OSGEMEOS “Gramophone”, 2016 (Lehmann Maupin – NY)
Un’opera del duo OSGEMEOS che segue la recente tendenza dei gemelli brasiliani ad andare oltre la propria identità legata a graffiti e street art per una dimensione più immersiva, interiore, con installazioni e lavori di studio. L’influenza della cultura musicale si palesa qui in chiave immediata e sensoriale, grazie all’utilizzo di media player, amplificatore e giradischi.
David Shrigley Stephen Friedman Gallery, London
Lo stend di Stephen Friedman Gallery è totalmente dedicato al cinico illustratore David Shrigley, con i video, le illustrazioni e i manifesti dell’artista inglese. Sono presenti anche dei neon con i suoi slogan come “Distractions, Distractions, Distractions” e “My Artwork is Terrible and I am a Very Bad Person” che cercano di catturare l’attenzione ma al contempo sono autorinoci.
John Baldessari (fake carrot) 2016, Marian Goodman Gallery – NY
L’architetto, performance e artista concettuale statunitense ha già sperimentato le grandi dimensioni nella sua scultura e Fake Carrot conferma l’importanza della tridimensionalità nella sua opera. I suoi lavori comprendono anche libri, video, film, opere pubbliche e cartelloni pubblicitari che sono stati rappresentati sia negli Usa che in Europa in più di 200 mostre.
Anthea Hamilton Leg Chair (Cigarettes) 2014, Thomas Dane Gallery – London
Autoritratti atipici quelli di Anthea Hamilton, che utilizza le gambe dell’artista per creare una serie di sculture in cui la posa è sempre la stessa, ma ognuna caratterizzata da una propria unicità. Il tema è di volta in volta un elemento che appartiene all’immaginario immediato dell’artista: un cibo esotico, le sigarette, le foto di celebrità ammirate. Nello scherzare col concetto di design e nel raccontare piccole, grandi passioni inserendole in una cornice sensuale, l’umorismo dell’artista si rende particolarmente evidente.
#HaroonGunn-Salie “Senzenina” 2018, Goldman Gallery
Senzenina vede l’artista e attivista Haroon Gunn-Salie sollevare interrogativi sulla complicità della multinazionale e della polizia, proiettando figure a grandezza naturale, curve e fantasma apparentemente rannicchiato davanti allo spettatore in un’esibizione di resa, incarnando il massacro di Marikana, l’uso più letale della forza dalle forze di sicurezza sudafricane contro i civili dagli anni ’60.
VlassisCaniaris “Urinals of History” 1980, Galerie Peter Kilchmann – Zürich
L’opera di Vlassis Caniaris, consisente in tre figure umane che urinano contro un muro che richiama agli slogan politici presenti sui muri di Atene durante l’occupazione nazista o la dittatura dei colonnelli, fa diretto riferimento al fatto che, secondo l’artista, il popolo greco abbia – negli ultimi decenni – tentato di compiere uno sforzo collettivo con l’intento di cancellare certe memorie del proprio passato, con lo spiacevole effetto collaterale di aver sistematicamente distrutto parte delle loro tradizioni.
JohnBaldessari “Penguin” 2018 Marian Goodman Gallery – NY
E’ uno degi principali innovatori dell’arte concettuale in America.
La sua scultura Penguin, è realizzata in poliuretano, un materiale utilizzato nella produzione di auto sportive di alta gamma, che conferisce alla scultura forza e leggerezza. L’altezza è la stessa dell’artista, la scultura raffigura Baldessari come un pinguino, mantenendo forti assonanze concettuali con alcune delle sue prime opere bidimensionali, in cui l’artista nascondeva e distorceva la sua identità.
Sradicando il pinguino dal suo tipico contesto spaziotemporale e cambiando la sua scala, l’artista gioca con la nostra percezione sensoriale. Il lavoro allude ai pinguini danzanti di Mary Poppins e all’enigmatica passeggiata di Charlie Chaplin. Questi “uccelli” filmici sono sia divertenti che destabilizzanti. Come quando si incontra un’opera di Baldessari, i confini dei nostri preconcetti e delle risposte condizionate sono destabilizzati, in quanto un’immagine familiare viene posta in un contesto diverso.
Urs Fischer “Francesco” 2017 Sadie Coles HQ – London
Un uomo, scolpito in maniera realistica ma con carne e barba dal color rosso acceso è in piedi in cima a una frigorifero, guardando il suo smartphone. E’ un gioco contraddittorio sulla classica scultura con piedistallo. Il soggetto dell’opera è Francesco Bonami, famoso curatore italiano e recente apolgeca di Damien Hirst. Ma non è tutto come sembra: questa è una delle sculture di Fischer fatte con cera di paraffina. E’ una candela, e nello spirito dell’arte degli anni ’60, è “autodristuttiva”. Perchè l’opera sia compiuta il suo stoppino deve essere acceso e deve sciogliersi. Se un collezionista la acquista, i costi di produzione possono essere pagati, può essere ricostruita ed il ciclo ricominciare.