Passate le tronfie e ridondanti champagne-preview di Mayfair (1-2 ottobre), tutti finalmente a Regent’s Park per l’anteprima di Frieze e Frieze Masters (4-7 ottobre, vip preview: 3 ottobre). Cominciamo da quest’ultima, angolo nord-est del parco, 15 minuti a piedi dalla sorella “contemporanea”, girovagando tra i 130 stand di antico e moderno. Nel “solito” vedere che si riverbera in ogni moquette grigiastra del padiglione, abbiamo cercato, e quindi citato, le 10 gallerie che alla qualità delle opere (che non manca mai) hanno accompagnato un progetto espositivo di livello, di ricerca (come del resto è -anche in questo caso- “solito” fare…).
1) PACE – System Subject by Adam Pendleton
Mai sazio. Fresco di inaugurazione in galleria a Burlington Gardens (sede di Pace a Londra) l’altro ieri, Pendleton si fa curatore e porta il suo System Subject in fiera. Sviluppando il concetto di griglia, con una tessitura visuo-spaziale dicroma (bianco, nero), dissemina gli spazi dello stand di Progressioni cubiche di Sol LeWitt (bianchissime), sulle quali gravitano Dettagli di Opalka, performance di Acconci e Corrispondenze di Lee Ufan. Andata e ritorno gravitazionale al cospetto delle Presenze circolari di Pousette-Dart. Nerissime. Chiusura del cerchio.
2) SPRUETH MAGERS
Stampa cromogenica. Stampa ai sali d’argento. Dalla gelatina geometrica delle alterazioni di “facciata” dei mitici coniugi Bernd e Hilla Becher, stampate (1970-73) in faccia all’ingresso dello stand, ai “figli” (artistici) della coppia: Thomas Ruff (1980) e Andreas Gursky (1990). Passaggio di decadi raffinatissimo, dalla silver-gelatin al C-Type. Medaglia ai sali d’argento.
3) RICHARD GREEN – Old and Modern masters across four centuries
Quattro secoli di confronti per uno stand da favola. Il secolo aureo olandese, dalla natura morta al paesaggio, a tu per tu con le ricerche otto-novecentesche (da Fantin-Latour a Peter Doig, passando per Ben Nicholson). Pregiatissimi come sempre, dai riflessi metallizzati ai riccioli dei limoni, le still life da tavola (e favola) di Willem Claesz. Di una resa impareggiabile.
4) LUXEMBOURG & DAYAN – Mini Monuments
Mini Monuments raccolti nel verde salvia di una parete unica, a libreria. 41 mini pezzi-opere-oggetti inquadrati uno a fianco e all’altro, uno sopra l’altro, ripercorrono armoniosamente il Dopoguerra, da Burri e Boetti a Melotti e Schifano. Con un paio d’eccezioni: un Calder del 1936 e un Arp del 1925.
5) DICKINSON – Barbara Hepworth (solo show): Formed From Nature
Giardino delle meraviglie scultoree. La sicuramente più impattante scenografia della fiera: acqua, vegetazione e rocce ricreano lo studio della Hepworth a St. Ives. Immersivo.
6) GAGOSIAN – Man Ray solo show
Man Ray solo show da Gagosian significa una mostra vera e propria su Emmanuel Radnitzky racchiusa nello spazio dello stand.
7) MAZZOLENI – Baj, Fontana, Manzoni 1958-2018
Trittico spazio-nucleare per Mazzoleni, omaggio all’anno spaziale 1958. Una fitta di rete di richiami e corrispondenze tematico-materiche che si rimbalzano da una parete all’altra. Un allestimento curato nei minimi dettagli da Gaspare Luigi Marcone, frutto di una ricerca meticolosa culminante nel Arrivo dell’ultracorpo. Un Manzoni-Baj dipinto a quattro mani (foto qui sotto) su cui gravita l’intero stand.
8a) ARCHEOLOGIA: Ariadne
Idoli cicladici di marmo e amuleti egizi in maiolica turchese, un set di cucchiai di argento romani e bovini di bronzo cinesi di tremila anni fa. Pezzi archeologici rarissimi sospesi nell’oscurità, tra luci soffuse e il velluto nero dell’allestimento.
8b) ANTICO: Colnaghi
Dialoghi di olio e marmo, bronzo e alabastro. Palma il Giovane e Lo Spagnoletto a far la voce grossa, rispettivamente all’interno e all’esterno dello stand.
9a) SOLO BOOTH – Alan Cristea (Howard Hodgkin), Blain Souther (Avigdor Arikha), Lévy Gorvy + kamel mennour (Francois Morellet), Massimo de Carlo (Olivier Mosset), Continua (Ilya e Emilia Kabakov), Sperone Westwater (Guillermo Kuitca)
9b) SOLO BOOTH – Sezione SPOTLIGHT: Henrique Faria con Mirtha Dermisache, Massimo Minini con Titina Maselli, Gregor Podnar con Ivan Kozaric, Galerie 1900-2000 con Pierre Molinier, Soda Gallery con Stano Filko, Garth Greenan con Rosalyn Drexler, Giò Marconi con Valerio Adami
10) Le italiane (focus a breve)
Oltre a quelle già citate, segnaliamo Robilant + Voena, Tega, Tornabuoni, Cardi, Bacarelli Botticelli, Moretti (con Hauser & Wirth). Seguirà un focus dedicato.
TRE PEZZI DA NON MANCARE:
1) Paul Delvaux, La Visite (1939), da Olivier Malingue (10,6 milioni di dollari)
2) Oskar Kokoschka, Young girl in a blue coat, 1907, da Wienerroither e Kohlbacher
3) Jean Dubuffet, Touring Club, 1946, da Aquavella (in trattativa col MoMa)
*IN COPERTINA: Lucian Freud da Aquavella / Frieze Masters Londra 2018
Tutte le foto: Crediti Luca Zuccala ArtsLife