Tutto pronto a Londra per la Frieze Week. Tra inaugurazioni di grandi mostre, opening nelle più importanti gallerie di Mayfair e -ovviamente- le due fiere Frieze e Frieze Masters, ci sarà spazio anche per le grandi aste.
I riflettori sono puntati sulla sede di Christie’s di King Street, dove oggi, giovedì 4, si terranno le attesissime battute serali di Post War & Contemporary Art e di Thinking Italian, l’asta tutta dedicata all’arte italiana, che sarà guidata da una Fine di Dio di Lucio Fontana datata 1963.
Con 56 lotti dei più importanti artisti del XX e XXI secolo, l’asta di Post War & Contemporary Art è -anche sulla carta- un successo già annunciato. L’highlight della serata? Schädel (Skull), opera di Gerhard Richter datata 1983, che si candida ad essere il top price indiscusso, seguito con buone probabilità da una grande tela di Francis Bacon –Figure in Movement del 1972- e da una delle uova di Jeff Koons, il quale detiene –forse ancora per poco– il record per l’opera più costosa di un artista vivente.
Una particolare attenzione all’interno del catalogo -che continua con opere di Baselitz, Keith Haring, Dubuffet, Kapoor e Basquiat- viene riservata ai lotti numero 13, 14 e 15, rispettivamente opere di Lucio Fontana, Piero Manzoni e Yves Klein.
>> Beyond the monochrome. Oltre il monocromo. Questo il “titolo” della sezione che Christie’s ha dedicato a questi tre capolavori, un trio -dai colori rosso, bianco e blu- che rappresenta al meglio le “conquiste” dell’arte del dopoguerra europeo.
Uniti dalle loro lungimiranti innovazioni riguardanti il piano pittorico, il processo artistico, la materialità e la spiritualità dell’arte, Fontana, Manzoni e Klein hanno forgiato insieme una nuova era, rompendo radicalmente con la tradizione e ispirando, con le loro opere degli anni ’50 e dei primi anni ’60, i movimenti del minimalismo, dell’arte concettuale e tutti quelli che sarebbero seguiti.
Concetto Spaziale, Attese è uno dei primi tagli di Fontana, essi cominciarono infatti ad apparire nel 1957. Eseguito nel 1959, presenta -su sfondo rosso- 15 tagli di dimensioni molto differenti, che aprono nel quadro la “quarta dimensione” a cui l’artista aspirava a giungere con le sue opere Spazialiste. “Come pittore,” disse Fontana, “mentre lavoro sui miei tagli, non voglio fare un quadro: voglio aprire lo spazio, creare una nuova dimensione per l’arte, legare con il cosmo mentre esso si espande infinitamente al di là del piano di composizione dell’immagine”.
Eseguito nello stesso anno della tela di Fontana, Untitled Blue Monochrome (IKB 276) ci introduce ai non meno iconici monocromi “International Klein Blue” di Yves Klein, che cercavano di evocare un trascendente salto nel vuoto. L’Achrome di Piero Manzoni (1957-58), tratto dalla sua serie più celebre, porta il monocromo ad elevarsi verso l’estasi più assoluta, creando una superficie incolore dal potenziale puro e illimitato.
Le vite e le parabole artistiche dei tre artisti sono sorprendentemente legate. Klein morì nel 1962, a soli trentaquattro anni e Manzoni morì l’anno successivo, a ventinove. Sebbene le carriere di entrambi siano state straordinarie e le loro produzioni sorprendenti, se messe in relazioni alle loro brevi vite, entrambi hanno sicuramente guardato a Fontana, che sopravvisse ad entrambi, morendo nel 1968 all’età di sessantanove anni.
Ci sono complessi scambi di influenze -in tutte le direzioni- tra le opere di Fontana, Klein e Manzoni. Manzoni fu ispirato per iniziare i suoi Achromes dai monocromi di Klein -che vide ripetutamente nella personale dell’artista nel 1957 alla Galleria Apollinaire di Milano- e Fontana fu collezionista di Klein. Lo Spazialista più avanti sarebbe diventato un grande ammiratore del lavoro di Manzoni e un mentore per lui, sostenendo Azimuth, la galleria e che Manzoni lanciò con Enrico Castellani nel dicembre del 1959; i due si esibirono insieme nella mostra “Fontana Baj Manzoni” alla Galleria Bergamo nel 1958. I tre, inoltre, parteciparono al collettivo conosciuto come Gruppo Zero, fondato alla fine degli anni Cinquanta da Heinz Mack e Otto Piene.
Una trinità eccezionale. Legate da una profonda rete di relazioni ed intrecci, ispirazioni ed ammirazioni, queste tre opere sono -sia singolarmente ma in particolare insieme- espressione di un brillante periodo creativo, ognuna a rappresentare l’apice dell’arte del proprio artista.