di proteggere la natura confidenziale del loro contenuto- nasce la serie dei Trustworthies, iniziata nel 2010 e in continua evoluzione. In questo ciclo di opere -che nella sala della Triennale si dispiegano sulle pareti come grandi murales- Yang combina diversi materiali grafici: buste stampate, una personale rielaborazione della carta millimetrata (Grid Blocs), vinili riflettenti, immagini di dispositivi tecnici e motivi naturalistici. Il risultato sono caleidoscopici collages che sembrano uscire dai confini delle cornici e occupare tutto lo spazio circostante.
L’ultimo ambiente della mostra -in contrapposizione al primo, molto minimalista- è festoso ed esuberante: è occupato da due sculture performative della serie dei Dress Vehicles (inziata nel 2011), prodotte appositamente per l’esposizione milanese. Ispirate a forme differenti di danza e ai loro costumi -dalle drag queen alle danze tradizionali in maschera, fino al teatro delle marionette-, i Sonic Dress Vehicles presentati in mostra sono pensati dall’artista per “vestire” il pubblico e dare a chi li indossa una diversa identità. Lo spettatore, interagendo con le strutture, è spinto a “sentire il peso” della danza spostando i costumi o sentendosi sovrastato da essi.
>> Il percorso espositivo riflette gli estremi tra cui si muove la sperimentazione continua di Haegue Yang, in cui l’incontro casuale con un oggetto o un materiale può generare forme, emozioni e narrazioni inaspettate e dove la negazione di conoscenze acquisite coincide sempre con l’apertura di nuove prospettive.
Informazioni utili
Haegue Yang: Tightrope Walking and Its Wordless Shadow
A cura di Bruna Roccasalva
Triennale di Milano
7 settembre – 4 novembre 2018
>> In occasione dell’inaugurazione, giovedì 6 settembre alle ore 19.30:
Encountering Isang Yun: concerto con musiche di Isang Yun con Fabio Bagnoli (oboe) e Francesco Dillon (violoncello)