Solo. Piero Manzoni è un focus sull’artista italiano e i suoi celebri ‘concetti-oggetti’. A raccontare le sue intuizioni rivoluzionarie è il Museo Novecento di Firenze, dal 18 settembre al 13 dicembre.
Dopo un primo approfondimento su Emilio Vedova, il Museo Novecento di Firenze propone il suo secondo assolo espositivo. Si tratta di ritratti, un ciclo di mostre esclusivamente dedicate ad un grande artista del 900, dove nuove riflessioni portano a letture critiche inedite e spunti narrativi ulteriori. Sarà Piero Manzoni il protagonista della stagione autunnale del museo, la cui carica innovatrice e provocatoria non ha ancora esaurito la sua forza.
Solo. Piero Manzoni, curata da Sergio Risaliti, procederà con innovativo taglio critico nel ricostruire la carriera dell’artista italiano. Il progetto monografico sarà focalizzato sugli ‘oggetti’, o meglio ‘concetti-oggetti’, che l’artista produce dal 1959 al 1962. Infatti parallelamente agli Achromes, realizzati dal 1957, Manzoni concepisce opere libere da qualsiasi inquadramento e destinate a sconvolgere il concetto stesso di arte.
Nella primavera del 1959 Manzoni realizza le prime Linee; inizialmente un’unica linea orizzontale di inchiostro scuro è tracciata su un foglio di carta verticale da allestire a parete. Dall’estate dello stesso anno però l’artista traccia le sue linee su rotoli di carta di lunghezza variabile poi racchiusi in cilindri di varia natura dove un’etichetta riporta lunghezza, data e firma. La linea più lunga è la Linea di 7.200 metri realizzata in circa tre ore il 4 luglio 1960 a Herning in Danimarca.
Sul finire dello stesso anno si aprirà la stagione fisiologica-corporale. Ad inaugurarla è la serie dei 45 corpi in aria: in una scatola in legno un palloncino bianco, un tubicino per gonfiarlo e un treppiede dove appoggiarlo lasciano agli interessati in compito di gonfiare la “scultura”. In Fiato d’artista è invece l’artista stesso a gonfiare il palloncino, poi posto su una base quadrangolare di legno.
Sempre più radicale nelle sue proposte, Manzoni offrirà al pubblico uova sode con la sua impronta digitale, celebrando quasi fosse un sacerdote un atto finale di comunione tra l’artista e chi lo segue (Consumazione dell’arte Dinamica del pubblico Divorare l’arte). Sullo stesso binario, Uova scultura è una serie di uova sode complete di guscio e impronta digitale, limitate però questa volta ad essere conservate in scatole di legno.
Il culmine viene raggiunto con le celebri 90 scatole della Merda d’artista, da vendersi al prezzo corrente dell’oro al grammo. Sempre nel 1961 Manzoni realizza le Basi magiche, in più versioni, con le quali qualsiasi persona o oggetto può diventare opera d’arte fino all’estrema radicalità totalizzante del Socle su monde, la base del mondo, con la quale tutta la Terra è trasformata in opera d’arte.
Il percorso espositivo metterà dunque in luce le diverse tappe della crescita artistica di Piero Manzoni, sottolineando l’importanza che egli ha avuto nell’aprire la strada alle successive ricerche concettuali e formative.
Il sito ufficiale del museo per ulteriori informazioni.