Sofferenza e creatività. Un inscindibile binomio per Ligabue (1899–1965), il pittore italo-svizzero (italiano, nato a Zurigo) a cui è dedicata la monografica “Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore” che aprirà nelle sale dei Musei Civici degli Eremitani a Padova, a partire dal 22 settembre 2018 fino al 17 febbraio 2019. L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, è curata da Francesca Villanti e Francesco Negri.
“Se si potesse trasformare completamente la sofferenza in creatività, si schiuderebbero nuove, incredibili possibilità”
Così affermò il pittore Ernst Ludwig Kirchner, uno fra i maggiori esponenti dell’espressionismo, ed è ciò che si ritrova nella poetica di Ligabue, in particolare nei tanti dipinti esposti (più di 70), tre dei quali provenienti da collezioni private padovane e mai esposti al pubblico. Insieme ad essi si trovano in mostra dieci opere su carta e sette sculture, fusioni in bronzo dalle originali che Ligabue realizzò in creta adoperando l’argilla delle sponde del Po, nella Bassa reggiana dove il pittore ha vissuto dopo l’espulsione dalla natia Svizzera, rimanendovi fino alla morte.
Quello di “Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore” è un percorso attraverso la vita e l’arte dell’artista, una vicenda esistenziale dominata dalla solitudine, dall’emarginazione, riscattate solo da uno sconfinato amore per la pittura. Un racconto biografico e artistico che si snoda attraverso i temi principali entro i quali si sviluppa l’universo creativo del pittore.
La mostra si apre con i celebri autoritratti, testimoni del forte desiderio di rivelare attraverso l’immagine i tratti essenziali della propria personalità, segni di un’acutezza di indagine caparbiamente inseguita e della capacità di esprimere la continua ricerca di un confronto e di un umano coinvolgimento attraverso un’intensità emotiva che si mescola con una profonda poesia.
Seguono gli animali selvaggi e domestici – “Pittore di animali” è la definizione che dà di sé Ligabue già nel 1928: immediata l’identificazione dell’artista con le figure rappresentate. Una simbiosi che denuncia ancora una volta la sofferenza della sua anima di animale ferito, rifiutato dall’essere umano. La fantasia porta poi il pittore in terre lontane, sognate e immaginate sfogliando qualsiasi libro trovasse a portata di mano o studiando con curiosità maniacale le famose figurine Liebig.
Infine, il paesaggio agreste, un microcosmo privilegiato dove Ligabue si sente a suo agio come in nessun altro luogo, dove la sua idealizzazione rivela un’attenzione profonda alla vita silenziosa delle cose della natura, attinta nella verità di un mondo spiato da lontano, filtrata attraverso il ricordo della sua terra natale e alle immagini delle opere osservate da bambino, frammenti di un mondo che si porterà dietro mischiando ricordi e fantasia.
A corredo, per sottolineare ancora di più lo stretto legame in Ligabue tra vita ed arte, per la prima volta sono inoltre visibili al pubblico una quarantina di documenti originali, dedicati alla vicenda biografica di Antonio Ligabue.
Informazioni utili:
Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore
Musei Civici agli Eremitani| Padova, Piazza Eremitani 8
Da sabato 22 settembre 2018 a domenica 17 febbraio 2019
Da martedì a domenica 9-19. La biglietteria chiude alle 18,30
Info e prenotazioni: 049 2010010
E’ come aver avuto in Italia un artista della levatura di Van Gogh con qualche sfumatura di Henri Rousseau